Verso l’Igp al Bergamotto di Reggio Cal., Previtera: «Sarà una festa per tutti»

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Martedì 28 gennaio ci sarà l’atto finale dell’iter di riconoscimento per l’IGP “Bergamotto di Reggio Calabria”, ovvero la Riunione di pubblico accertamento ministeriale alla Cittadella regionale di Catanzaro.

Dopo circa quattro anni si conclude, dunque, un iter lungo e travagliato  che consentirà alla Calabria di ottenere, finalmente, la sua 22esima indicazione geografica fra Igp e Dop (non considerando i vini) e un altro agrume Igp dopo il Limone di Rocca imperiale e le Clementine di Calabria.

Di questo importante traguardo parliamo con l’agronomo Rosario Previtera, presidente del Comitato promotore per l’Igp Bergamotto di Reggio Calabria, che oggi annovera più di 500 aziende e più di 800 ettari nell’area vocata reggina dei 51 comuni indicati nel Disciplinare di produzione.

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– Il “principe degli agrumi” avrà finalmente il riconoscimento che aspetta da tanto tempo?

«Sì, e sarà una festa per tutti e un obiettivo raggiunto a favore di tutto il territorio reggino e calabrese. Voglio, poi, ribadire che è nostra intenzione, sin da subito, lasciarci alle spalle tutte le polemiche e le recriminazioni degli anni scorsi, i ritardi, i boicottaggi e i sabotaggi subiti e noti a tutti, perché è il momento di festeggiare ovvero di premiare la secolare filiera bergamotticola reggina e consentire alla Calabria di fregiarsi della sua 22a indicazione geografica tra Dop e Igp non considerando i vini altrettanto numerosi. Si vuole ripartire con un percorso inclusivo e finalizzato al bene e allo sviluppo del territorio per il quale tutti saranno i benvenuti a collaborare».

– Martedì si terrà la Riunione di Pubblico Accertamento del Ministero: in cosa consiste?

«È l’atto obbligatorio e finale dell’iter che abbiamo intrapreso il 5 giugno 2021. L’evento organizzato e promosso dal Comitato promotore per l’Igp “Bergamotto di Reggio Calabria” così come previsto dalla normativa vigente e su convocazione del Ministero dell’agricoltura sentita la Regione Calabria, prevede la lettura pubblica del Disciplinare da parte dei funzionari ministeriali. In quella sede si potranno proporre modifiche o integrazioni agli articoli del Disciplinare che verranno applicate se ritenute ricevibili. Naturalmente non sarà possibile, perché non previsto, ritornare su nuove proposte o sterili polemiche inerenti l’ipotesi della Dop per il frutto o altre tipologie di argomentazioni che esulano dal tema del Disciplinare approvato. Non saranno infatti ricevibili “opposizioni” o dichiarazioni che non riguardino le specifiche tecniche, così come previsto dal regolamento comunitario specifico e dal relativo decreto ministeriale. Ci tengo a sottolinearlo ed è importante evidenziarlo, perché alcuni gruppi e organizzazioni continuano inutilmente a rivangare ipotesi non più plausibili prendendo in giro gli agricoltori e operando sul “sentito dire” anzicché su quanto prevede la normativa italiana ed europea vigente».

– Si spieghi meglio 

«L’iter per la proposta di Dop dell’essenza da estendere al frutto non è mai stato avviato dal Ministero, per cui si tornerebbe a parlare di qualcosa di assolutamente inesistente. Le richieste delle controparti al Ministero in termini di un riconoscimento di una presunta “maggiore rappresentatività” di coloro che sostenevano l’ipotesi di estendere la Dop dall’essenza al frutto sono state rigettate dal Ministero stesso sia il 10 settembre che il 29 ottobre scorsi. Ecco perché appare assurdo che si continui a voler insistere sull’indifendibile continuando a cadere nel ridicolo sulla testa di ignari agricoltori, addirittura con improbabili azioni di diffida nei confronti del Ministero».

– Quali sono gli step successivi?

«Dopo l’eventuale modifica del Disciplinare e la sua immediata approvazione si andrà in pubblicazione su Gazzetta ufficiale e se non vi saranno ulteriori intoppi, dovuti ad opposizioni eventuali, il tutto passerà alla ratifica da parte di Bruxelles. Ci piacerebbe che, per la prossima campagna produttiva, già si potesse certificare Igp. Contestualmente, si dovrà costituire lo specifico Consorzio di tutela secondo quanto indicato dal nuovo Regolamento Ue 2024/1143 che ha previsto interessanti e innovative funzioni di valorizzazione del sistema prodotto-territorio. Ecco perché sosteniamo, con forza, che chiunque contribuirà nel prosieguo a far ritardare ulteriormente l’iter nelle fasi successive tramite sterili “opposizioni”, verrà tacciato pubblicamente quale vero nemico del territorio con nome e cognome. Ma vogliamo confidare, ancora una volta, nelle eccezionali e peculiari proprietà benefiche del principe degli agrumi, dimostrate durante la secolare e fantastica storia del Bergamotto di Reggio Calabria».

