Nell’ultimo decennio l’India ha cercato di espandere la sua influenza nell’area Caraibica per accreditarsi come potenza globale.
Introduzione
Negli ultimi anni la repubblica di India è salita agli onori della cronaca come uno dei paesi la cui importanza nelle relazioni internazionali e negli equilibri del mondo, è sempre più incisiva. Ad oggi la sua economia è quella che cresce più velocemente, da poco è diventato il paese più popoloso al mondo, superando la Cina, ed anche a livello culturale espande la sua influenza.
Il ministro degli esteri del governo Modi, Subrahmanyam Jaishankar, ha affermato che l’India vuole essere una potenza guida nel mondo, e per realizzare ciò il paese ha bisogno di affermarsi in ogni parte del globo. È sul solco di questa visione che si sono sviluppate le relazioni tra il governo Indiano e i paesi dell’area Caraibica, con i quali Nuova Delhi cerca di instaurare rapporti politici, economici e culturali sempre di più alto livello.
Corpus
Dopo avere partecipato all’assemblea del G20 ospitata dal Brasile a Rio de Janeiro il 18 e 19 Novembre 2024, il primo ministro indiano ha preso parte il 20 Novembre alla seconda edizione dell’ India-CARICOM Summit ospitato dalla repubblica di Guyana. La Comunità dei Caraibi (CARICOM) è un’organizzazione regionale composta da 15 stati membri e cinque stati membri associati. Istituito nel 1973 dal Trattato di Chaguaramas, il CARICOM ha come obiettivo la promozione dell’integrazione economica, il coordinamento della politica estera e la promozione dello sviluppo sostenibile tra i partecipanti.
L’india ha intessuto rapporti con il gruppo da decenni, da quando è iniziato nel 1985 il processo di formalizzazione delle relazioni con il CARICOM. I legami tra CARICOM e India sono stati consolidati tramite contatti politici di alto livello tra le parti, e una cooperazione multilaterale all’interno delle Nazioni Unite, nel Commonwealth, nel Gruppo dei 77 e nel Movimento dei Paesi Non Allineati.
Una delle iniziative più recenti e significative intraprese dall’India nei confronti dell’area caraibica si è verificata nel gennaio 2021, quando Nuova Delhi ha lanciato il programma Vaccine Maitri (Vaccine Friendship),un importante sforzo diplomatico per donare e fornire vaccini made-in-India a paesi a basso reddito e in via di sviluppo a livello globale. L’india ha fornito 60.4 milioni di dosi di vaccini a 76 paesi in Asia, Africa e nell’area Latino-Americana e Caraibica. A testimonianza del continuo impegno dell’India nel voler approfondire le relazioni con la regione dei Caraibi, nel 2023 è stata aperta la prima missione diplomatica indiana nella repubblica Dominicana.
Al summit del 20 novembre Elizabeth Solomon, Assistente Segretario Generale del CARICOM per le relazioni estere e comunitarie, ha affermato che l’India è un importante attore globale e che gli stati membri sono desiderosi di sviluppare relazioni più strette con essa. Il primo ministro Narendra Modi ha offerto assistenza ai paesi del CARICOM in sette aree chiave: agricoltura e sicurezza alimentare, energie rinnovabili e cambiamento climatico, innovazione tecnologica, sicurezza marittima, salute e cultura. Va sottolineata l’importanza dell’aspetto culturale per le relazioni con i paesi dell’area.
Per secoli l’area caraibica è stata colonizzata da diverse potenze europee che ne hanno sfruttato il suolo per la produzione di materie prime tra cui zucchero, cotone e tabacco. L’area è stata caratterizzata da un grande afflusso di manodopera schiavile, proveniente principalmente dall’Africa occidentale, adibita al lavoro nelle piantagioni.
In fasi alterne la schiavitù è stata abolita nelle diverse colonie e, per far fronte alla mancanza di manodopera, è cresciuta la richiesta e l’afflusso di lavoratori provenienti dall’India orientale, che sono stati impiegati nelle piantagioni. Ad oggi una parte consistente della popolazione caraibica è di discendenza indiana soprattutto in Suriname,Trinidad e Tobago e Guyana.
