Il Gruppo dei 25 disegna la Genova del futuro

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L’ultimo quarantennio di Genova è segnato dalla de-industrializzazione, dal gelo demografico e da altri gravi problemi. Saprà la città, come in passato è puntualmente avvenuto, reagire alla crisi?

Ora c’è un nuovo, potente contributo al dibattito sulle trasformazioni in atto nella città e nelle molteplici interrelazioni che storicamente la legano al mondo – in negativo, ma anche in positivo – e su come potrà e dovrà essere la Genova del futuro.

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Lo porta il Gruppo dei 25, guidato da Carlo Castellano. Classe 1936, manager e imprenditore di prim’ordine, Carlo Castellano ha fondato Esaote, azienda leader nelle tecnologie diagnostiche medicali, e Genova High Tech, che promuove la realizzazione del Parco scientifico e tecnologico degli Erzelli. È stato membro del Consiglio superiore della Banca d’Italia dal 2011 al 2021. Ed è presidente dell’ALPIM (Associazione ligure per i minori).

Nel 1977 il suo nome balzò alla cronaca per il vile attentato subito ad opera delle BR, che gli ha lasciato gravi danni fisici. Ma non ne ha certo affievolito la forza di volontà.

In questa nuova avventura lo affiancano Roberto Sinigaglia, Giovanni Pittaluga e Carlo Rognoni.

La dichiarazione programmatica del nuovo straordinario ‘think tank’ dei 25, formato da intellettuali, tecnici e scienziati di varia estrazione, è stata presentata ieri, primo febbraio. Vediamo di che si tratta.

In questo periodo di grandi mutamenti, che coinvolgono anche la città di Genova – esordisce il Gruppo – occorre offrire proposte concrete alla città tutta, in una logica di innovazione, crescita e sviluppo. Ci presentiamo come voce esterna alla politica”.

Il ragionamento in divenire dei 25 saggi parte dalla constatazione delle criticità attuali: “Genova detiene il primato di città con la popolazione più anziana d’Europa. Per contrastare questa realtà è fondamentale porre il ponte generazionale al centro delle nostre priorità, investendo sui giovani, partendo dalle scuole e dall’Università anche per tracciare possibilità occupazionali di qualità nell’arco dei prossimi dieci anni”.

Una prima constatazione: “Le attività marittimo-portuali, compreso il decisivo ruolo dei cantieri navali, continueranno a costituire la spina dorsale dell’economia e della cultura genovese. A ciò va aggiunto un turismo in forte crescita. Per contro, negli ultimi decenni, abbiamo assistito a drammatici processi di de-industrializzazione soprattutto delle grandi aziende manifatturiere a partecipazione statale. Va ricordato, tuttavia, che Genova dalla metà del XIX secolo – dalla nascita dell’Ansaldo – è stata contrassegnata da grandi iniziative tecnologiche e industriali”.

I 25 parlano di “decadenza di Genova in termini di imprenditorialità e creazione di nuove imprese. Ciò è anche frutto di una chiusura a una cultura innovativa e aperta alle sfide non soltanto del mercato ma anche di una società dinamica. Sotto questo profilo occorre quindi fare un decisivo salto di qualità puntando prima di tutto sui giovani”.

Occorre venire incontro alle esigenze dei giovani

La loro cultura è oggi segnata da visioni, progetti e strumenti del tutto nuovi rispetto al passato: basti pensare all’identità digitale che ognuno di loro esprime. A queste esigenze dei giovani occorre corrisponda un’offerta educativa e culturale aggiornata. Scuole e Università sono un punto di riferimento essenziale per coagulare e amalgamare energie e progetti. Di qui l’esigenza di percorsi innovativi nell’educazione e formazione, maggiormente aderenti alle esigenze dei giovani. Ad esempio, la padronanza di almeno una lingua straniera, dovrebbe essere pretesa in tutte le Istituzioni scolastiche”.

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La scuola dovrà interagire di più e meglio con il mondo del lavoro: Una più consistente offerta di professionalità nei giovani deve associarsi a un’accresciuta capacità di un suo assorbimento da parte di un rinnovato tessuto economico della città. Tale capacità può derivare solo da una diffusa adozione delle più avanzate tecnologie nei diversi rami di attività economica, a cominciare dal settore manifatturiero, da nuove imprese high-tech e dalla logistica”.