– Della famosa “guerra” tra Dop e Igp si parlerà anche nella riunione di martedì?

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«Spero proprio di no, visto che si offenderebbe l’intelligenza dei partecipanti. Mentre si cerca di rendere tutto più facile e veloce, a favore degli agricoltori e del futuro del bergamotto, essendo stato ormai raggiunto a tutti gli effetti l’obiettivo dell’Igp (Indicazione Geografica Protetta), purtroppo ancora in questi giorni sentiamo parlare di “battaglia da non poter perdere”, oppure di sterili convinzioni inerenti all’ipotesi che la “Dop è meglio dell’Igp”, oppure addirittura che con l’Igp potrà essere consentito far entrare bergamotti da fuori i confini dell’area vocata o da fuori regione o nazione. Tutte falsità che ancora non riusciamo a classificare: non capiamo se si tratta davvero di ignoranza, eppure basterebbe studiare i regolamenti comunitari vigenti, oppure se si tratta di ulteriori, ultimi e inutili tentativi di discredito da parte di chi non ammette che l’Igp sia ormai cosa fatta».

– E queste prese di posizione hanno avuto ripercussioni?

«Sì, e personalmente mi dispiace tanto che alla fine, i ritardi accumulati per semplici e ostinate prese di posizione, inevitabilmente si ripercuotono e si ripercuoteranno sul reddito agricolo. E appare incredibile che, davanti alle evidenze che anche un bambino capirebbe, si continua a sostenere di voler tentare di perseguire percorsi improbabili che, paradossalmente, possano sottendere ad altri obiettivi; obiettivi non emersi chiaramente ma ipotizzabili visto quanto fin’ora accaduto: per esempio la voglia di arrivare a una fantomatica Dop regionale del bergamotto “di Calabria” o la necessità di non arrivare ad ottenere né la Dop nè l’Igp per mantenere quello status quo di sempre, non certo a favore della base agricola. La Riunione di Pubblico Accertamento sarà pertanto anche un momento in cui i numerosi agricoltori presenti, potranno finalmente capire o scoprire la verità dei fatti e il vero valore dell’IGP in Italia e in Europa».

– L’Igp, quindi, sarà molto determinante per il comparto del Bergamotticolo

«L’Ue, da diversi anni, orienta generalmente i prodotti ortofrutticoli verso l’Igp e i prodotti trasformati verso la Dop. Nel nostro caso esiste sulla carta una Dop “Bergamotto di Reggio Calabria – olio essenziale” che, però, di fatto non è mai servita visto che l’essenza si utilizza in piccole quantità nei profumi e nei cosmetici che non si mangiano e non si bevono. In realtà non è mai esistito sul mercato un prodotto con il marchio Dop dell’essenza. Fu una forzatura nel 2001 e continua ad essere un bluff dopo venti anni. Anzi, lo scopo che si credeva di poter ottenere ovvero la tutela dell’essenza dalle sofisticazioni non è mai stato raggiunto: vengono prodotti 150 mila kg di essenza di bergamotto reggino ogni anno ma se ne commercializzano ben 2 mln in Italia e 4 mln nel mondo. Inoltre, a livello di certificazione Dop dell’essenza, parliamo di poche centinaia di kg dal 2001 ad oggi: una quantità irrisoria corrispondente a pochi ettari rispetto ai 1.500 ettari di bergamotto oggi censiti».

«L’Igp darà la possibilità agli agricoltori di entrare nel mercato del fresco e di affrancarsi dal mercato dell’essenza al quale sono soggetti da decine di anni senza alcuna possibilità di replica sui prezzi imposti dall’oligopolio industriale: un prezzo oggi in discesa vertiginosa che esula dalle regole del libero mercato e in un momento in cui il comparto è in crisi non solo economica ma anche climatica e senza alcuna possibilità di ottenere i ristori promessi. Oggi le catene di distribuzione ortofrutticole, i grandi marchi commerciali italiani ed europei richiedono sempre di più frutta a marchio Igp: e ciò vale anche per il bergamotto, quale frutto salutistico e nutraceutico oltre che identitario di un territorio. L’Igp consentirà, inoltre, di tutelare finalmente un prodotto unico ma sempre più minacciato dalla concorrenza sleale del bergamotto proveniente ormai regolarmente e a prezzi bassissimi da altre province e da altre regioni. E dobbiamo, infine, considerare tutto l‘indotto della filiera del food in forte crescita e che attende un marchio di qualità per il frutto ovvero per la materia prima al fine di ottenere maggiore valore produttivo e commerciale. Un valore che si rifletterà anche nell’ambito del turismo enogastronomico di qualità sempre più consapevole e orientato sulle aree dei prodotti identitari». (rrc)

 

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