scorte rafforzate per Marcello Viola e Alessandra Cerreti

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Intimidazioni allarmanti partite con l’inchiesta ‘Hydra’ sulla mafia a tre teste in Lombardia. Avviso Pubblico: “Non lasciamoli soli”.

Milano – Minacce di morte al procuratore capo Marcello Viola e al pm della Dda Alessandra Cerreti. Intimidazioni ritenute molto serie e circostanziate, che hanno portato ad innalzare le misure di sicurezza nei confronti dei due magistrati, mentre la Procura di Brescia, competente sulle indagini che vedono vittima le toghe milanesi, ha aperto una inchiesta. C’è il timore che le minacce, come riportano Corriere della Sera e Repubblica – siano collegate con l’inchiesta ‘Hydra’ sulla mafia a tre teste, ovvero l’alleanza in Lombardia tra Cosa Nostra, Camorra e ‘Ndrangheta, entrata nel vivo con la conferma della suprema corte dell’impianto dell’accusa di mafia e l’esecutività degli arresti.

Avviso Pubblico esprime massima solidarietà e vicinanza ai magistrati “destinatari di gravissime minacce che hanno reso necessario il rafforzamento delle misure di sicurezza a loro protezione. Il Procuratore della Repubblica di Milano, Viola e la PM Cerreti – denuncia l’Associazione che vede in prima linea gli Enti locali e le Regioni contro le mafie e la corruzione – sono impegnati in una delicata inchiesta su un presunto patto criminale fra camorra, ‘ndrangheta e cosa nostra in Lombardia. Il loro operato va difeso e protetto, riaffermando con forza la necessità di non isolare chi è impegnato in azioni investigative e giudiziarie contro le organizzazioni mafiose”.

Il procuratore capo di Milano Marcello Viola

Le “minacce rivolte ai due pubblici ministeri si inseriscono in un quadro di crescente tensione, dove le organizzazioni criminali tentano di intimidire chi agisce con determinazione per contrastare i loro traffici illeciti e il loro controllo del territorio. Il contesto è quello di una mafia che si evolve, che agisce come impresa, ampliando i propri interessi economici e allungando le mani su settori strategici, tanto in Italia quanto a livello internazionale. In questo scenario, l’attività di magistrati come Viola e Cerreti rappresenta un baluardo fondamentale per la difesa della legalità e dei principi democratici. “Rafforzare le misure di protezione nei loro confronti è un atto dovuto, ma non sufficiente”, sottolinea Fabio Bottero, Coordinatore di Avviso Pubblico per la Lombardia.

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“Chiediamo alle istituzioni e alla società civile – aggiunge Bottero – di sostenere con forza chi si batte quotidianamente per il rispetto della legge, ponendo fine a qualsiasi forma di isolamento e delegittimazione verso i servitori dello Stato”. L’inchiesta “Hydra” sulla mafia a tre teste, è entrata nel vivo con la conferma della suprema corte dell’impianto dell’accusa di mafia e l’esecutività degli arresti. Tra questi Gioacchino Amico, poi scarcerato perché aveva già passato un anno in custodia cautelare per altri reati, e Giovanni Abilone, ritenuto dagli inquirenti uno degli esponenti mafiosi collegati al mandamento di Castelvetrano di Matteo Messina Denaro.

La pm Alessandra Cerreti

Scoperto anche un arsenale di armi: mitra, fucili, pistole automatiche e munizioni. E’ invece ancora irreperibile Paolo Aurelio Errante Parrino, 77 anni, considerato il “punto di raccordo” tra il presunto “sistema mafioso” in Lombardia e il “capo dei capi” Matteo Messina Denaro. Ora la notizia delle minacce ai magistrati. Sono state rinforzate le scorte al procuratore capo Marcello Viola e alla pm Alessandra Cerreti. Come riporta La Repubblica, sarebbero esplicite e cruente le minacce raccolte dalla metà di ottobre, proprio quando l’indagine ‘Hydra’ era giunta al Tribunale del riesame. Cerreti è titolare di quel fascicolo e con Viola era in aula per convincere il collegio sulla tesi di un’affiliazione tra clan mafiosi, camorristi e ‘ndranghetisti, tema al centro della stessa indagine ‘Hydra’.

A disporre per un rafforzamento delle misure è stato il prefetto Claudio Sgaraglia, tra queste il divieto di parcheggio nei pressi delle abitazioni del procuratore capo e della pm. E il quadro è diventato più allarmante a seguito del rinvenimento dell’arsenale di armi legato alla nota inchiesta. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha espresso la propria vicinanza a Viola e Cerreti per le “minacce che sembrerebbero collegate all’inchiesta ‘Hydra’ sulla mafia a tre teste, e che sono state ritenute molto serie dagli inquirenti tanto da portare ad un innalzamento delle misure di sicurezza nei confronti dei due magistrati. Al procuratore capo Marcello Viola e al pm della Dda Alessandra Cerreti desidero rivolgere sincera solidarietà e vicinanza, mia personale e del Senato della Repubblica”.



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