L’Empireo al Teatro Carcano:  successo per l’adattamento monumentale di The Welkin di Lucy Kirkwood – recensione

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Lo scorso venerdì 24 gennaio 2025, il Teatro Carcano di Milano ha ospitato il debutto, in prima nazionale, de L’Empireo, un adattamento imponente e coinvolgente di The Welkin, l’opera della celebre drammaturga inglese Lucy Kirkwood. Sotto la sapiente regia di Serena Sinigaglia, lo spettacolo ha portato in scena un dramma intenso e ricco di emozioni che ha catturato il pubblico dalla prima all’ultima scena.

Altre info sullo spettacolo e la sua tournée, nel nostro articolo di presentazione.

RECENSIONE
14 sedie in posizione semicircolare, 12 fascicoli a terra, allineati uno in corrispondenza delle 12 sedie centrali. Ogni persona presente è in grado di guardare ciascuna delle altre… guardarle fuori, nell’aspetto austero (grazie al lavoro della costumista Martina Ciccarelli), uniformato al tempo storico  (Inghilterra-metà del ‘700)… guardarle dentro, così in profondità da aprire scrigni di vecchi e nuovi segreti.

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Le 12 donne in posizione centrale formano una sorta di giuria, chiamata a valutare la possibile gravidanza della donna posta all’estrema sinistra; lei, Sally (Viola Marietti) ha/avrebbe ucciso, con il suo amante, una ragazzina: solo l’essere incinta può salvarla dalla forca. L’unico uomo, Mister Coombs (Alvise Camozzi) è seduto all’estrema destra, ma, in un ambiente matriarcale come questo, non ha diritto di parlare, al massimo il dovere di eseguire ciò che gli viene chiesto.

Recitazione forte, interpretativa, a tratti struggente. Ogni donna, a turno rivela qualcosa di terribile accaduto nella sua vita. Solo storie così drammatiche da togliere in diversi momenti il focus dalla donna accusata di un crimine assurdo: lei meriterebbe i riflettori a 360°C, ma la sua vita è già un travaglio che oscilla tra vittima e carnefice, tra follia e dolore.

Il cast di L’Empireo ha offerto interpretazioni straordinarie, dando vita a personaggi sfaccettati e profondi. Le attrici protagoniste, con la loro capacità di incarnare emozioni complesse, hanno contribuito a rendere lo spettacolo una vera esperienza teatrale. La cura dei costumi e delle scenografie ha ulteriormente arricchito la produzione, immergendo il pubblico nell’atmosfera storica dell’epoca.

L’Ostetrica, posizionata al centro della fila di donne funge da moderatrice tra le molte voci, alte, definite, ciascuna con una verità e un parere sugli eventi e su Sally. Non è una voce sola. Da un coro di vite vissute, emerge quasi un canto disperato ogni volta (un elogio a tutte le attrici, accordate come in concerto per archi). Chi ha subito un abuso in tenera età; chi ha bisogno di un salasso per abbassare la pressione; chi ha perso l’uso della parola dopo un evento tragico, fatto di spavento, superstizione e ignoranza; chi aspetta un bambino e comunque deve assolvere ogni compito casalingo; chi ha avuto rapporti durante il mestruo e prende il riferimento biblico per condannare l’uomo che ha osato tanto… e poi c’è Sally spavalda, arrogante, a volte volgare, provocante e provocatrice.

Lei figlia di una bambina, che ha partorito nel bosco, lontana da tutti coloro che avrebbero giudicato. E’ Elisabeth, l’ostetrica (Arianna Scommegna) la piccola madre, incompresa dalla sua mamma, ormai complice dell’incredibile abuso di minori perpetuato dai signorotti del posto: atto conosciuto, nascosto e assolto in contumacia. La neonata verrà data, con un piccolo pagamento, a una donna che aveva perso la sua gravidanza.

Stabilire se esiste o no la gravidanza, che sarebbe il vero motivo di questo incontro, agisce da collegamento tra i vari racconti e riporta sul discorso. Si cercano elementi comuni alle gravidanze delle donne presenti… alla fine, l’ultima parola spetta al dottore: è un uomo e il suo parere è insindacabile, malgrado l’esperienza di Elisabeth.

E’ una roulette russa che, a ogni giro, mette un colpo in canna…chi sarà la vittima dei giudizi viscerali delle donne che ascoltano?

La maestria della regista Serena Sinigaglia è nel collegare ogni frammento interpretato: è un lavoro reso speciale dal tono alto del dramma, a volte cinicamente espresso, rasentando il sarcasmo divertente. Grazie all’adattamento di Sinigaglia, l’opera acquisisce una nuova potenza, rendendo vivi i personaggi e i loro conflitti interiori con grande realismo e intensità. La regista ha saputo creare un’atmosfera densa e carica di tensione, enfatizzando i dilemmi morali e i rapporti di potere tra i personaggi.

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Ecco il verdetto: colostro dal seno, visita ginecologica con esito positivo a conferma… Sally non verrà uccisa, ma trasferita altrove. La sua reazione è così contestualizzata ai giorni nostri, per i gesti e le parole da lei usate perché si sente fuori pericolo, da riportarci a fatti odierni, ancora violenti e misogini.

E’ salva? NO! Su comando di chi è sopra di lui in autorità e potere, Mister Coombs, si alza e si avventa contro Sally, colpendola ripetutamente al ventre, con ferocia assassina. Ed è così: provoca l’aborto di quell’esserino che, ancor prima di nascere, avrebbe potuto salvare la madre.

Se non avessimo ancora davanti ai nostri occhi la scena della morte della ragazzina, provocata da Sally e dal suo amante, la nostra misericordia sarebbe totale per lei che, ora, andrà verso la morte… Carnefice e vittima: una compresenza dolorosa e funesta.

E’ uno scorcio di storia, di quel tempo in cui la donna non aveva uno spazio di difesa. E’ cambiato qualcosa? Certamente le modalità, ma la violenza e la disparità di genere rimangono un argomento di grande attualità e cronaca, dalla tenera età, fino alla donna più matura.

Lavoro profondo, studiato nei dettagli e stimolo per riflessioni sulla vita in generale e su ogni aspetto del quotidiano in particolare. Consigliatissimo, soprattutto a coloro che non perderanno mai il desiderio di essere fonte di bene per l’altro.

La prima nazionale di L’Empireo ha riscosso un grande successo, con una sala gremita e applausi scroscianti al termine della rappresentazione. Il pubblico milanese ha accolto calorosamente lo spettacolo, apprezzando sia la qualità artistica che la profondità dei temi trattati. Oggi l”ultima replica della prima tappa poi lo spettacolo continuerà la sua tournée nel nord Italia con una tappa a Lugano (CH).

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