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Una mostra pensata per celebrare e rendere omaggio all’incredibile lavoro di Anna Piaggi, una delle figure più iconiche e influenti del giornalismo di moda. MinervaHub, il principale gruppo industriale italiano specializzato in finiture, materiali e processi innovativi per accessori fashion-haut de gamme, ha deciso di organizzare un’esposizione dedicata alla straordinaria capacità di Piaggi di creare collisioni stilistiche tra abiti, cappelli, scarpe, gioielli e accessori, in perfetta sintonia con il suo pensiero e la sua scrittura.
La mostra si svolge nello spazio Hall 15 di Milano Unica, una delle fiere internazionali più prestigiose per il tessile e gli accessori di alta gamma. Milano Unica, che nel 2009 conferì proprio a Piaggi l’unico premio alla carriera della sua vita, accoglie oggi una selezione di circa 150 capi raccolti da Jacopo Tonelli per JATO 1991, azienda del Gruppo MinervaHub. A questa collezione, il direttore artistico di MinervaHub ha aggiunto ulteriori pezzi provenienti dall’Associazione Culturale Anna Piaggi, fondata dal nipote Stefano Piaggi, con il supporto di Mirko Tomei, collaboratore e amico della leggendaria giornalista.
Il percorso espositivo si sviluppa seguendo il filo narrativo delle parole che Piaggi utilizzava nella sua celebre rubrica DP Doppie Pagine su Vogue Italia. I circa 25 outfit selezionati sono stati ricomposti con l’obiettivo di trasportare il pubblico in un viaggio affascinante nella cultura di un’epoca inquieta, specchio della nostra contemporaneità. Come ha spiegato la giornalista e curatrice della mostra Daniela Fedi: «L’idea di fondo è far capire al grande pubblico la profonda verità di una frase che Anna pronunciava spesso: il suono delle parole è importantissimo quanto il fruscio del taffettà».
Matteo Marzotto, Presidente di MinervaHub, sottolinea l’importanza di supportare progetti culturali di alto valore, specialmente in un periodo di difficoltà economica globale. «Ho sempre pensato che la moda sia più che l’industria dell’apparire: è un vero e proprio strumento culturale e del “ben vivere”. Il ricordo così affettuoso di Anna Piaggi è il contributo che noi tutti in MinervaHub vogliamo dare al bello e ben fatto italiano».
La mostra su Anna Piaggi si pone non è solo come un omaggio a una donna che ha ridefinito il concetto di stile e narrazione della moda, ma anche come un’opportunità per esplorare il legame profondo tra moda, cultura e identità. Un appuntamento imperdibile per chiunque voglia immergersi nel mondo visionario di una delle figure più emblematiche del fashion system.
Chi era Anna Piaggi
«Amo l’atmosfera degli abiti… non mi interessano i soldi, solo lo stile e il potere. La mia natura è sempre stata attratta dal superficiale» raccontava Anna Piaggi, una delle figure più iconiche e influenti del mondo della moda, un’autentica pioniera nel modo di raccontare e interpretare lo stile.
Nata a Milano il 22 marzo 1931, Anna Piaggi scopre l’immenso potere del look ad appena 4 anni, quando sua madre la veste con un costume da olandesina per una festa di Carnevale. Anna non volle indossare altro nei giorni seguenti e in quel momento nacque la sua magnifica ossessione per l’immagine costruita ad arte grazie a un continuo assemblaggio di dettagli speciali.
Intraprese una carriera nell’editoria che l’ha portata a diventare una delle giornaliste e critiche di moda più rispettate a livello internazionale. Lavorò come redattrice per diverse riviste italiane, tra cui Vogue Italia, dove la sua visione personale della moda veniva celebrata per la sua capacità di fondere tradizione e innovazione.
A livello personale, Piaggi si distinse per la sua capacità di combinare elementi apparentemente discordanti, creando abbinamenti sorprendenti che sfidavano le convenzioni della moda. Era famosa per la sua passione per i colori vivaci, i volumi esagerati e gli accessori eccentrici, indossando spesso cappelli e scarpe particolari che diventavano estensioni della sua personalità. La sua figura divenne leggenda anche grazie al suo carisma e alla sua capacità di raccontare la moda in modo intellettuale, trasformandola in una forma d’arte.
Il suo archivio personale, ricco di abiti, fotografie e documenti, era un tesoro di ispirazione per stilisti, designer e giornalisti. Piaggi non era solo una critica di moda, ma una vera e propria interprete della cultura visiva del suo tempo.
La sua figura rimarrà per sempre legata all’idea che la moda è un linguaggio senza parole, un modo di esprimere sé stessi che va oltre l’apparenza, raccontando storie e emozioni.
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