Con l’entrata in vigore della Direttiva Green
(EPBD – Energy Performance of Buildings Directive)
è stato stabilito l’ambizioso obiettivo di raggiungere un parco
immobiliare a emissioni zero entro il 2050.
Efficientamento energetico: il doppio cappotto termico
Il raggiungimento di questo traguardo comporterà degli
interventi notevoli su gran parte del patrimonio edilizio e, come
ha sottolineato ANIT (Associazione Nazionale
per l’Isolamento Termico e acustico) nel nuovo manuale “Cappotto
su Cappotto“, non solo sugli edifici più vecchi e
completamente inefficienti, ma anche su quelli realizzati
recentemente, i cui livelli di isolamento termico, pur presenti,
potrebbero non essere più sufficienti per soddisfare le attuali
esigenze.
Sconto crediti fiscali
Finanziamenti e contributi
Non solo: il numero elevato di cappotti termici realizzati negli
ultimi anni potrebbe richiedere oltre a interventi di manutenzione,
anche un potenziamento della loro resistenza termica, per adeguarsi
a futuri e più stringenti requisiti.
Proprio per questo, nel manuale viene affrontato un tema che
potrebbe rivelarsi particolarmente interessante in chiave
riqualificazione energetica: il rafforzamento dell’isolamento
termico tramite il raddoppio del cappotto esistente.
Cappotto su Cappotto: il nuovo manuale di ANIT
Il manuale è così strutturato:
- VERSO EDIFICI PIÙ EFFICIENTI
- La Direttiva EPBD IV “Case Green”
- Gli obiettivi della riqualificazione degli edifici
esistenti
- INQUADRAMENTO NORMATIVO
- UNI TR 11715
- UNI 11716
- Marcatura CE del cappotto
- RADDOPPIARE IL CAPPOTTO
- Analisi del cappotto esistente
- Progettazione del nuovo cappotto
- TECNOLOGIE PER IL NUOVO CAPPOTTO E MODALITÀ DI POSA
- Preparazione del supporto
- Posa del nuovo sistema isolante
- Realizzazione di rasatura armata e finitura
La Direttiva Green: i nuovi obiettivi di efficientamento
energetico
Come riporta il testo, la sostanziale novità della
Direttiva Case Green è la previsione di un piano di efficientamento
di tutto il patrimonio edilizio di ciascuno Stato, e non soltanto
degli immobili che vengono sottoposti ad interventi di
ristrutturazione.
Entro il 29 maggio 2026 ciascuno stato membro dovrà stabilire la
propria traiettoria per la ristrutturazione progressiva del parco
immobiliare, sia residenziale che non
residenziale,espressa come un calo del consumo medio di
energia primaria in kWh/(mq/anno) dell’intero parco immobiliare
residenziale durante il periodo 2020-2050, individuando:
Nel dettaglio, gli Stati membri dovranno ridurre il consumo
medio di energia primaria dell’intero parco immobiliare
residenziale:
- di almeno il 16 % rispetto al 2020 entro il 2030;
- di almeno il 20-22 % rispetto al 2020 entro il 2035;
- entro il 2040, e successivamente ogni cinque anni, sia
equivalente o inferiore ad una soglia stabilita a livello nazionale
equivalente o inferiore al valore determinato a livello nazionale
derivato da un progressivo calo del consumo medio di energia
primaria dal 2030 al 2050 in linea con la trasformazione del parco
immobiliare residenziale in un parco immobiliare a emissioni
zero.
Per il parco edilizio non residenziale dovrà essere
ristrutturato:
- il 16% degli edifici con le peggiori prestazioni entro il
2030 - il 26% degli edifici con le peggiori prestazioni entro il
2033
Le norme di riferimento per il sistema a cappotto
Nel processo di realizzazione del sistema a cappotto, le norme
di riferimento sono:
- la norma UNI TR 11715;
- la norma UNI TR 11716;
- la marcatura CE del Cappotto.
Norma UNI TR 11715
La norma UNI TR 11715 attiene gli “Isolanti termici per
l’edilizia – Progettazione e messa in opera dei sistemi isolanti
termici per l’esterno (ETICS)”.
