Taglio IRPEF per il ceto medio, risorse dall’IRES premiale e dalla spinta agli investimenti legata ai bonus transizione 4.0 e 5.0. A dichiararlo il Viceministro Leo, intervenuto all’8° Forum Nazionale dei Commercialisti organizzato da Italia Oggi
Taglio IRPEF per il ceto medio, si punta anche sull’IRES premiale per reperire le risorse necessarie.
La stabilizzazione del personale dipendente può generare risorse da reinvestire per l’ulteriore riduzione dell’IRPEF, unitamente alla spinta agli investimenti legata al piano Transizione 5.0 e 4.0.
A dichiararlo è stato il Viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, nell’intervento che ha aperto l’8° Forum Nazionale dei Commercialisti ed Esperti Contabili organizzato da Italia Oggi.
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Taglio IRPEF per il ceto medio, con quali risorse? Leo punta sull’IRES premiale
Dal concordato come “chiave di volta” per il prosieguo del cammino di riduzione dell’IRPEF si passa all’IRES premiale, strumento che potrebbe generare nuove risorse da utilizzare per intervenire sulla pressione fiscale.
Nel corso del Forum organizzato da Italia Oggi e patrocinato dalla CNPR, in corso oggi 27 gennaio, il Viceministro Leo evidenzia le potenzialità delle misure introdotte dalla Legge di Bilancio 2025, che perseguono l’intento di riduzione della pressione fiscale.
“La riduzione della pressione fiscale è uno dei tasselli fondamentali della nostra riforma. La stiamo realizzando passando dalle 4 alle 3 aliquote e nel 2025 queste misure sono state stabilizzate con l’ultima Legge di Bilancio. Abbiamo rivisto il cuneo fiscale ampliando i soggetti interessati fino ai 40.000 euro di reddito. Ma intendiamo fare di più. Per le imprese nel 2025 è stata introdotta l’RES premiale che riduce l’aliquota dal 24 al 20 per cento per chi accantona utile a riserva per l’80 per cento e fanno investimenti qualificati.”
Una panoramica delle misure introdotte alla quale Leo affianca gli obiettivi futuri: la riduzione dell’IRPEF per il ceto medio è uno dei punti sui quali il Governo ha più volte concentrato l’attenzione.
Leo parla dei contribuenti nella fascia reddituale da 28.000 a 50.000 euro, “magari fino a 60.000 euro”, target già selezionato a ridosso dell’avvio della discussione sulla Legge di Bilancio 2025 proprio in relazione all’attesa nuova sforbiciata delle aliquote.
Per passare dalla soglia del 35 per cento all’aliquota del 33 per cento servono però risorse, oltre 2 miliardi di euro. Se il concordato preventivo biennale non ha garantito la copertura integrale dell’intervento, ora si punta all’“effetto indotto” dell’IRES premiale.
È in programma oggi 27 gennaio alle ore 15 il webinar organizzato da TeamSystem e Informazione Fiscale sulla nuova IRES, con un focus sulle novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2025. Iscriviti gratuitamente
IRES premiale e bonus beni strumentali, così il MEF punta a tagliare l’IRPEF
Le risorse per venire incontro al ceto medio, e tagliare quindi l’aliquota IRPEF del 35 per cento, vanno reperite attraverso “interventi posti in essere nella Legge di Bilancio, come l’IRES premiale”.
Per il Viceministro Leo “la stabilizzazione del personale può generare risorse ulteriori”, da reimpiegare per la riduzione strutturale delle aliquote, e parimenti anche gli investimenti trainati dal bonus transizione 4.0 e 5.0 “potranno generare ricchezza”, con un incremento del gettito e quindi del tesoretto a disposizione per la riduzione della pressione fiscale.
Dal punto di vista tecnico però non è ben chiaro come l’impatto dell’IRES premiale potrà, eventualmente, rendere più agevole l’individuazione delle risorse per coprire il nuovo taglio delle aliquote.
La relazione tecnica alla Legge di Bilancio 2025 stima che le imprese che beneficeranno dell’agevolazione effettueranno nel biennio 2025-2026 investimenti di 11 miliardi di euro e 109.000 nuove assunzioni. Non vi sono però dettagli sull’effetto indotto sul fronte del gettito della possibile spinta a investimenti e assunzioni.
C’è poi il tema dei meccanismi collaborativi, tra cui il concordato preventivo biennale e la cooperative compliance, ulteriori strumenti funzionali al taglio delle aliquote.
Il concordato preventivo biennale solo una delle vie per reperire nuove risorse
Dalle dichiarazioni del Viceministro Leo emergono non pochi dubbi, a partire proprio dagli strumenti individuati come via per reperire quegli oltre 2 miliardi di euro necessari per un nuovo intervento sull’IRPEF.
Se si pensa ai possibili effetti indotti dall’IRES premiale, è evidente che si tratterà di elementi non valutabili nell’immediato. Stessa cosa sul possibile effetto traino generato dagli investimenti in beni 4.0 e 5.0.
Un ulteriore elemento che fa riflettere è il legame non più stretto tra l’esito del concordato preventivo biennale e il nuovo taglio IRPEF.
Dopo il flop delle adesioni per il biennio 2024-2025, il Viceministro Leo ridimensiona le aspettative e cita il patto con il Fisco solo come una delle possibili vie per l’individuazione di risorse da reimpiegare per la riduzione della pressione fiscale.
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