solo il 49% ha accesso alla connessione FTTH

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Il digital divide continua a rappresentare una sfida per le piccole e medie imprese (PMI) italiane. Solo il 49% di esse ha accesso a una connessione a banda ultralarga in fibra ottica fino a casa (FTTH), mentre la copertura delle famiglie raggiunge il 59,6%. Il dato emerge dal rapporto congiunto pubblicato oggi dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) e dall’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI della School of Management del Politecnico di Milano.

Le PMI, che in Italia comprendono le imprese con 10-249 addetti e un fatturato annuo compreso fra 2 e 50 milioni di euro, giocano un ruolo centrale nell’economia nazionale: generano il 41% del fatturato totale e danno lavoro a un terzo della forza lavoro del settore privato. Tuttavia, la loro capacità di competere nell’era digitale è limitata dalla mancanza di un’infrastruttura di rete adeguata.

UN’ITALIA A DUE VELOCITA’

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L’analisi della copertura FTTH a livello regionale evidenzia una situazione frammentata, delineando un’Italia a due velocità: da un lato, alcune regioni stanno rapidamente colmando il divario digitale, garantendo alle imprese una connettività adeguata; dall’altro, ampie aree del Paese continuano a soffrire di ritardi infrastrutturali che penalizzano la competitività delle PMI.

Attualmente, sei regioni mostrano una copertura superiore alla media nazionale, mentre ben 13 regioni su 20 presentano una percentuale di PMI con velocità di connessione inferiore a 30 Mbit/s più alta della media nazionale (13%). Questo dato mette in evidenza una disparità strutturale che, se non affrontata con interventi mirati, rischia di accentuare il divario economico tra le diverse aree del Paese.


L’indagine mostra che tra le regioni con la migliore copertura FTTH per le PMI figurano Lombardia, Lazio, Campania, Liguria, Molise e Sicilia. Questi territori beneficiano di una maggiore diffusione della banda ultralarga, grazie a una combinazione di investimenti infrastrutturali, concentrazione imprenditoriale e politiche di sviluppo digitale più avanzate. Tuttavia, la ricerca evidenzia che anche regioni con un forte tessuto industriale, come il Veneto e l’Emilia-Romagna, mostrano criticità significative.

Nonostante queste due regioni ospitino rispettivamente l’11% e il 9% delle PMI italiane, la loro copertura FTTH rimane inferiore alla media nazionale, con una quota rilevante di imprese che ancora non può usufruire di una connessione ad altissima velocità. La scarsa infrastrutturazione digitale in aree così industrializzate rischia di frenare l’innovazione e la competitività delle aziende, specialmente nei settori manifatturieri e nei distretti produttivi che necessitano di una connettività affidabile per supportare i processi di automazione e digitalizzazione.

A livello provinciale, il primato della connettività va a Prato, dove l’82% delle PMI è raggiunto dalla FTTH, seguita da Milano (76%) e Trieste (73%). La presenza di queste città nella parte alta della classifica non sorprende, data la loro vocazione economica e il forte sviluppo del settore digitale e dei servizi. Anche Palermo, Cagliari, Roma e Napolifigurano tra le prime dieci province per copertura, dimostrando che il digital divide non è necessariamente una questione di Nord contro Sud, ma piuttosto di differenze territoriali specifiche.


All’estremo opposto, le province meno servite dalla fibra ottica includono Bolzano (46%), Asti, Cuneo e Oristano, dove oltre il 30% delle PMI soffre ancora una connessione insufficiente per garantire operazioni aziendali efficienti. Questi dati suggeriscono che, anche in regioni generalmente ben sviluppate sotto il profilo economico, persistono aree meno infrastrutturate che necessitano di interventi mirati per migliorare l’accesso alla banda ultralarga.

La ricerca evidenzia quindi una mappa della connettività a macchia di leopardo, con alcune province che hanno già raggiunto livelli di copertura elevati e altre che restano ancora indietro. Se non si interviene per colmare questi divari, il rischio è che le PMI localizzate nelle aree meno servite finiscano per perdere competitività, con impatti negativi sull’intero sistema economico del Paese.

