(AGENPARL) – Roma, 28 Gennaio 2025
(AGENPARL) – mar 28 gennaio 2025 Il ruolo delle donne nell’ecosistema dei pagamenti
Intervento di Alessandra Perrazzelli
Vice Direttrice Generale della Banca d’Italia
European Women’s Payments Network Italy Event
Milano, EY Wavespace – 28 gennaio 2025
È per me un piacere intervenire oggi allo European Women’s Payment Network*. Ringrazio
gli organizzatori per avermi invitata a discutere dell’evoluzione del settore dei pagamenti
insieme a un così nutrito gruppo di esperte ed esperti. Un ringraziamento va anche a tutti
voi presenti in sala e a coloro che ci seguono da remoto.
Pagare è un’azione talmente radicata nella nostra quotidianità che raramente ci
soffermiamo a riflettere sulla sua importanza, eccetto, forse, in due circostanze: quando
dobbiamo trasferire grosse somme di denaro, oppure se il pagamento ha difficoltà a
concludersi.
Eppure, qualunque transazione stiamo compiendo – l’acquisto in contanti di un caffè,
l’uso di una carta di pagamento in un supermercato o la prenotazione di un viaggio su
un’applicazione per smartphone – il gesto di pagare innesca una serie di passaggi che
sono fondamentali per l’ordinato funzionamento dell’economia.
Non è quindi un caso che i pagamenti siano una parte fondamentale del mandato
assegnato alle banche centrali. Da un lato perché in molti casi esse stesse gestiscono
le articolate infrastrutture che garantiscono la fluidità, la definitività e la sicurezza delle
transazioni; dall’altro perché a esse è rimessa la sorveglianza sul sistema dei pagamenti
nel suo complesso.
Che si tratti di transazioni al dettaglio oppure all’ingrosso, di strumenti di pagamento
“tradizionali” e ben conosciuti come le carte di pagamento, oppure innovativi come
i ”wallet”, il settore dei pagamenti ha, oggi più che mai, una valenza strategica.
Le frizioni geopolitiche apparse a livello globale si riverberano non solo sulle catene
di approvvigionamento e sul commercio; l’acuirsi delle tensioni internazionali e dei
conflitti rischia di accrescere la frammentazione dei sistemi di pagamento – in particolare
cross-border – attraverso l’emergere di nuove soluzioni con limitata o nulla interoperabilità,
Ringrazio i colleghi del Servizio Strumenti e servizi di pagamento al dettaglio per gli utili spunti e
contributi.
riducendo i benefici che da questa discendono1. Tali criticità sono all’attenzione del G20
e della comunità internazionale2.
Il mercato dei pagamenti, per la sua vicinanza ai bisogni delle persone e dell’economia,
ha la caratteristica di innovarsi nel continuo, proponendo soluzioni aggiornate ai tempi;
negli ultimi anni, su questo processo hanno inciso in larga misura tre forze: la tecnologia,
la regolamentazione e la domanda dei consumatori, specie quelli appartenenti alle
generazioni più giovani, maggiormente orientati verso soluzioni digitali.
Nel primo semestre del 2024, a livello globale l’industria dei pagamenti ha attirato
investimenti per oltre 21 miliardi di dollari3, rappresentando la destinazione principale
dei capitali raccolti dal settore fintech. Secondo alcune stime, lo scorso anno il valore
mondiale dei pagamenti digitali ha superato di poco i 17 mila miliardi di dollari americani;
per il 2025 le proiezioni indicano una crescita fino a oltre 20 mila miliardi di dollari, per
arrivare a sfiorare i 37 mila miliardi nel 20294.
L’evoluzione del mercato dei pagamenti
L’innovazione tecnologica ha cambiato significativamente molti aspetti delle nostre vite;
non fanno eccezione le modalità con cui effettuiamo e riceviamo pagamenti. Nuove
applicazioni come il cloud, la tecnologia basata su registri distribuiti (Distributed Ledger
Technology – DLT) e l’intelligenza artificiale (IA) hanno contribuito a ridefinire i modelli di
business, attraverso la ricomposizione delle catene del valore, l’apertura del mercato a nuovi
soggetti – provenienti da settori quali social media, e-commerce e telecomunicazioni –
e lo sviluppo di nuovi strumenti e servizi di pagamento.
Tali innovazioni, opportunamente regolate, contribuiscono ad ampliare l’accesso ai
servizi finanziari, offrendo maggiore personalizzazione, efficienza, sicurezza e inclusività.
I dati sulle abitudini degli italiani mostrano ancora l’affezione per modalità tradizionali di
pagamento; è tuttavia evidente che la domanda di soluzioni digitali sia in forte crescita,
complice anche la pandemia, che ha favorito la diffusione di strumenti cashless.
