L’economia di Lucca, Pistoia e Prato vista da Confindustria Toscana Nord

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di Marcello Paris

PISTOIA – Con tre diverse conferenze stampa nelle città di riferimento Confindustria ha presentato  l’andamento congiunturale del 2024 e le prospettive per l’anno appena iniziato attraverso le rilevazioni del Centro studi in un confronto con il quadro nazionale e globale.

Salvi,Matteini,Guerrini, Niccolai

A Pistoia erano presenti il presidente di Confindustria Toscana Nord  Daniele Matteini, il presidente Ance Toscana (costruttori) Giacomo Salvi, Milena Guerrini presidente della sezione Servizi e terziario e Matteo Niccolai del Consiglio generale della sezione chimica, plastica e farmaceutica.

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Matteini ha fatto riferimento al contesto internazionale in cui opera l’industria di Lucca, Pistoia e Prato, e più in generale l’industria italiana che presenta un profilo estremamente complesso e sfaccettato  da declinare in incertezza. Però, aggiunge, alcuni fattori fanno ben sperare e hanno alimentato la fiducia anche nei mesi scorsi, influendo positivamente sui risultati del 2024: l’inflazione ha, o forse sarebbe meglio dire aveva, rallentato nettamente la sua corsa; il costo del denaro è diminuito e subirà verosimilmente dalla BCE ulteriori limature; gli interventi finanziati dal PNRR costituiranno un volano di sviluppo importante; l’occupazione nel corso del 2024 ha avuto un lieve sviluppo.

Di contro    l’incremento dei costi energetici è un macigno sulle bollette delle aziende e un moltiplicatore di inflazione; i consumi ristagnano, persino più del previsto e non solo in Italia. E’ confortante la notizia dell’ISTAT di ieri di un sia pur lieve aumento della fiducia di imprese e consumatori a gennaio. Ma non è sorprendente che l’anno 2024 si sia chiuso per il complesso dell’area di riferimento di Confindustria Toscana Nord con i volumi di produzione in media d’anno a quota -2,2%, complice soprattutto l’andamento negativo del settore moda che è fortemente rappresentato a Prato ma ha punti di accentuata densità anche a Pistoia un risultato negativo del nostro territorio molto vicino a quello italiano.

Il Terziario è in controtendenza nei confronti degli altri settori con un miglioramento complessivo grazie all’introduzione dei sistemi informatici, dove migliora anche la sicurezza, e nuova tecnologia anche nelle aziende di piccole dimensioni che offrono servizi alle imprese e alle persone. È migliorata l’attività online che segna un + 14% sull’anno precedente. 

Notizie confortanti si hanno dal comparto chimica, plastica e carta che nel territorio di Lucca, Pistoia e Prato è positivo: chimica-plastica con +3,2% rispetto al 2023; col segno più anche carta e cartotecnica con +1,8%, alimentari con +1,4%, nautica con +1,4%, metalmeccanica con +0,4%. Negativi invece le lavorazioni non metallifere (che includono lapideo, vetro e materiali edili) con -1,6% sull’anno precedente, l’arredamento inclusi i materassi con -2,1% ma soprattutto, con un severo -9,2%, il macrosettore moda (tessile, abbigliamento, calzature), peraltro in linea con le stime del dato nazionale.

Il settore edile, fonte Casse Edili provinciali, ci dice che a fine  2024 le imprese iscritte erano 1.964, lo stesso valore di novembre 2023. Il totale degli operai iscritti era di 8.498, in incremento di +2,8% rispetto allo stesso periodo dal 2023; in aumento, a quota +5,5%, anche le ore lavorate. Sul comparto, il presidente Ance lamenta la mancanza di mano d’opera a causa della scarsa attrattività del lavoro, a suo pare mal comunicato perché lo stesso non è paragonabile agli anni passati grazie allo sviluppo tecnologico. Per fronteggiare, o almeno mettere una pezza, a Pistoia Ance ha stipulato un protocollo con Il Comune  e quattro cooperative che gestiscono gli immigrati chiedenti asilo per avviarli alla formazione. A breve le aziende li potranno assumere a sono solo quaranta, la maggior parte egiziani che hanno avuto qualche esperienza nel loro paese.  