La Guyana ha un’importanza strategica per la politica energetica di Nuova Delhi. Il piccolo stato caraibico ha vissuto negli ultimi anni una straordinaria crescita economica, da quando nel 2015 fu scoperto al largo delle sue coste un vasto giacimento petrolifero, trasformandosi da paese tra i più poveri del continente sudamericano, ad uno dei paesi con il tasso di crescita economica più alto nel mondo.
La compagnia statunitense ExxonMobil, che si è occupata dell’esplorazione petrolifera, è entrata in una partnership con la Guyana, e nel dicembre 2019 ha avviato l’estrazione nel primo giacimento scoperto. Entro la fine del 2020, altri 17 giacimenti petroliferi erano stati trovati nel blocco Stabroek, e si è previsto che entro il 2025 questi giacimenti avrebbero prodotto circa 750.000 barili di petrolio al giorno. A partire dal 2020 la crescita economica della Guyana ha portato il PIL pro capite a oltre $ 18.199 nel 2022, da $ 6.477 nel 2019.
Per l’India, una nazione alla perenne ricerca di sicurezza energetica e di carburante per alimentare la propria industria, l’acquisto di petrolio dalla Guyana è un’ancora di salvezza geopolitica. Le riserve petrolifere di Georgetown promettono un approvvigionamento stabile, lontano dall’instabilità che caratterizza l’area MENA dal 7 ottobre 2023, permettendo a Nuova Delhi di emanciparsi dalle sue fonti di approvvigionamento nella Penisola Arabica.
Nel 2021 la Guyana rappresentava il 136esimo partner commerciale dell’India per quanto riguarda l’import, corrispondente a poco più di 158 milioni di dollari. Le esportazioni di petrolio greggio verso l’India sono state di 310,28 milioni di dollari durante il 2023, secondo il database COMTRADE delle Nazioni Unite sul commercio internazionale.
Il governo di Nuova Delhi per consolidare i rapporti tra i due paesi ne ha enfatizzato i legami storico-culturali. I due paesi condividono un passato coloniale sotto la dominazione britannica: per l’India iniziò nel 1858, mentre la Guyana divenne territorio inglese nel 1796. Gli Indo-Guyanesi (Guyanesi di discendenza asiatica meridionale), formano il più grande gruppo etnico del paese, rappresentando circa due quinti della popolazione. La lingua ufficiale e principale è l’Inglese mentre l’Hindi e l’Urdu vengono parlati soprattutto tra i più anziani. La religione dominante del paese è il Cristianesimo seguita dall’Induismo. È presente anche una minoranza di musulmani, la maggior parte dei quali sono di origine sud-asiatica.
Il primo ministro Narendra Modi ha fatto dell’Hindutva (translitterazione di Hindu nationalism), un’ideologia politica che definisce l’identità culturale dell’India quale stato-nazione apertamente indù, il perno della sua agenda politica. Nel corso della sua visita in occasione del summit con la comunità dei Caraibi, Modi ha sottolineato più volte l’importanza di tessere forti legami con la diaspora indiana e il ruolo che essa ha avuto nell’influenzare le società caraibiche specialmente quella Guyanese.
A seguito dell’indipendenza della Guyana, diversi politici indiani di spicco hanno visitato il paese negli anni successivi. Dopo 56 anni dalla prima visita di una capo di governo indiano, la Guyana ha ospitato il primo ministro Modi, e gli onori concessigli, tra cui la massima onorificenza del paese “The order of Exellence”, testimoniano la solidità dei legami tra India e Guyana.
Scenario Previsionale: L’India come attore chiave nei Caraibi
L’obiettivo dell‘India di Narendra Modi è di ascendere al rango di potenza mondiale e di farsi portavoce del sud globale; aumentare la propria presenza e influenza nell’area caraibica rientra in questa strategia. L’area in questione si trova oggi al centro della contesa per la leadership globale tra le due principali potenze mondiali, ovvero Stati Uniti e Cina e, in misura minore, anche la Russia. L’India potrebbe ribilanciare gli attuali equilibri delle potenze.