Secondo recenti rilevazioni condotte dall’Eurosistema, in Italia oltre il 60 per cento
delle transazioni al dettaglio al punto di vendita fisico sono effettuate utilizzando il
contante, quasi un terzo tramite carte di pagamento e quasi il 5 per cento impiegando
soluzioni “mobile”5. Rispetto a soli cinque anni fa, l’incidenza del contante si è ridotta del
International Monetary Fund (IMF), “Gepolitics and its Impact on Global Trade and the Dollar”, 7 maggio
2024, e Committee on Payments and Markets Infrastructures (CPMI), “Regional payment infrastructure
integration: insights for interlinking fast payment systems”, CPMI Brief No. 4, maggio 2024.
Financial Stability Board (FSB), “G20 Roadmap for Enhancing Cross-border Payments: Consolidated
progress report for 2024”, 21 ottobre 2024.
KPMG, “Pulse of Fintech H1 2024”, agosto 2024.
Statista, “Digital Payments 2024”.
A livello di Unione Monetaria, la ripartizione è: 52 per cento contante, 39 per cento carte, 6 per cento
mobile. European Central Bank (ECB), “Study on the payment attitudes of consumers in the euro area
(SPACE)”, dicembre 2024.
20 per cento, quella delle carte è raddoppiata e gli strumenti più innovativi continuano
a guadagnare terreno6.
Il nostro Paese, quindi, si muove in linea con le tendenze affermatesi nel resto del mondo.
A livello globale, oltre il 70 per cento delle interazioni tra cliente e banca avviene ormai
attraverso canali digitali7; l’aumento dei pagamenti peer-to-peer e di quelli elettronici
contribuisce all’ulteriore riduzione dell’uso del contante.
L’adozione di metodi di pagamento innovativi è influenzata da una serie di fattori, tra cui
il livello di maturità digitale della popolazione, il quadro normativo, la competitività del
mercato e la fiducia dei consumatori verso le nuove soluzioni.
Tale contesto non fa venir meno l’impegno delle banche centrali per preservare
la disponibilità del contante, assicurando che esso rimanga sempre un’opzione di
pagamento; la libertà di scegliere come pagare è infatti essenziale per assicurare
l’inclusione finanziaria di tutti i gruppi della società8.
Il ruolo delle regole
La regolamentazione europea sui servizi di pagamento viene da lontano. La prima
direttiva in materia – la Payment Services Directive (PSD1), adottata nel 2007 – e il
“Regolamento sulla Single Euro Payments Area (SEPA)” hanno posto le basi per la
creazione di una area unica per i pagamenti in euro. Grazie a questi provvedimenti è
possibile effettuare e ricevere pagamenti in euro, alle stesse condizioni e con gli stessi
diritti e obblighi indipendentemente dai confini nazionali. Con la seconda direttiva sui
servizi di pagamento – la PSD2 – sono stati introdotti nuovi servizi e previste regole volte
ad accrescere la trasparenza e la sicurezza delle operazioni.
A oggi, tuttavia, il mercato dei pagamenti dell’Unione Europea (UE) rimane frammentato
lungo i confini nazionali: mancano, anche se sono in fase di esplorazione, soluzioni di
pagamento digitali pan-europee utilizzabili presso negozi fisici e on-line, la cui offerta
rimane appannaggio di pochi grandi operatori extra-europei.
L’evoluzione tecnologica e la frammentazione spiegano perché le regole europee
siano oggetto di continui aggiornamenti. L’obiettivo ultimo – che poggia su strategie
coordinate tra la Commissione UE e l’Eurosistema – è abilitare soluzioni di pagamento
che garantiscano l’autonomia strategica dell’Europa, in modo che cittadini e imprese
dispongano di una gamma diversificata di servizi di pagamento sicuri, efficienti e affidabili.
Oltre 6 italiani su 10 dichiarano che, potendo scegliere senza vincoli lo strumento di pagamento da
utilizzare al punto di vendita fisico, utilizzerebbero le carte di pagamento, principalmente perché più
comode, rapide e meno rischiose rispetto al contante. Fonte: ECB (2024) e elaborazioni della Banca
d’Italia su dati SPACE.
McKinsey & Company, “What is fintech?”, 16 gennaio 2024.
ECB, “Strategia dell’Eurosistema per il contante”.
