Sul nuovo Concorde c’è la Puglia: “Volerà tra Bari e New York”. La fusoliera costruita a Grottaglie

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Allacciate le cinture e mettete mani al portafogli: nel gennaio del 2027 ci sarà un volo pronto a partire da Bari per portarvi in quattro ore, a fronte di un biglietto andata e ritorno che si aggirerà intorno ai 4mila euro, sulla pista del Fiorello La Guardia, l’aeroporto di New York. Il decollo supersonico sembra un volo nel futuro, ma è un po’ anche un viaggio nel passato. Perché il velivolo pronto a decollare è il Concorde. Sì, proprio quello che sul finire degli anni Settanta rappresentò la sfida europea nei voli supersonici al derby spaziale che negli anni Sessanta ingaggiarono Usa e Urss. L’avventura finì nel 2003 per il Concorde: troppo costoso mantenerlo. E poi l’incidente di Parigi, nel luglio del 2000, in cui morirono tutti i passeggeri.

I contatti con la Puglia

A individuare la Puglia come rampa di lancio del nuovo Concorde è Pano Churchill. Un cognome impegnativo che non è un caso di omonimia: Pano è un autentico Churchill, imparentato con l’ex primo ministro brittanico Winston Churchill. A 64 anni è a capo di una galassia di startup, ma soprattutto è amministratore delegato di una società di ingegneria, la Fly Concorde, costituita a Seattle, e anche a capo della Concorde corp. of Seattle, che ha come partner e chief operatinf officer Davide di Leo. Ci parla da Milano, dopo un tour in cerca di investitori. «Abbiamo deciso che il nostro primo aeroporto per avviare i nostri voli sarà Bari. Abbiamo negoziato un accordo con l’amministrazione di Aeroporti di Puglia. Ci hanno proposto termini decisamente molto vantaggiosi. E perché c’è una pista lunga più di 3 chilometri, che è la richiesta per il nostro Concorde».

Pano Churchill 

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Non solo voli

La Puglia non fa gola soltanto per far decollare il primo volo commerciale del nuovo Concorde: offre anche le competenze e le infrastrutture per realizzare il Concorde. E gli occhi sono puntati sul polo di Grottaglie. «Costruiremo le parti dell’aeroplano a Grottaglie», assicura Churchill. «Soprattutto la fusoliera, che è la componente principale. Ma anche altre parti minori verranno realizzate in Puglia». Qui sarà prodotto il 90 per cento del nuovo velivolo. Un’ipotesi che apre prospettive oltre la Boeing. «In quell’area ci sono varie società — osserva Churchill riferendosi a Grottaglie — tra cui la più grande, che è Leonardo. E noi abbiamo l’intenzione di utilizzare loro come primario subcontractor per quanto riguarda la parte di produzione». Ci sono già contatti?. «Ci sono sviluppi ogni giorno», aggiunge. «Perché è necessario avere tanti produttori che si occupino non soltanto della produzione, ma anche dell’assemblaggio per l’aereo. E molte di queste persone sono nel Nord di Italia, così come nel Sud».

Le nuove tecnologie

Come sarà il nuovo Concorde? «Sarà realizzato secondo la tecnologia del secondo millennio, ma senza cambiamenti nel design aerodinamico». E questo — sono sicuri alla Concorde corp. of Seattle — ci aiuterà a ottenere una ricertificazione molto più rapidamente. «Così in 24 mesi sarà possibile ripartire», osserva Churchill. In prospettiva si vogliono realizzare 35 velivoli all’anno, quasi tre al mese. «Non vogliamo avere una grande base industriale ma vogliamo essere per i cieli, come la Ferrari o la Rolls Royce per l’industria dell’automobile. Quindi un qualcosa che è legato alla sicurezza assoluta e alla qualità. La produzione industriale di piccoli esemplari permette di mantenere la qualità e la sicurezza. «Questo aeroplano ha un record di sicurezza migliore di altri aeroplani nel mondo. Malgrado l’incidente di Parigi». E sul punto Churchill tiene a precisare che «la Corte suprema francese stabilì che la responsabilità dell’incidente fu di un velivolo che perse un grosso pezzo di acciaio che impattò sulle ali del Concorde in fase di decollo con i serbatoi pieni e provocò l’esplosione».

Ripartire dall’Italia ha anche un significato storico «perché questa è la patria di Leonardo da Vinci» e l’investimento da queste parti è possibile «perché credo nelle capacità, nella forza di questo Paese. Non sarà un piccolo investimento qualsiasi, ma si parla nell’ordine dei 100 miliardi di dollari». «Qui — aggiunge — c’è un capitale umano fatto di ingegneri aeronautici, formati nelle università di Roma, Sapienza, Tre e Torvergata. La mia intenzione — insiste alla fine del colloquio — è di cooperare con la vostra leader di governo, nei ministeri, perché la nostra è una grande compagnia e ha un grande futuro che porterà in futuro lavoro per mille persone».

La ricerca di personale

Le commesse con Leonardo potrebbero portare nuova occupazione. Intanto sono partite le selezioni per i piloti: «Faremo simulazioni in modo da preparare tutti a pilotare un Concorde».



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