IL PESO DELLA CONNETTIVITA’ SULLA COMPETITIVITA’ DELLE PMI

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L’accesso a una connessione FTTH rappresenta un fattore chiave per la digitalizzazione e la competitività delle PMI, incidendo direttamente sulla loro capacità di innovare e operare in mercati sempre più interconnessi. Tuttavia, il rapporto evidenzia che il livello di connettività tra le imprese italiane è ancora insufficiente e fortemente disomogeneo:

  • 21.000 imprese (13% del campione) hanno una velocità di connessione inferiore a 30 Mbit/s, limitando l’adozione di strumenti digitali avanzati.
  • 50.000 imprese (38%) hanno una connessione tra 30 e 300 Mbit/s, che seppur accettabile, non consente prestazioni ottimali in ambiti come il cloud computing o le videoconferenze in alta qualità.
  • Solo il 49% delle PMI è raggiunto dalla fibra ottica FTTH, beneficiando di connessioni stabili e veloci.

Tra i settori più penalizzati dalla carenza di connessione ultraveloce emergono l’agricoltura e le attività estrattive, dove appena il 31% delle PMI ha accesso alla FTTH e il 27% si trova al di sotto della soglia critica dei 30 Mbit/s, con gravi difficoltà nell’adozione di tecnologie digitali per la gestione delle colture, l’analisi dei dati ambientali e l’ottimizzazione delle risorse.


Anche la manifattura, comparto strategico per l’economia italiana, presenta margini di miglioramento significativi: solo il 40% delle aziende è raggiunto dalla FTTH, una percentuale inferiore alla media nazionale e non sufficiente per garantire la piena implementazione di processi avanzati come l’Industria 4.0 e l’Internet of Things (IoT).

All’opposto, i settori con la migliore copertura FTTH sono quelli legati ai servizi finanziari, ICT e professionali, con il 68% delle PMI connesse a una rete in fibra ottica ad alta velocità. Questo dato è strettamente correlato alla localizzazione geografica di queste imprese, che operano prevalentemente in aree urbane e metropolitane, dove le infrastrutture di rete sono più sviluppate e capillari. Questa disparità tra settori sottolinea la necessità di strategie mirate per garantire una copertura più equa e favorire la trasformazione digitale anche nelle realtà più tradizionali e industriali.

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DENSITA’ DELLE IMPRESE E INVESTIMENTI IN RETE

Un aspetto chiave emerso dal rapporto è la forte correlazione tra la densità delle imprese in un’area e la disponibilità della connessione FTTH. Nelle aree in cui è presente una sola impresa, la copertura FTTH si attesta su un modesto 42%, mentre nelle zone con due imprese sale al 49%. La percentuale di connettività aumenta ulteriormente nelle aree con tre o quattro imprese (57%) e raggiunge il 66% nelle zone con cinque-dieci imprese. Infine, nelle aree ad alta densità imprenditoriale, ovvero quelle con più di dieci PMI, la copertura FTTH arriva a un significativo 83%.

Questa tendenza evidenzia come gli investimenti in infrastrutture di rete seguano la logica della densità economica: le zone con un’elevata concentrazione di imprese rappresentano mercati più redditizi per gli operatori di telecomunicazioni, incentivandoli a sviluppare la rete in fibra ottica. Al contrario, le aree caratterizzate da una minore densità imprenditoriale, spesso situate in contesti rurali o periferici, risultano meno attrattive per gli investimenti infrastrutturali e rimangono penalizzate dal punto di vista della connettività.


Questa disparità ha un impatto diretto sulla competitività delle PMI. La carenza di infrastrutture digitali limita la loro capacità di adottare soluzioni tecnologiche avanzate, come il cloud computing, l’analisi dei dati in tempo reale o la gestione automatizzata della produzione e della logistica. Inoltre, una connessione lenta e instabile riduce la possibilità di operare in modalità smart working, di gestire in modo efficiente le relazioni con clienti e fornitori e di sfruttare le opportunità offerte dall’e-commerce e dai mercati internazionali.