In tale contesto si inquadra il pacchetto “moneta unica” pubblicato dalla Commissione
nel giugno 2024, che comprende due proposte legislative complementari: una relativa
al contante, l’altra all’introduzione dell’euro digitale. Quest’ultima definisce, tra l’altro,
alcune delle caratteristiche essenziali della futura moneta di banca centrale, ne delinea
le modalità di distribuzione e i meccanismi di compensazione per gli intermediari che la
offriranno, identifica le misure per assicurare l’inclusione finanziaria.
Nel corso degli ultimi cinque anni la Commissione europea è stata promotrice di una
serie di altri significativi provvedimenti volti ad adeguare il framework normativo alle
innovazioni tecnologiche. Solo poche settimane fa è entrato in vigore il regolamento
sui pagamenti istantanei, mentre la revisione della direttiva sui servizi di pagamento è
attualmente in corso nelle sedi comunitarie (cd. pacchetto PSR/PSD3).
Tra i provvedimenti già in vigore, vorrei soffermarmi su due di essi, estremamente rilevanti
per il settore.
Il primo è la Markets in Crypto-Assets Regulation (MiCA), che definisce le regole per
l’emissione e l’offerta di servizi relativi alle cripto-attività nell’UE. La MiCA, in particolare,
prevede un quadro normativo specifico per le stablecoin – definendo ad esempio requisiti
di riserva e di trasparenza – per garantire la stabilità del sistema finanziario. È tuttavia
opportuno mantenere un atteggiamento prudente e valutare attentamente i rischi legati
all’adozione diffusa delle stablecoin – diverse dalla moneta elettronica tokenizzata –
come mezzo di pagamento.
Il secondo provvedimento è l’AI Act – il primo regolamento europeo sull’intelligenza
artificiale – la cui progressiva entrata in vigore avrà un impatto significativo anche sul
settore finanziario, introducendo nuove norme sulla trasparenza, l’accountability e la
sicurezza dei sistemi. Si tratta di un tema molto rilevante per il settore dei pagamenti,
considerate le diverse applicazioni di questa tecnologia.
Una volta conclusa la revisione del quadro normativo attualmente in corso, sarà utile
prevedere una fase di analisi degli effetti delle riforme, il cui obiettivo deve essere quello
di favorire la buona innovazione. A tal fine è necessario un dialogo costante e multiforme
con gli operatori di mercato, che vede nel Comitato Pagamenti Italia (CPI) presieduto
dalla Banca d’Italia un importante punto di riferimento e di cooperazione per tutti gli
stakeholder.
Donne e pagamenti
L’evento odierno mi offre l’opportunità di evidenziare un aspetto relativamente poco
indagato: la relazione esistente tra donne e pagamenti, sia come utilizzatrici, sia come
imprenditrici e professioniste del settore. Nel complesso, la situazione delle donne
italiane presenta luci ed ombre, tuttavia si notano progressi.
La Banca dei Regolamenti Internazionali e la Banca Mondiale rilevano che “l’inclusione
finanziaria inizia con i pagamenti”9; questi sono infatti la porta d’ingresso verso altri
servizi finanziari. Rendere i pagamenti facilmente accessibili è pertanto un’azione
concreta per favorire la partecipazione delle fasce più vulnerabili della popolazione alle
attività economiche.
Le indagini condotte in Italia sulle abitudini di pagamento mostrano un assottigliamento
delle differenze di genere nell’utilizzo dei diversi strumenti di pagamento. Rispetto a
solo cinque anni fa, ad esempio, il ricorso al contante da parte delle donne era maggiore
rispetto a quello degli uomini; oggi questa differenza è quasi nulla.
In un quadro tutto sommato positivo, restano comunque margini di miglioramento,
soprattutto nell’utilizzo degli strumenti più innovativi. Il 62 per cento delle donne
possiede soluzioni di pagamento mobile, percentuale che sale al 67 tra gli uomini;
il 34 per cento delle donne è poco o per nulla informata sui pagamenti istantanei – uno
degli elementi fondanti della strategia dei pagamenti al dettaglio dell’Eurosistema –
rispetto al 31 per cento degli uomini.
È plausibile che queste differenze siano una diversa manifestazione del ben più
consistente divario di genere registrato in altri ambiti dell’attività economica, come la
minore partecipazione femminile al mercato del lavoro e il differenziale negativo nelle
retribuzioni a parità di mansioni. Potrebbero altresì pesare fattori culturali, come la
minore attitudine femminile a seguire gli sviluppi tecnologici, a sua volta collegata al
minore interesse verso percorsi di studio tecnici e scientifici.
Migliorare la cultura digitale della popolazione contribuisce significativamente a colmare
i divari nelle abitudini di pagamento, che non riguardano solamente la componente
femminile della società, ma anche coloro in possesso di livelli di istruzione più bassi e i
residenti nel mezzogiorno10.