Non è da escludere che una maggiore presenza dell’India nel cortile di casa degli Stati Uniti potrebbe essere vista di buon grado dalla potenza nordamericana, in quanto tra Washington e Nuova Delhi non vi è, ad oggi, una competizione dichiarata. L’India e gli Stati Uniti collaborano in diversi ambiti tra cui cybersicurezza, difesa, clima e tecnologia. Fanno parte congiuntamente di organizzazioni quali il QUAD (dialogo quadrilaterale di sicurezza) in chiave di cooperazione marittima. Nuova Delhi potrebbe risultare utile agli Stati Uniti come attore in grado di rivaleggiare e contenere l’influenza cinese.
Di recente le relazioni tra India e Cina stanno gradualmente migliorando. Nel 2024 i due paesi hanno stipulato un accordo sui pattugliamenti militari lungo il confine conteso della catena montuosa dell’Himalaya, che potrebbe portare alla risoluzione di un conflitto iniziato nel 2020. Se in Asia il confronto Indo-Cinese sembrerebbe indirizzarsi verso una risoluzione pacifica, la rivalità tra le due potenze si sta spostando in altre parti del mondo come nel Caucaso, dove l’India rifornisce di armamenti l’Armenia e la Cina stipula sempre più strette relazioni con l’Azerbaijian.
Si sottolinea che la Guyana fa parte dell’iniziativa Belt and Road Initiative progetto di sviluppo infrastrutturale globale avviato dalla Cina a partire dal 2013. Pechino ha intessuto stretti legami e beneficiato del petrolio di Georgetown. L’India è in ritardo nella gara, ma difficilmente lascerebbe alla Cina il ruolo di principale partner.
L’esplorazione di nuovi giacimenti petroliferi non è stata esente da conflitti con i paesi confinanti. Dal 2015 la Guyana ha una disputa territoriale con il Venezuela per quanto riguarda il possesso dei giacimenti di petrolio scoperti al largo di Georgetown, e, dal 1821, per la sovranità sul territorio dell’Essequibo, ricco, oltre che di petrolio, di acqua e risorse ittiche. Nonostante il presidente venezuelano Nicholas Maduro avesse minacciato l’annessione della regione contesa, anche con la forza, il 14 dicembre i capi di stato contendenti si sono riuniti ad Argyle nello stato di Saint Vincent e Grenadine per discutere della questione, raggiungendo un accordo in ottemperanza al diritto internazionale.
Tuttavia le autorità della Guyana hanno espresso il loro dissenso in merito all’intenzione del leader venezuelano Nicolas Maduro di tenere elezioni per la carica di governatore del territorio conteso dell’Essequibo, poiché si violerebbe ciò che è stato concordato con l’accordo di Argyle. Secondo un rapporto dell’inizio dello scorso anno del think tankstatunitense CSIS (Center for Strategic and International Studies), le immagini satellitari mostrerebbero una concentrazione di equipaggiamento militare sul lato venezuelano del confine con l’Essequibo.
Il 10 gennaio c.a., Maduro ha giurato, per il terzo mandato consecutivo, come presidente della repubblica Bolivariana del Venezuela, dopo le elezioni controverse del 28 luglio 2024. In questo scenario, un Venezuela già militarizzato con una grave crisi interna, potrebbe esacerbare i rapporti diplomatici con i paesi vicini.
L’India, avendo buone relazioni con entrambi i contendenti, potrebbe fungere da attore super partes e assumere il ruolo di mediatore, evitando un possibile conflitto che destabilizzerebbe la regione causando precarietà nell’approvvigionamento energetico di Nuova Delhi. Tuttavia, è opportuno sottolineare i solidi legami che uniscono il Venezuela con la Cina, che potrebbero nel caso dello scoppio di un conflitto, far propendere l’India a favore della Guyana in un’ottica di contrasto all’influenza cinese e di supporto a un paese che rappresenta un pezzo di India nei Caraibi.
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