La normativa tecnica sui cappotti, spiega il manuale, affronta
anche il tema del raddoppio del cappotto dando poche ma precise
indicazioni:
- specifica la necessità di una attenta programmazione dei
lavori; - indica la necessità di una tassellatura oltre all’incollaggio
in tutti i casi, indicando la modalità della tassellatura stessa in
base alla rimozione o alla conservazione dello strato di finitura
del vecchio cappotto; - prescrive un’attenta valutazione delle condizioni del cappotto
esistente, finalizzata ad eseguire una perizia, redatta da tecnico
di terza parte, che permetta di valutare la possibilità di eseguire
il raddoppio; - specifica le informazioni da raccogliere per la progettazione
del sistema ETICS supplementare, ossia:- caratteristiche fisiche dell’edificio (spessore degli strati,
punto di rugiada, ponti termici); - isolamento acustico;
- antincendio (secondo le norme nazionali);
- elementi di montaggio a taglio termico per carichi
esterni; - tipo del nuovo sistema ETICS;
- fissaggio del nuovo sistema ETICS.
- caratteristiche fisiche dell’edificio (spessore degli strati,
Norma UNI 11716
Altra norma di riferimento è la norma UNI 11716:2018 relativa a
“Attività professionali non regolamentate – Figure professionali
che eseguono la posa dei sistemi compositi di isolamento termico
per esterno (ETICS) – Requisiti di conoscenza, abilità e
competenza”, che riporta la procedura per certificare
le competenze delle figure professionali che posano
il sistema a cappotto, definite per operatore base e
caposquadra.
La certificazione dei posatori non è attualmente obbligatoria,
ma l’impiego di manodopera certificata costituisce certamente una
garanzia per la buona qualità del lavoro eseguito e quindi per la
durabilità e l’efficacia del sistema posato.
Marcatura CE del cappotto
Inoltre, ricorda ANIT, per la marcatura CE dei prodotti da
costruzione si fa riferimento al Regolamento UE 305/2011 (appena
sostituito dal Regolamento 2024/3110), applicato alla
normativa nazionale in Italia col D.Lgs. n. 106/2017.
Come spiega l’Associazione, sono soggetti ad obbligo di
marcatura CE i prodotti per i quali esiste a livello europeo una
norma armonizzata di riferimento. Quelli per cui non esiste una
norma possono ottenere la marcatura CE attraverso una procedura
volontaria, l’ETA (Europea Technical Assessment),
rilasciata sulla base di un EAD (European Assessment Document),
ossia un documento guida che illustri quali prestazioni valutare
per quel prodotto e con quale metodologia.
Il raddoppio del cappotto non rientra
nell’ambito di applicazione dell’EAD 040083-00- 0404, pertanto gli
interventi di raddoppio non possono avere la marcatura CE, pur
essendo realizzati conformemente alla regola dell’arte e secondo le
indicazioni del documento stesso.
Raddoppiare il cappotto: le tecniche
La tecnica del raddoppio del cappotto esistente consente di
utilizzare i vecchi cappotti, ormai obsoleti, come base per un
nuovo cappotto più performante. Per realizzarlo previa verifica e
adeguata preparazione del vecchio cappotto esistente, si effettuano
i seguenti passaggi:
- apposizione dei nuovi pannelli isolanti
- accurata tassellatura;
- rasatura con interposta rete di rinforzo in fibra di
vetro; - posa finale di un rivestimento decorativo protettivo.
Si tratta di una soluzione, secondo ANIT, estremamente
sostenibile perché capitalizza il vecchio cappotto, si risparmiano
le spese di smaltimento dell’esistente, si evita di produrre
rifiuti inquinanti e si procede a un acquisto più razionale di
nuovi materiali.
Infine, il manuale prosegue con la spiegazione dei passaggi per
la realizzazione, comprendenti:
- analisi del cappotto esistente;
- progettazione del nuovo cappotto;
- tecnologie utilizzabili e modalità di posa.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link