Emiciclo: allevatori e lavoratori igiene urbana uniti in una doppia protesta

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Doppia protesta davanti all’Emiciclo prima del Consiglio regionale.

Allevatori, lavoratori e sindacati sono scesi congiuntamente in piazza, rispettivamente contro l’approvazione del piano del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm) e la privatizzazione delle aziende di raccolta rifiuti.

Per quanto riguarda il piano del Parco, diverse associazioni e comitati locali hanno scritto una lettera al Consiglio regionale d’Abruzzo chiedendo di bloccarne l’approvazione.

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Le associazioni, tra cui spiccano nomi come “Tides Cittadini”, “Comitato Allevatori e Agricoltori del Territorio” e “Alleanza dei Pastori Aurunci e Ciociari”, denunciano «gravi irregolarità sostanziali, formali e di contenuti» nel documento.

In particolare, si contesta la mancanza di analisi tecniche approfondite, come la carta degli usi civici e il piano pluriennale economico e sociale. Inoltre, le associazioni evidenziano la mancata integrazione della carta di localizzazione dei pericoli da valanga, un aspetto cruciale per la sicurezza del territorio.

Gli allevatori hanno più volte segnalato queste criticità, ma sono rimasti inascoltati. Questo piano, così com’è, secondo le associazioni degli allevatori, «rischia di compromettere irrimediabilmente il futuro del Parco e delle comunità che lo abitano».

La palla passa ora al Consiglio Regionale, chiamato a decidere se accogliere le richieste delle associazioni e avviare una revisione del Piano, oppure procedere con l’approvazione. Una decisione che, secondo le numerose criticità sollevate, si preannuncia tutt’altro che semplice.

A scendere in piazza anche i dipendenti delle aziende di igiene urbana della Regione che sono in stato di agitazione e hanno indetto uno sciopero ad oltranza.

La protesta è motivata dalla preoccupazione per il futuro lavorativo, a seguito della delibera dell’assemblea Agir del 28 novembre del 2024 che prevede una gara a doppio oggetto per l’individuazione di un socio privato che acquisirà il 49% delle quote pubbliche delle aziende.

I sindacati Cgil,Fit Cisl, Uiltrasporti, Fiadel e Ugl esprimono forte preoccupazione per la privatizzazione delle aziende, che potrebbe portare a tagli al personale e peggioramento dei servizi.

Inoltre, contestano l’emendamento numero 5 al pdl 56 del 2024, che introduce una disciplina di deroga alla privatizzazione per le aziende che usufruiscono dei fondi PNRR, accelerando di fatto la privatizzazione delle altre.

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I lavoratori chiedono al Consiglio regionale di ritirare l’emendamento e di aprire un tavolo di confronto con le parti sociali, l’AGIR e la Giunta regionale per discutere il sistema di affidamento dei servizi di igiene ambientale.

La situazione, secondo le sigle sindacali, è critica e potrebbe avere gravi ripercussioni sulla qualità dei servizi e sul sistema tariffario (Tari). I sindacati sono pronti a ulteriori forme di lotta a difesa del posto di lavoro e della qualità del servizio.

ROMANO E ROTELLINI: FERMO NO A PRIVATIZZAZIONE DELLE SOCIETA’ DI SERVIZI

«Siamo fermamente contrari all’ingresso di soci privati nelle società che gestiscono il ciclo dei rifiuti in Abruzzo e su questo argomento presenteremo in Consiglio Comunale un apposito ordine del giorno a supporto di una sacrosanta battaglia intrapresa dai sindacati a favore dei territori».

Lo scrivono in una nota Paolo Romano dell’Aquila Nuova e Lorenzo Rotellini L’Aquila Coraggiosa

«La delibera Agir, l’Autorità gestione integrata rifiuti urbani della regione Abruzzo, del novembre scorso apre, di fatto, alla possibilità di privatizzare le aziende pubbliche che oggi gestiscono i servizi ambientali e raccolta rifiuti, con l’ingresso di imprenditori che potrebbero acquisire una quota pari al 49% del pacchetto societario». 

«Ci stupisce come lo scorrere del tempo possa far cambiare le posizioni anche su temi così importanti e delicati per i cittadini. Il sindaco dell’Aquila e presidente Anci Abruzzo, Pierluigi Biondi, che è anche presidente dell’Assemblea dei sindaci Agir, ha sempre difeso la gestione pubblica di servizi essenziali come quello dei rifiuti salvo poi, non più tardi di due mesi fa, spalancare le porte agli imprenditori privati del settore – proseguono – Chiediamo che, con il coraggio della chiarezza, ne spieghi le motivazioni alla città, visto che gli scenari che si vanno delineando rischiano di compromettere definitivamente il già pessimo stato finanziario dell’Asm e dei suoi lavoratori. Non siamo e non saremo mai d’accordo con l’ipotesi di società miste: l’esempio, semmai, è di seguire la strada intrapresa in altre regioni, in cui sono state valorizzate società pubbliche in house che governano il ciclo dei rifiuti».

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