Le trasformazioni in atto della città non vanno intese in senso solamente negativo

In uno scenario, per Genova, così complesso e segnato da grandi contrasti e difficoltà, va tuttavia segnalato l’emergere di realtà totalmente innovative e che non sono state sufficientemente comprese dai Genovesi per la loro valenza strategica. È questo il caso dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT). All’inizio degli anni 2000 il Governo decise di dar vita ad una istituzione profondamente innovativa localizzandola a Genova, in Val Polcevera. L’IIT è diventato, nell’arco degli ultimi venti anni, il centro di ricerca più visibile e prolifico presente in Italia. L’investimento sinora realizzato risulta pari a circa due miliardi di euro. L’IIT è estremamente efficiente in termini di impatto brevetti e spin-off [capacità generativa di nuovi rami d’impresa, n.d.r.]. E ciò in diversi campi quali la robotica, le tecnologie per la vita, i nanomateriali e l’intelligenza artificiale, raccogliendo talenti da tutto il mondo”.

Altra novità positiva è la progressiva evoluzione del Polo degli Erzelli: “Sempre all’inizio degli anni Duemila è stato avviato a Genova il progetto di Parco Scientifico e Tecnologico degli Erzelli, dove sino a vent’anni fa erano accatastati 40.000 container vuoti, e oggi accoglie oltre 2.000 scienziati, ricercatori e tecnici. Le sue potenzialità sono rilevanti con l’avvio della Scuola Politecnica e di un Ospedale tecnologico con un Centro Medico Computazionale. Erzelli deve diventare un vero e proprio Campus della ricerca, della formazione e dell’innovazione tecnologica”.

Un progetto didattico di alto profilo sta particolarmente a cuore al Gruppo dei 25

È quello del Liceo Statale Tecnologico Sperimentale in Val Polcevera. Nell’area Facchini, già storica fabbrica delle Ferrovie dello Stato, sorgerà il Distretto Educativo Dell’Innovazione (D.E.D.I.), un nuovo Campus “aperto” dedicato alla formazione e all’innovazione. Il primo in Italia, come è stato dichiarato dallo stesso Ministro dell’Istruzione e del Merito”.

Tra le attività positive a Genova va anche segnalato il Festival della Scienza: “Una manifestazione, la prima e la più importante in Italia, anch’essa nata all’inizio degli anni Duemila, che annualmente celebra la scienza attraverso conferenze, laboratori, mostre e spettacoli, favorendo l’incontro di scienziati, ricercatori e divulgatori scientifici con studenti e con il mondo giovanile”.

Né va dimenticata un’altra attività di notevole scientifica genovese, meno nota ai più: “Si tratta del progetto RAISE (Robotica e Intelligenza Artificiale) del 2021 e attualmente in fase di completamento. RAISE è finanziato con 109 milioni di euro dei fondi PNRR, concepito da Università di Genova, Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), con il coinvolgimento di 25 aziende tecnologiche della Regione Liguria”.

A queste realtà, passando alle proposte, se ne potrebbero aggiungere altre

Un’iniziativa in tal senso potrebbe essere l’attivazione di un corso biennale di Ingegneria Gestionale in lingua inglese, aperto ogni anno a cinquanta laureati triennali stranieri meritevoli, provenienti da Paesi selezionati a cui lo Stato garantirebbe un visto prima di studio e poi di lavoro; in parte lo Stato e in parte le aziende coinvolte (e perché no lo stesso IIT) coprirebbero i costi per i due anni di studio. Al raggiungimento della laurea ogni studente ripagherebbe le spese sostenute impegnandosi a lavorare per almeno cinque anni in Italia, con una piccola trattenuta sullo stipendio (stile americano). Un’iniziativa di questo genere, oltre a soddisfare una domanda di lavoro, costituirebbe un modo di rendere l’immigrazione una risorsa, facilitandone l’integrazione. In questi ultimi vent’anni sono sorti e si sono sviluppati nuclei significativi di persone provenienti dal Sud America, dai Paesi della sponda meridionale del Mediterraneo, dall’Africa subsahariana e dalla Cina. Questi nuclei si stanno consolidando e rappresentano un potenziale di particolare valore, soprattutto per i giovani, le seconde e terze generazioni. In una città come Genova, contraddistinta da un pesante calo demografico e da un’età media molto elevata, l’integrazione dei migranti è cruciale, oltre che dal punto di vista sociale e culturale, anche da quello economico

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In altre parole, Genova è oggi caratterizzata da tante luci e da tante ombre. Ma i rimedi ci sono

Dobbiamo puntare sul futuro. L’adozione di tecnologie d’avanguardia e lo sviluppo di una cultura ad essa corrispondente deve riguardare anche il settore manifatturiero, i servizi e le public utilities”.

