I sindaci contro Pedemontana: “La diffida ultimo atto prima delle vie legali”

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Una diffida formale come ultimo atto stragiudiziale prima di passare, extrema ratio, alle vie legali.

La battaglia di 10 comuni contro la D breve

Questo il messaggio lanciato nella mattinata di oggi, sabato 1 febbraio, da sindaci e amministratori dei 10 Comuni (Agrate Brianza, Bellusco, Bernareggio, Burago Molgora, Caponago, Carnate, Cavenago, Ornago, Sulbiate e Vimercate) interessati dal tracciato della D breve di Pedemontana chiamati a raccolta nell’aula del Consiglio comunale di Burago Molgora.

Sala gremita

Una conferenza stampa trasformatasi in una sorta di assemblea pubblica con decine di cittadini che hanno gremito l’aula a testimonianza dell’interesse per l’argomento.

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La diffida inviata a Cipess, Pedemontana, Regione e Governo

L’occasione, come detto, era quella di illustrare il passo compiuto dai 10 sindaci, che la scorsa settimana hanno firmato una diffida inviata a Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile), Autostrada Pedemontana, Regione Lombardia e i ministeri interessati. Un documento che di fatto intima ai vari soggetti di fermare l’iter per la progettazione della tratta D breve dell’autostrada, che collegherà Vimercate con Agrate passando per i territori dei 10 Comuni interessati e tagliando di netto il Parco agricolo nord est.

I motivi elencati nella diffida

Tante le incongruenze, le irregolarità e le difformità sollevate nella diffida. A cominciare da quello che i sindaci definiscono un illegittimo inquadramento e una falsa applicazione delle normative vigenti. E ancora, il mancato rispetto de presupposto di immodificabilità del tracciato, il mancato rispetto del quadro concessorio in essere, la violazione del principio costituzionale di leale collaborazione istituzionale.

Il sindaco di Burago: “Battaglia per i nostri figli, i cittadini ci sostengano”

“Siamo qui per ribadire ancora una volta l’assoluta inutilità dell’opera – ha esordito il sindaco di Burago Luca Valaguzza – E per ribadire l’assoluta compattezza dei sindaci e del territorio, senza alcun arretramento o ripensamento. Con questo diffida, ultimo atto stragiudiziale prima di passare ad altre vie (un eventuale ricorso al Tar, ndr), solleviamo ancora una volta una serie di questioni, chiedendo ai vari enti di essere ascoltati. La nostra non è un’opposizione preconcetta, ma fondata su evidenze. Non assisteremo inermi alla devastazione del nostro territorio e in particolare del Parco Pane. Non accetteremo un progetto anacronistico, che non ha alcuna ragion d’essere  dal punto di vista viabilistico, infrastrutturale e trasportistico. Un progetto inutile e dannoso. L’alternativa c’è e si chiama riqualificazione della Tangenziale Est. Un progetto, questo sì, che avrebbe senso con evidenti risparmi economici, ambientali.  Chiediamo ai cittadini di sostenerci in questa battaglia per amore del territorio e dei nostri figli”.

Il sindaco di Agrate: “Momento decisivo”

“Questa diffida è un atto legale, che arriva nel momento opportuno perché siamo in una fase in cui gli enti interessati devono prendere delle decisioni – ha aggiunto il sindaco di Agrate, Simone Sironi – In questa fase è ancora aperta la Valutazione di impatto ambientale presso il Ministero dell’Ambiente e siamo in attesa del parere in merito al progetto di variante. Da tempo abbiamo fornito documenti e chiesto una serie di risposte mai prese in considerazione. Innanzitutto il legittimo inquadramento normativo: il progetto di Pedemontana è partito basandosi su alcune leggi allora in vigore che ora sono superate e abrogate. Perciò non si può procedere tenendo in considerazione una normativa che non esiste più. Se si vuole cambiare il progetto, bisogna attenersi alla normativa in vigore. Inoltre è un’iter da rifare anche perché è evidente che il progetto della D breve non configura una variante rispetto al precedente, ma un intervento ex novo. Lo stesso tracciato e le finalità sono completamente diverse da quelle pensate in origine (attraversamento Ovest-Est). Aggiungiamo anche che il Parco Pane, che dalla D breve verrebbe devastato, non è mai stato coinvolto. Ci sono poi altri difetti, mancanze, incongruenze”.

Il consigliere provinciale: “La partita si gioca anche in Europa”

Sul valore della diffida ha insistito il consigliere provinciale Francesco Facciuto, da sempre in prima fila nella battaglia contro Pedemontana.

“La diffida non è un atto simbolico – ha chiarito – L’obiettivo è inibire l’approvazione della variante, che variante non è, da parte del Cipess. Un progetto, quello di Pedemontana, che nel suo complesso non sta in piedi, come già ribadito dalla Corte dei Conti. Anche una recente capitalizzazione ha visto l’unico intervento della Regione, non certo di investitori privati. E poi c’è una partita a livello europeo. Le tratte B2 e C sono state finanziate da Bei, la Banca europea per gli investimenti, con centinaia di milioni di euro, con il presupposto che il tracciato non fosse modificabile rispetto al progetto originario. Ed invece la tratta D è stata completamente stravolta”.

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