Sindaci e consiglieri siete pro o contro il termovalorizzatore? La maggior parte delle voci è per il sì, «ma non nel mio cortile»

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ANCONA Ci sono temi che polarizzano il dibattito rendendolo una sorta di ring. Rientra a pieno titolo in questa categoria l’ipotesi di realizzare nelle Marche un termovalorizzatore a chiusura del ciclo dei rifiuti per riuscire a centrare gli obiettivi stringenti posti dalle normative. 

L’iter

Il controverso impianto è stato inserito nel Piano regionale deliberato dalla giunta a ottobre per essere votato dall’assemblea legislativa entro la primavera, secondo le previsioni di Palazzo Raffaello. Provando ad anticipare i tempi, abbiamo chiesto ai consiglieri regionali – chiamati ad esprimersi sul Piano – ed ai sindaci delle principali città marchigiane (perché da qualche parte l’impianto andrà realizzato) se sono favorevoli e contrari al termovalorizzatore. Al netto di chi sceglie la via del silenzio radar per non esporsi, la maggioranza delle voci sostiene l’ipotesi: qualcuno per convinzione, cogliendoci un’opportunità; altri obtorto collo perché non vedono alternative migliori per risolvere il problema dei rifiuti in aumento e delle discariche sature. C’è pure chi proprio non vuole sentirne parlare, come la capogruppo del M5S Marta Ruggeri, granitica nella sua posizione. E replica anche all’assessore ai Rifiuti Stefano Aguzzi che l’ha tirata in ballo, ieri, in un’intervista al nostro giornale: «Non sono mai stata contro il biodigestore, tanto che quando mi sono candidata sindaco a Fano nel 2019 lo avevo messo in programma contrariamente alla candidata appoggiata da Aguzzi. Piuttosto, sono contraria al termovalorizzatore per l’enorme produzione di CO2».

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E un no forte e chiaro viene scandito pure dai dem Maurizio Mangialardi – negli anni ha sempre ribadito la sua contrarietà, stigmatizzando l’attendismo della giunta sul nodo rifiuti – e Fabrizio Cesetti, ancora più categorico: «Sono assolutamente contrario e questa contrarietà dovrà essere ben specificata nel programma del centrosinistra per le prossime Regionali, altrimenti litighiamo forte». Non ci gira intorno. Ma gli altri compagni di viaggio in Consiglio preferiscono prendere tempo parlarne con il partito regionale per definire una posizione comune. FI delega alla capogruppo Jessica Marcozzi la risposta: «Il Piano prevede il termovalorizzatore come è giusto che sia. Siamo l’unica regione a non averlo neanche in programma».

Le posizioni

Pure la Lega sceglie la via della delega e si affida a Monica Acciarri, presidente della commissione Gestione del territorio dov’è incardinato il Piano: «Il termovalorizzatore nelle Marche rappresenta un passo strategico verso una gestione sostenibile dei rifiuti, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo. Attraverso la riduzione dei rifiuti in discarica e la generazione di energia pulita, possiamo promuovere un’economia circolare». E il consigliere del Carroccio Giorgio Cancellieri integra il ragionamento, aggiungendo che fondamentale è prendere la decisione di concerto con il territorio e piazzare l’impianto lontano dalle città. Posizione che lo accomuna a quella di Giacomo Rossi (Civici Marche) e del presidente del Consiglio Dino Latini.

FdI fa per lo più quadrato attorno al governatore e si dice favorevole. «Il termovalorizzatore rappresenta una soluzione innovativa e sostenibile per la gestione dei rifiuti nelle Marche», le parole di Andrea Putzu condivise anche dalla maggior parte dei suoi compagni di banco, Quanto ai primi cittadini – che si dimostrano più pragmatici degli inquilini di Palazzo Leopardi, rispondendo senza troppi giri di parole – sono quasi tutti favorevoli. Ad eccezione della fascia tricolore di Jesi Lorenzo Fiordelmondo, secondo cui «prima di arrivare alla soluzione finale rispetto al deficit oggettivo sulla raccolta occorre capire se possiamo migliorare quello che stiamo già facendo».

Le fasce tricolore

Il sindaco Pd di Pesaro Andrea Biancani gira la questione: «Dire sì o no a un futuro termovalorizzatore significa non prendere nessuna posizione reale e concreta rispetto all’emergenza in corso». La sindaca di Fabriano Daniela Ghergo propende invece per il sì, «ma vanno studiati i dettagli». I primi cittadini di area centrodestra – da Daniele Silvetti a Maurizio Gambini e Luca Serfilippi, da Sandro Parcaroli a Marco Fioravanti, passando per Paolo Calcinaro, Emanuele Pepa, Massimiliano Ciarpella e Antonio Spazzafumo – sono tutti favorevoli. Ma buona parte di loro sottoscriverebbe le parole della fascia tricolore di Senigallia Massimo Olivetti: «Favorevole purché non venga realizzato nella valle Misa e Nevola». La logica Nimby (o «non nel mio cortile») non muore mai. Perché un conto è dirsi astrattamente a favore del termovalorizzatore; un altro è dare l’assenso a realizzarlo nel proprio territorio. Non a caso, la decisione non verrà presa prima delle Regionali. Mica è una giunta di kamikaze.





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