Dalla ricerca emerge, inoltre, che oltre il 70% delle PMI italiane si trova in aree in cui sono presenti al massimo due imprese. Questo significa che una larga fetta del tessuto produttivo nazionale è esposta a un rischio concreto di rimanere esclusa dalla trasformazione digitale. La mancanza di una connessione FTTH affidabile non è solo un ostacolo allo sviluppo delle singole aziende, ma ha conseguenze più ampie sull’intero sistema economico locale e nazionale, rallentando l’innovazione, la crescita e la capacità di competere su scala globale.

Per affrontare questa criticità, il rapporto suggerisce l’adozione di politiche pubbliche mirate, che incentivino gli operatori a investire anche nelle aree meno densamente popolate e garantiscano una copertura FTTH più equa su tutto il territorio nazionale. Solo attraverso un’infrastruttura di rete moderna e capillare, in linea con gli obiettivi del Decennio Digitale Europeo, sarà possibile colmare il divario digitale che ancora penalizza una parte significativa delle imprese italiane.

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DIGITALIZZAZIONE E STRATEGIE DI SVILUPPO

Lo studio sottolinea l’urgenza di politiche pubbliche mirate e di una strategia strutturata per colmare il divario digitale che penalizza le PMI italiane, soprattutto in quelle aree dove la copertura FTTH è ancora insufficiente. Le regioni con bassa densità imprenditoriale, spesso caratterizzate da un minor numero di imprese per chilometro quadrato e da un tessuto economico più frammentato, necessitano di incentivi per attrarre investimenti in infrastrutture digitali, affinché anche le imprese più isolate possano accedere a connessioni affidabili e ad alta velocità.

Al tempo stesso, anche in aree industrialmente avanzate, come Veneto ed Emilia-Romagna, si riscontrano criticità nella diffusione della rete FTTH. Nonostante queste regioni ospitino un’elevata concentrazione di PMI, la copertura della fibra ottica risulta ancora inferiore alla media nazionale, frenando la digitalizzazione di settori strategici come la manifattura e il commercio. Per queste realtà, è fondamentale accelerare i piani di sviluppo della rete, coinvolgendo attori pubblici e privati in un processo di modernizzazione che garantisca un accesso equo e diffuso alla banda ultralarga.

L’accesso alla fibra ottica rappresenta oggi una condizione necessaria per la transizione digitale del tessuto produttivo italiano. Le imprese che dispongono di una connessione adeguata possono potenziare la propria competitività sotto diversi aspetti:

  • Migliorare la produttività, sfruttando strumenti come il cloud computing, l’intelligenza artificiale e l’automazione industriale, che richiedono una connettività stabile e performante.
  • Accedere a nuovi mercati, grazie a una maggiore efficienza nelle comunicazioni digitali, sia a livello nazionale che internazionale.
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  • Sostenere l’innovazione, attraverso processi di gestione avanzata dei dati, lo sviluppo di nuovi modelli di business digitali e l’adozione di tecnologie emergenti come l’Internet of Things (IoT).
  • Favorire il lavoro agile e la collaborazione a distanza, aspetti sempre più centrali nelle strategie aziendali e nella gestione delle risorse umane.

L’obiettivo fissato dalla Commissione Europea con il programma Decennio Digitale Europeo prevede la copertura totale della rete fissa ad altissima velocità entro il 2030. Tuttavia, l’Italia è ancora lontana da questo traguardo, e il gap infrastrutturale tra le diverse aree del Paese potrebbe rallentare la crescita economica e l’innovazione delle PMI.

Per questo motivo, il potenziamento della rete FTTH per le PMI rappresenta una priorità strategica. Oltre a migliorare le performance delle singole aziende, una diffusione più capillare della banda ultralarga potrebbe innescare un effetto positivo sull’intero ecosistema produttivo, rafforzando la competitività del Paese e favorendo una crescita economica più equilibrata e sostenibile.



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