Intervenire è quindi possibile, affinché gli avanzamenti tecnologici beneficino tutti e sia
scongiurato il rischio che la digitalizzazione diventi una fonte di esclusione.
Il divario di genere è invece più accentuato sul versante delle professioni finanziarie e
– per quanto i dati siano parziali e non omogenei – tale circostanza sembra essere
confermate nel settore dei pagamenti.
L’ultimo rapporto in materia redatto dall’Autorità Bancaria Europea (EBA) evidenzia un
lento ma graduale miglioramento dell’equilibrio di genere negli organi aziendali delle
banche e delle società di investimento europee. La presenza femminile nei ruoli apicali
resta tuttavia contenuta – circa l’11 per cento dei CEO è donna – e il differenziale di
CPMI and World Bank, “Payment aspects of financial inclusion”, CPMI Papers n. 144, aprile 2016.
Di Iorio A. e G. Rocco, “Easier said than done: why Italians pay in cash while preferring cashless”, Banca
d’Italia, Questioni di Economia e Finanza n 731, novembre 2022.
retribuzione tra uomini e donne con funzioni esecutive all’interno dei consigli di
amministrazione è ancora superiore al 9 per cento11.
Nel settore fintech non si registrano differenze sostanziali; secondo recenti studi, le donne
rappresentano l’11 per cento del comparto e solo il 18 per cento ha ricoperto ruoli apicali
negli ultimi anni12; inoltre, nell’ambito del venture capital, meno del 2 per cento dei fondi
investiti in Europa e negli Stati Uniti sono stati impiegati in startup fondate da donne, con
conseguenti implicazioni negative sulle loro possibilità di crescita13.
Guardando all’Italia, sulla base dei dati forniti dai partecipanti delle prime tre Call for
Proposals di Milano Hub – il centro di innovazione della Banca d’Italia – emerge che la
rappresentanza per genere è fortemente sbilanciata a favore della componente maschile:
tra i rappresentanti legali, la componente femminile si ferma a circa il 10 per cento.
Questi dati suggeriscono la sussistenza di barriere strutturali all’imprenditorialità e alla
managerialità femminile, tanto nel settore finanziario tradizionale, quanto nei comparti
a più elevata innovatività.
La tecnologia può sia essere un abilitatore – capace di offrire nuove opportunità alla
compagine femminile – sia perpetuare divari e stereotipi di genere. Trascurare questi
aspetti – visto in particolare lo sviluppo atteso dell’intelligenza artificiale – significa
inevitabilmente ricadere nel secondo caso.
4. Conclusioni
Il settore dei pagamenti è in continua evoluzione, spinto dall’innovazione tecnologica
dalle richieste dei consumatori e dall’azione dei policy maker, tanto a livello europeo
quanto internazionale.
La temperie storica che stiamo attraverso si caratterizza per dinamicità e complessità;
ne discende che interoperabilità e facilità di utilizzo siano elementi determinati per
l’accettazione da parte della clientela di nuove soluzioni di pagamento.
Un esempio emblematico di questa evoluzione è rappresentato dall’ emergere di nuovi
modelli di operatività, come l’embedded finance, ovvero soluzioni di pagamento che
tendono a far ripensare il tradizionale rapporto fiduciario tra cliente e banca.
Tempo e tecnologia ci pongono innanzi sfide importanti. Ai policy maker e alle banche
centrali spetta comprendere le implicazioni economiche che questa evoluzione comporta,
in modo da predisporre un quadro normativo adeguato.
Questo processo richiede il coinvolgimento anche degli operatori di mercato, in modo
da creare un ecosistema solido e armonizzato, che favorisca la concorrenza, l’efficienza
EBA, “Report on the benchmarking of diversity practices and the gender pay gap”, 7 marzo 2023.
Statista, “FinTech – In-depth Market Insights & Data Analysis”, Report 2024.
World Economic Forum, “Women founders and venture capital – some 2023 snapshots”, 28 marzo 2024.
e la sicurezza. Solo così potremo garantire un futuro sostenibile e competitivo per il
mercato dei pagamenti al dettaglio, tenendo il passo con l’innovazione tecnologica.
Contributi sempre più determinanti possono e devono arrivare dalle donne, in crescenti
ruoli di responsabilità. Come recita un celebre aforisma di Seneca – “non esiste vento
favorevole per il marinaio che non sa dove andare” – è necessario avere chiaro l’obiettivo:
eliminare le barriere che ostacolano il raggiungimento dell’uguaglianza di genere. Non è
un compito semplice, anche se stiamo navigando nella giusta direzione.
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