La settimana della moda multietnica di New York si apre all’ombra dei dazi e delle ritorsioni cinesi

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Versione italiana di

Gianluca Bolelli

Pubblicato il



4 febbraio 2025

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La New York Fashion Week inaugura la stagione internazionale delle passerelle questo giovedì mattina con gli stilisti profondamente preoccupati per i dazi e i marchi minacciati da numerose sanzioni internazionali.

New York accoglierà una schiera di stilisti meno famosi in questa sessione della locale settimana della moda – Unsplash/Christian Ladewig

La stagione è sempre più spogliata dei maggiori stilisti locali: Ralph Lauren, Tommy Hilfiger, Marc Jacobs (che ha già sfilato fuori calendario), e Proenza Schouler, i cui due designer dovrebbero essere nominati nuovi direttori creativi di Loewe la prossima primavera.
 
Il marchio più famoso che sfilerà a New York sarà Calvin Klein; un ritorno in passerella il suo (dopo una pausa di quasi cinque anni) con ai comandi la nuova stilista Veronica Leoni. Ma lo stesso brand è appena stato inserito nella China’s Unreliability Entity List (l’elenco delle entità inaffidabili redatto dallo stato cinese), insieme al compagno di scuderia in PVH Tommy Hilfiger.

Questi provvedimenti aggressivi sono stati adottati dopo che il presidente Donald Trump, in passato residente proprio a New York, ha imposto nuovi dazi alla Cina. In risposta, il Ministero del Commercio cinese ha lamentato che i due marchi di moda “hanno violato i normali principi commerciali di marketing, interrotto le normali transazioni con le aziende cinesi, adottato misure discriminatorie nei confronti delle società della Cina e danneggiato gravemente i legittimi diritti e interessi delle aziende cinesi”. Senza, tuttavia, fornire dettagli precisi di questi comportamenti. 
 
Essere inseriti in quella lista significa probabili multe, e restrizioni sulle vendite e sugli investimenti in Cina.

Calvin Klein torna alla NYFW dopo una pausa di cinque anni – Calvin Klein

Tuttavia, non aspettatevi una NYFW tranquilla, visto che 47 marchi vi organizzano delle sfilate, 16 brand hanno allestito delle presentazioni, mentre altre 19 etichette saranno impegnate in esposizioni su appuntamento e 4 marchi hanno preparato degli show digitali, nei sei giorni di azione che si concluderanno la sera di martedì 11 febbraio con la sfilata di Thom Browne.
 
La stagione di New York arriva dopo che diversi stilisti, nelle sfilate di abbigliamento maschile e haute couture del mese scorso in Europa, si sono espressi contro gli attacchi alla comunità LGBTQI+, sulla scia del ritorno al potere di Trump a Washington.
 
Il che evidenzia indirettamente uno dei maggiori punti di forza della stagione di New York. La sua notevole diversità etnica e di genere, certamente maggiore rispetto a quanto si vede sul continente europeo. Secondo il Council of Fashion Designers of America (CFDA), l’organismo di governo della moda statunitense, gli stilisti uomini e le stiliste donne sono quasi esattamente lo stesso numero, con l’eccezione di uno elencato come non binario. Inoltre, 48 marchi sono disegnati da uno stilista caucasico, 17 brand da un designer asiatico, 16 da uno stilista nero e 7 da stilisti latinx.
 
La Grande Mela rimane davvero il melting pot del mondo e della moda. In questo momento di resistenza e speranza, abbiamo parlato con il CEO del CFDA, Steven Kolb, mentre iniziano i giochi della moda.

Steven Kolb – CFDA

FashionNetwork: La Cina ha appena annunciato dei dazi praticati per ritorsione. Quale impatto avranno sulla NYFW? E sugli stilisti americani? E sul gruppo PVH, che comprende Calvin Klein e Tommy Hilfiger ed è stato inserito nella Unreliability Entity List dalla Cina?
Steven Kolb: I dazi ritorsivi della Cina influenzeranno la moda americana. L’aumento dei costi di produzione e i disagi e le interruzioni nella catena di fornitura potrebbero influenzare i prezzi e la produzione degli stilisti. Anche la NYFW potrebbe subire questi impatti mentre i marchi fanno i conti con queste sfide. L’inserimento di PVH nella China’s Unreliable Entity List potrebbe limitare l’accesso al mercato, interrompere le supply chain e influenzare la domanda dei consumatori.
 
FN: Nonostante queste preoccupazioni, quali sono i nuovi talenti che la entusiasmano di più per la prossima stagione?
SK: Non vediamo l’ora che avvenga il ritorno della Calvin Klein Collection sotto la direzione creativa di Veronica Leoni e Christopher John Rogers. Novità nel programma sono talenti come Gabe Gordon, LeBlancStudios di Yamil Arbaje e Angelo Beato, nonché Zoe Gustavia Anna Whalen, Heirlome e Chuks Collins. La New York Fashion Week è sempre stata un luogo di scoperta e questi talenti portano nuove voci e prospettive alle collezioni americane.
 
FN: Le settimane della moda in Europa a gennaio, sia quelle dell’abbigliamento maschile che quelle d’alta moda, hanno visto molte espressioni di sostegno alla comunità LGBTQI+. Si aspetta che ciò accada anche alla NYFW?
SK: La comunità LGBTQI+ è da tempo una parte essenziale della New York Fashion Week e della moda americana. Dato l’attuale clima politico, ci aspettiamo che gli stilisti esprimano il loro supporto a quella comunità. La moda riflette la cultura e la NYFW continuerà a essere una piattaforma per questo.

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