CSM Portolano al passaggio del comando dell’Operazione Leonte

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SHAMA, 2 FEBBRAIO – Passaggio di testimone nella carica di Comandante della Joint Task Force-Lebanon Sector West tra il Generale di Divisione Stefano Messina, uscente, e il Generale di Brigata Nicola Mandolesi, subentrante, alla presenza del Capo di Stato Maggiore della Difesa Generale Luciano Portolano e dell’Ambasciatore italiano in Libano Fabrizio Marcelli.

Il passaggio del comando dell’operazione “Leonte” si e’ svolto nella base “Millevoi” di Shama durante una cerimonia presieduta dal capo missione e comandante di Unifil, il tenente generale spagnolo Aroldo Lázaro Sáenz. Dopo aver portato il saluto del ministro della Difesa Guido Crosetto, Portolano, che della missione Onu nel Libano meridionale ha avuto il comando fino al luglio 2016, ha rimarcato che dall’inizio dell’operazione “Leonte” nel 2006, circa 29.000 militari italiani hanno operato in Libano. Nel rivolgersi agli uomini e alle donne del settore Ovest di Unifil il Capo di Stato Maggiore ha espresso “profonda gratitudine e riconoscenza per i risultati ottenuti sul campo” e ha sottolineato, con orgoglio, che la grande professionalità, il profondo equilibrio e l’assoluta imparzialità tra le parti, uniti alla sensibilità nei confronti della popolazione mostrati sempre anche nei momenti più difficili, “sono la carta d’identità delle Forze Armate italiane, riconosciute e apprezzate da tutti fra i migliori ambasciatori dell’Italia”.

Il generale Lázaro ha espresso sentimenti di profonda stima e ammirazione nei confronti del contingente italiano: “In questi sei mesi avete affrontato numerose sfide e rischi con una dedizione incrollabile. Grazie all’adozione di misure preventive e a un costante impegno per la sicurezza e la protezione del personale e delle basi Onu, avete garantito il successo della missione Unifil. In un contesto in continua evoluzione, avete dimostrato una straordinaria capacità di adattamento,
riflettendo un alto livello di professionalità in ogni fase della missione. Grazie ai vostri sforzi, la missione è stata portata a termine, lasciando un impatto duraturo sulla pace e sulla stabilità nel sud del Libano”.

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Sei mesi complessi per la brigata Sassari

Il generale Messina ha tracciato un bilancio dei sei mesi di mandato del contingente multinazionale a guida brigata “Sassari”, segnato dall’offensiva lanciata a fine agosto dalle forze di difesa israeliane per prevenire attacchi da parte delle milizie di Hezbollah, dal conflitto su larga scala che ha minacciato la stabilità dell’intera regione e dal cessate il fuoco entrato in vigore a fine novembre, per consentire ai civili di entrambi i lati della “blue line” di tornare in sicurezza alle proprie terre e case: “Durante questo difficile periodo i caschi blu italiani e del settore Ovest di Unifil sono rimasti saldi nelle loro posizioni, mostrando incrollabile dedizione e una ferrea volontà di rispettare il mandato della Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Tutti insieme abbiamo affrontato le conseguenze degli attacchi diretti alle nostre basi, che hanno provocato il ferimento di numerosi peacekeepers. Ma non ci siamo mai tirati indietro. La nostra risposta è stata ferma e inequivocabile, sempre guidata dal principio fondamentale di operare con imparzialità e trasparenza, nel pieno rispetto del mandato affidatoci dalla comunità internazionale. La nostra missione non è mai stata quella di scegliere da che parte stare, ma di essere una forza di pace al servizio della stabilità del Libano”.

La “Pozzuolo del Friuli”, alla sua settima missione in Libano sotto i colori Onu, ha assunto ufficialmente il comando del settore Ovest di Unifil, dove operano 3.800 caschi blu provenienti da 17 dei 48 paesi contributori alla missione. Del contingente multinazionale fanno parte 1.000 militari italiani, di cui 700 appartenenti alla “Pozzuolo del Friuli”. Per il Ministro Crosetto il passaggio delle consegne e’ “un momento significativo che rappresenta, concretamente e idealmente, la continuità dell’impegno dell’Italia in Libano. Un importante contributo a favore della stabilità regionale che, ogni giorno, il personale italiano offre, con spirito di abnegazione, in un teatro operativo complesso. Quello del Medio Oriente è dove le nostre Forze Armate stanno svolgendo un ruolo fondamentale”. (@OnuItalia



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