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Un tavolo regionale sull’intera crisi del cassinate e del suo modello di sviluppo, che sta crollando dopo 50 anni. È la proposta che lancia Riccardo Roscia, più volte sindaco di Pontecorvo, nella sua nuova veste di subcommissario del Consorzio Industriale unico del Lazio.
- Si sente ricompensato per l’impegno elettorale alle ultime regionali?
“Prima di tutto ritengo che la nomina sia un risultato importante, non solo per me ma per l’intero territorio. Il Consorzio Industriale unico, per il suo rilievo, è in grado di raggiungere obiettivi importanti. Ecco perché considero di assoluto prestigio l’incarico che mi è stato assegnato. Lo dico a ragion veduta, specialmente dopo il colloquio con la vicepresidente Roberta Angelilli, alla presenza del commissario dell’ente, professor Raffaele Trequattrini, in cui è stato confermato come il Consorzio debba operare alla stregua di vero e proprio braccio operativo della Regione Lazio”.
- Assume un incarico che, secondo il presidente Trequattrini, “permetterà di portare avanti ancora più progetti che favoriranno tutti i distretti industriali”. Cosa ha in animo di fare?
“So che ci sono in itinere progetti che vanno portati a termine. La prima cosa quando si gestisce, e lo dico da ex amministratore, è quella di evitare incompiute con annessi rischi di danni erariali. Quanto a me, è ovvio che l’attenzione non si allenterà mai dal sud della provincia di Frosinone, senza dimenticare il resto delle aree industriali laziali”.
- Il cassinate ha un distretto rurale a Pontecorvo, quello del marmo corenese e poi un’area industriale che è in via di smantellamento a causa della crisi automotive: non pensa che urga un piano strategico complessivo?
“Penso che ci si debba mettere intorno ad un tavolo, sganciandoci tutti da appartenenze e giochi politici. Occorre grande impegno per affrontare in maniera sinergica i nodi del territorio del Lazio meridionale; il tutto insieme al presidente Rocca ed alla vice Angelilli. Di sicuro adesso in agenda ci sono la nuova legge regionale sul Consorzio e, subito dopo, lo statuto: quindi andremo avanti spediti sulle questioni prioritarie”.
“Confermo, non mi ricandido a sindaco. Il Consorzio è un’altra cosa”
- Nell’agosto del 2023 lei dichiarò che non si sarebbe più candidato alla carica di sindaco, pur essendo stato primo cittadino pontecorvese più volte dal 1998 in poi. Ha detto che la spinta e la determinazione amministrativa le erano venute meno. Cosa la determina, invece, oggi in quest’avventura?
“Ho un difetto: penso che la politica alla lunga incida positivamente. Un conto è il Comune di Pontecorvo, dove non mi candiderò più e c’è bisogno di far spazio ai giovani. Ma questa mia carica attuale mi dà la possibilità di fare altre cose importanti per le nostre comunità, fermo restando che mi auguro di poter dialogare anche col prossimo sindaco di Pontecorvo”.
- Vuol dire che non aspetta altro che arrivi il successore dell’attuale primo cittadino?
“A livello personale ho ottimi rapporti con Rotondo ma a livello politico lo vedo, sinceramente, poco concludente e concreto. Mi pare vada avanti un po’ a tentoni. Gli auguro di portare a termine almeno qualche opera prima che si torni a votare nella mia città”.
- Lei è grande appassionato di rally, deduciamo che sia anche esperto di auto e case produttrici: cosa pensa della situazione Stellantis?
“Sposo in pieno la posizione di Donald Trump: la gente deve comprare le auto che vuole. Spingere per l’auto solamente elettrica produce, di fatto, danni all’economia ed all’occupazione anche del nostro territorio. Non condivido le scelte repentine e drastiche se relative a cambi di abitudini consolidate, con implicazioni vaste e complesse com’è nel caso del mercato auto. Serve gradualità, non ideologia”.
Dalla lezione di Coccarelli e D’Amata alle congratulazioni di Pacitti
- Spesso in passato ha avuto occasione di ricordare figure come Manfredo Coccarelli e Fernando D’Amata. Quali consigli le darebbero entrambi nella situazione e nella veste attuali?
“Sono state le due persone più importanti per il sottoscritto sul piano politico. Da entrambi ho appreso la scelta di essere umili e vicini alle istanze concrete delle persone. Bisogna tornare ad essere vicini agli amministrati per ascoltarli e muoversi di conseguenza. Solo da lì partono le visioni lungimiranti ed ampie, per mettere a punto programmi di lungo termine”.
Intanto Pietro Pacitti, coordinatore provinciale di Noi Moderati, oltre a congratularsi con Roscia parla di “un importante risultato politico. Frutto soprattutto dell’attenzione che ci è stata riservata dal nostro presidente Maurizio Lupi, dal nostro coordinatore regionale Marco Di Stefano e dal nostro consigliere regionale Nazzareno Neri. I quali hanno saputo percepire l’importanza del supporto che territori come quelli della provincia di Frosinone e soprattutto del Cassinate richiedono in questo momento, vista la crisi industriale che sta attanagliando lo stabilimento Stellantis di Piedimonte San Germano”.
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