Cosa cambia per gli statali vicini alla pensione con il nuovo contratto

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Il nuovo contratto per le Funzioni centrali del pubblico impiego introduce importanti novità economiche e normative per 193mila dipendenti interessati, con un focus particolare sui lavoratori vicini alla pensione. Tra le misure principali: aumenti salariali medi di 165 euro lordi, permessi aggiuntivi per visite mediche e nuove opportunità di carriera basate sull’esperienza.

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Con l’approvazione definitiva del contratto nazionale per le Funzioni centrali del pubblico impiego, entrano in vigore importanti novità per circa 193mila dipendenti pubblici, con particolare attenzione a coloro che si avvicinano alla pensione. Accanto agli aumenti salariali medi di 165 euro lordi mensili e agli arretrati una tantum di circa mille euro, sono state introdotte infatti misure mirate a tutelare e valorizzare i lavoratori più anziani.

Tra le modifiche di natura normativa ed economica, spicca l’aumento delle ore di permesso destinate a visite mediche, esami e prestazioni diagnostiche, che passano da 18 a 20 per i dipendenti over 60. Questa misura ha l’obiettivo di rispondere in modo concreto alle crescenti esigenze di salute di questa fascia di lavoratori, semplificando l’accesso ai servizi sanitari.

Un elemento innovativo del rinnovo contrattuale è l’introduzione di un sistema di “gestione dell’età lavorativa” in linea con le direttive europee: un approccio che mira a sostenere i lavoratori più anzianisostenere i lavoratori più anziani, favorendo il trasferimento delle competenze tra generazioni e promuovendo l’integrazione tra diverse fasce d’età nelle amministrazioni. In questo modo, si punterebbe  a garantire una maggiore equità e a rendere più sostenibile il prolungamento della vita lavorativa.

Più permessi per visite mediche e terapie

Tra le innovazioni di carattere normativo, il contratto prevede l’incremento delle ore di permesso per visite mediche, terapie e prestazioni diagnostiche per i dipendenti con più di 60 anni. Si passa da 18 a 20 ore annuali, una modifica che mira a soddisfare le necessità di salute dei lavoratori più anziani, semplificando l’accesso ai servizi sanitari al fine di tutelarne il benessere.

Cos’è l’Age management

Una delle novità più significative riguarda l’introduzione dell’Age management, un approccio che promuoverebbe la valorizzazione delle competenze dei lavoratori in età avanzata. Il contratto invita le amministrazioni a incentivare il trasferimento di conoscenze tra generazioni, attraverso attività di tutoraggio per i nuovi assunti e il cosiddetto reverse mentoring, che sostanzialmente consente ai più giovani di supportare i colleghi senior nell’acquisizione di competenze digitali. L’obiettivo sarebbe quello di favorire una maggiore integrazione tra le diverse fasce d’età e garantire una gestione sostenibile dell’invecchiamento della forza lavoro.

Settimana corta e flessibilità organizzativa

Una sperimentazione innovativa introdotta dal contratto è la possibilità di adottare la settimana corta, che consente di concentrare le 36 ore settimanali in quattro giorni anziché cinque. Questa misura, pensata per migliorare la conciliazione tra vita privata e lavoro, sarà applicabile principalmente in enti medio-piccoli e nei settori che non prevedono un rapporto diretto con il pubblico. Inoltre, si introducono nuove modalità di flessibilità organizzativa, come il lavoro agile, con un’attenzione particolare alle esigenze di salute, assistenza a familiari disabili e tutela della genitorialità.

Progressioni di carriera e formazione continua

Il nuovo contratto permette fino al 30 giugno 2026 di ottenere avanzamenti economici basati sull’esperienza, senza dover rispettare i senza dover rispettare i requisiti di titolo di studio previsti dal nuovo sistema. Inoltre, viene data grande importanza alla formazione continua dei dipendenti più anziani, coinvolgendoli come tutor per i nuovi assunti e favorendo quindi così lo scambio di competenze e l’aggiornamento professionale di tutto il personale.

Pianificazione delle risorse finanziarie

Per evitare ritardi nei rinnovi contrattuali, il contratto prevede una pianificazione a lungo termine dei fondi, già stanziati nella Legge di Bilancio 2023 per i periodi 2025-2027 e 2028-2030. Questo sistema garantisce adeguamenti salariali più rapidi e una migliore gestione economica nel settore pubblico.

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Maggiore dialogo tra amministrazioni e sindacati

Il contratto rafforza il rapporto tra le amministrazioni e le organizzazioni sindacali, promuovendo un dialogo costruttivo per rispondere alle esigenze dei lavoratori e migliorare i processi organizzativi. Questa collaborazione mira a creare un ambiente di lavoro più inclusivo e dinamico.





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