Nella provincia di Lucca la produzione manifatturiera lucchese chiude il 2024 con un segno positivo in media d’anno che, per quanto fermatosi a un esiguo +1,4%, è estremamente apprezzabile in un quadro nazionale di generale. Sono pochi i segni meno sui settori lucchesi: quello più netto, -12,2%, è della moda e non sorprende dato l’andamento generale del settore; ma segna -3,2% anche la lavorazione dei non metalliferi, che include il lapideo, mentre sono sostanzialmente stabili, a quota rispettivamente -0,2%, +0,4% e + 0,6%, la produzione di macchine, in particolare per il cartario, la metallurgia e gli alimentari. Ottime le prestazioni della chimica-plastica, che chiude il 2024 con +7,8% rispetto al 2023, in controtendenza rispetto a un dato nazionale leggermente negativo; ma anche la carta e cartotecnica segnano +2,9%, sensibilmente meglio del totale italiano. La nautica chiude il 2024 in positivo con un aumento in media d’anno del +1,4% su livelli già elevati di attività, che rispecchiano le prestazioni eccellenti nel medio periodo del settore viareggino. Buono l’export che nei primi 9 mesi dell’anno segna un +8,3%. Le imprese lucchesi affrontano il 2025 con la consapevolezza della loro forza ma anche con le preoccupazioni che vengono da un quadro generale complesso, in cui fattori di costo come l’energia possono fare la differenza per la competitività.

Tornando a Pistoia il dato provinciale della produzione del 4° trimestre del 2024 si attesta, rispetto allo stesso periodo del 2023, su -3,5%, mentre sul dato annuo la perdita si riduce al -2,7% . Come al solito, andamenti diversi, o anche molto diversi, fra settori produttivi consentono alla provincia di Pistoia di ottenere una media tutto sommato accettabile, dati i momenti: a variazione tendenziale decisamente negativa di tessile (-9,3 % sul 4° trimestre, -8,1 % annuo ), abbigliamento (-8,4% sul 4° trimestre, -6,1 % annuo) e soprattutto del caratterizzante cuoio e calzature (-19,6% nel 4° trimestre, -16,1% annuo) si oppongono la metalmeccanica (+1% nell’ultimo trimestre dell’anno, +4,3% nell’anno), gli alimentari (rispettivamente, +0,6% e +2,3%) e la sostanziale ripresa del mobile (che, con il +6,1% del fine anno recupera chiude una serie negativa di risultati nel 2024). Negativa la carta (-4,8% nel 4° trimestre dell’anno, -2,7% per l’intera annualità), mentre la chimica-plastica, negativa sull’intero anno (-3,1%) risulta in lieve risalita (+0,6%) nell’ultimo trimestre 2024. Analogamente gli altri settori manifatturieri che hanno però perso quota nel 4° trimestre del 2024 ma sostanzialmente tengono sul dato annuo (-6,9% trimestrale, -0,3% annuo).

Guardando cosa succede a Prato il dato ci mostra che il 2024 si è chiuso con -7,5% che si registra in media d’anno nei volumi di produzione delle imprese a causa del meno 8,1% del tessile-abbigliamento e dal -9,3% della metalmeccanica, rappresentata per lo più dal meccanotessile e quindi da una specializzazione legata alla moda, che sta soffrendo con particolare intensità. L’aggregato degli altri settori manifatturieri non distrettuali, quali l’alimentare, la chimica-plastica-farmaceutica e i materassi, segnano un meno 0,5% che attutisce l’entità del dato finale. L’andamento nel corso dell’anno mostra un peggioramento costante fino a settembre, e un dato un po’ meno negativo nel 4° trimestre; ma questo dato ha come termine di confronto l’ultimo trimestre del 2023, caratterizzato dall’alluvione che colpì molte importanti aziende, e quindi l’apparente miglioramento si innesta sopra un livello di attività molto più basso della norma. Stabile l’export complessivo provinciale per i primi tre trimestri 2024 (il 4° trimestre non è stato ancora reso disponibile dall’ISTAT); l’export tessile del distretto registra tuttavia una diminuzione in valori del meno 8,9% rispetto al 2023. Va ricordato che i dati dell’export sono in valori e non in volumi: l’andamento risente quindi degli effetti dei listini prezzi a loro volta condizionati dall’inflazione. Il 2025 è un anno che si preannuncia complicato, anche per l’incremento dei costi energetici che colpisce soprattutto le lavorazioni e mina competitività e marginalità delle imprese. Incognita fondamentale comunque rimane l’evoluzione del mercato, la propensione agli acquisti moda e le scelte di consumo più o meno in linea con il prodotto tessile pratese: un prodotto che si caratterizza per qualità, sostenibilità e creatività.”
 

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