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Intesa per la riqualificazione del Polverificio Borbonico di Scafati: ora si cercano le proposte


POMPEI. L’intesa tra Agenzia del Demanio, Regione Campania, Ente Parco Regionale del Bacino Idrografico del Fiume Sarno e Università degli Studi di Salerno ha comportato la pubblicazione su www.pompeiisites.org dell’avviso della consultazione di mercato da parte del Parco Archeologico di Pompei che invita i privati a partecipare con idee, proposte e contributi per rigenerare l’area vesuviana a scopo turistico.

Su queste basi è stato avviato il ripristino dell’ex Polverificio di Scafati, un complesso statale di grande valore storico-artistico, afferente al Parco Archeologico di Pompei. L’immobile è dotato di un valore paesaggistico e culturale che lo candida ad essere protagonista di un progetto di sviluppo che ne valorizzi le oggettive potenzialità, sulla base della convenzione sottoscritta dai rappresentanti legali degli enti suindicati.

L’intesa arriva dopo un accordo del marzo 2024 tra l’Agenzia del Demanio e il Parco Archeologico di Pompei e la disponibilità collaborativa dell’amministrazione comunale di Scafati. Con essa s’intende ricreare un ecosistema in grado di restituire al sito, nell’ambito di un distretto di alto valore culturale-turistico, lo sviluppo complessivo dell’area.

Si pensa di riportare nell’ex Polverificio tradizioni agricole e artigianali del territorio per arricchire l’offerta ai visitatori diretti all’area archeologica di Pompei, Oplonti e Stabia. Allo stesso tempo l’Ager pompeiano può regalare proposte esperienziali innovative allo scopo di offrire più di una “visita tradizionale”, grazie alla full immersion nel contesto archeo-naturalistico del territorio vesuviano-sarnese.

Vale veramente la pena valorizzare l’eredità scientifica e culturale che ci ha lasciato Annamaria Ciarallo con l’iniziativa (unica al mondo) del Laboratorio di Ricerche applicate che porta il suo nome. I naturalisti che si sono formati a suo tempo portano avanti studi e seminari che possono tornare utili all’iniziativa di aprire alla collaborazione esterna, mentre si apprende in questi giorni di nuovi accordi e scambi culturali con i Paesi Arabi che riguardano anche la valorizzazione dei paesaggi locali dell’area pompeiana.

Sarà allestito un tavolo tecnico per il coordinamento degli interventi di sviluppo che prevede il coinvolgimento dei privati (anche stranieri?) interessati ad operazioni di partenariato nell’area archeologica. Allo scopo è attivo su www.pompeiisites.org un avviso di consultazione di mercato di cui l’ante Parco Archeologico di Pompei è soggetto proponente, nell’ambito del partenariato pubblico-privato allo scopo di raccogliere anche da imprenditori e investitori italiani e internazionali proposte per un piano di rigenerazione dell’ex Real Polverificio Borbonico di Scafati, in continuità con iniziative già avviate negli altri siti e aree verdi del Parco Archeologico di Pompei.

Parliamo (riguardo a Scafati) di un’area di circa 15 ettari di forma rettangolare dotata di edifici di diverse epoche (circa 29.000 mq. coperti, 173.000 metri cubi di volumetrie complessive costruzioni storiche da preservare e altre di natura industriale suscettibili a nuovi indirizzi di gestione) all’interno di un parco verde caratterizzato da due viali di platani.

Il complesso fa parte un’area unica per la memoria archeologica, il panorama e la bellezza paesaggistica, che attrae annualmente 4 milioni di turisti, diretti al Parco archeologico di Pompei e 2 milioni al Santuario mariano. La riqualificazione dell’ex Polverificio di Scafati nella gestione complessiva del Parco è già stata avviata con primi interventi di bonifica, restauro e recupero del verde monumentale (doppio filare di platani).

Attualmente il sito viene utilizzato per fiere di settore, mentre un comparto di agricoltura sociale impegna giovani del territorio nella valorizzazione di un grande spazio verde urbano, accessibile alla comunità locale con ingressi da Pompei e Scafati. Il tutto diventerà, probabilmente, un Parco tematico green dotato di servizi turistico-ricettivi, laboratori di ricerca sulla sostenibilità ambientale, spazi di attività agroalimentari, culturali ed esperienziali di tradizioni, archeologia e storia locale.





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