Nell’ambito delle public utilities, un ruolo cruciale riveste la transizione energetica: “Negli anni ‘70 venne avviato a Genova, a Sant’Ilario, il primo impianto in Italia per la produzione di energia solare. E non è un caso che proprio a Genova un grande produttore petrolifero del passato – il Gruppo ERG – sia diventato leader nelle fonti energetiche rinnovabili. Genova ha capacità industriali e finanziarie per la realizzazione diretta sia a terra sia sul mare di nuovi impianti solari ed eolici marini. La creazione di Comunità Energetiche contribuirebbe a rendere la città elettricamente autonoma. Ad esempio, il Liceo Tecnologico della Val Polcevera sarà totalmente alimentato da un sistema fotovoltaico, che fornirà energia non solo al Distretto Educativo Dell’Innovazione (D.E.D.I.), ma anche a cinque comunità energetiche del quartiere di Certosa, per un totale di oltre cinquemila famiglie

Nell’ambito dei servizi, ad avviso dei 25 saggi, l’uso di tecnologie avanzate è urgente in diversi comparti

Lo sviluppo della cyber security e le sue applicazioni (si pensi al porto), costituisce una rilevante opportunità per Genova, anche dal momento che si può contare sulla strategica presenza alla Fiumara del Gruppo LeonardoL’applicazione di tecnologie digitali alla logistica e ai trasporti integrati porterebbe importanti benefici non solo alla manifattura, ma anche ai porti e alle aziende liguri che operano nei trasporti internazionali. Nella Sanità si rende necessario dare impulso fattivo alla medicina digitale. Questa, nel rendere più rapide e precise le diagnosi, consentirà una maggior efficacia della cura. La realizzazione del nuovo Ospedale agli Erzelli e l’innovativo centro di Medicina Computazionale ad esso associato, oltre a favorire un deciso miglioramento delle prestazioni sanitarie, potrà collocare la città, e tendenzialmente la regione, sulla più elevata frontiera tecnologica della sanitàNel turismo e nelle attività portuali l’adozione di tecnologie avanzate porterà miglioramenti nella produttività delle imprese”.

Quali conclusioni (provvisorie) si possono trarre?

Il focus sull’adozione, anche per effetti di spillover, di tecnologie avanzate non significa l’abbandono di una struttura plurisettoriale dell’economia di Genova. Ne costituisce il presupposto per una potenziale crescita. D’altro canto, Genova già negli anni Sessanta aveva promosso lo sviluppo di nuove tecnologie informatiche e digitali avviando un Distretto dell’Automazione e dell’Elettronica Industriale con importanti aziende quali Elsag-Elettronica San Giorgio, Marconi Italia, Orsi Automazione e Ansaldo Elettronica Industriale”.

Quali condizioni infrastrutturali devono coadiuvare il processo di superamento della crisi?

La percorribilità e il successo delle linee di sviluppo delineate è senza ombra di dubbio condizionata dalla possibilità di ridurre l’isolamento in cui si trova la città, data l’arretratezza dei suoi collegamenti ferroviari e stradali. Allo scopo è urgente accelerare la realizzazione delle grandi infrastrutture (Terzo Valico, Gronda e tracciamento ferroviario). Inoltre, è necessario disciplinare il sistema delle concessioni portuali coinvolgendo gli operatori del settore, per favorire lo sviluppo del sistema. L’abbattimento dei costi di trasporto è condizione essenziale per favorire insediamenti di imprese da altre regioni o Paesi”.

Le conclusioni (provvisorie) della Dichiarazione dei 25

Abbiamo necessità di avviare una nuova visione di Genova centrata sui giovani, sulla scienza e sulle nuove tecnologie. Genova in questo modo riprenderebbe il ruolo da protagonista nella crescita del Paese, che in passato, dall’Unità d’Italia in poi, ha già dimostrato di saper svolgere”.

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Marco Bonetti



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