La compagnia aerea, l’aeroporto, lo Yacht Club. “Gettò le basi di un progetto pionieristico senza precedenti, ha fatto la storia”. Il Consorzio: “Non abbiamo parole. Solo una: grazie”
Quando tornò in Sardegna nel 1960, dopo aver viaggiato in tutto il mondo, l’Aga Khan IV pensò di non aver mai visto posti così belli e attrattivi. L’uomo, il monarca, il leader spirituale visionario e ricchissimo, magnate e imam musulmano Karīm al-Husaynī si inventò praticamente dal nulla nei primi anni ’60 la Costa Smeralda, uno dei luoghi turistici più trafficati e lussuosi d’Italia e del mondo. Aveva 88 anni, è morto “serenamente, circondato dalla sua famiglia” a Lisbona, in Portogallo. “Non abbiamo parole. Solo una: grazie”, le parole di cordoglio del Consorzio Costa Smeralda per “l’uomo che, insieme ad altri facoltosi investitori stranieri, avrebbe poi dato forma e sostanza a quella che ancora oggi è una delle mete più celebri del turismo internazionale d’élite”.
“Con il sostegno di alcuni esponenti della politica locale – si legge ancora nella nota del Consorzio – come il consigliere regionale Giovanni Filigheddu di Arzachena, il gruppo di investitori capeggiato dall’Aga Khan cominciò a gettare le basi di un progetto pionieristico senza precedenti in Italia. Le acque cristalline, la sabbia bianca e le rocce modellate dal maestrale si apprestavano così a diventare gli elementi fondanti di una destinazione che avrebbe fatto la storia del turismo mondiale”.
Aga Khan aveva 22 anni quando arrivò la prima volta in Sardegna. Era il 1958. E non fu amore a prima vista. “Per raggiungere la zona dove ero diretto, bisognava partire di buon’ora – raccontò come si legge in un articolo de L’Unione Sarda – Infatti la strada era un sentiero di campagna e così, dopo quattro ore, arrivai con una jeep ad Abbiadori. Da qui, a piedi, proseguii verso Capriccioli. Faceva freddo, pioveva e c’era vento. Arrivato a Capriccioli mi fu impossibile identificare i terreni che avevamo acquistato. Nell’area non c’era una sorgente d’acqua potabile, non esisteva un telefono nel giro di parecchi chilometri ed il viaggio in jeep dalla Costa Smeralda ad Olbia e ritorno era non meno di otto ore”.
Dopo quell’epifania del 1960, a neanche 30 anni, fondò il Consorzio il 14 marzo del 1962 e investì 25mila dollari nel progetto. 1.800 ettari di terra in Gallura che divennero famosi in tutto il mondo. L’anno dopo il monarca inaugurò Alisarda, la prima e unica compagnia aerea sarda che fece da volano allo sviluppo: prima di allora, in Gallura ci si arrivava soltanto con il traghetto da Olbia o in aereo da Alghero. La compagnia divenne Meridiana e nel 2018 Air Italy. Il progetto si sviluppò intorno alla piazzetta, alle ville di Sa Conca e l’hotel Cervo nel 1964. Nel 1969 fece costruire l’aeroporto Olbia-Costa Smeralda, Porto Cervo e lo Yacht Club Costa Smeralda.
Aga Khan IV è stato il primo musulmano a ricevere il titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana dal presidente della Repubblica Giovanni Leone. Cavaliere del Lavoro nel 1988. Era diventato nel 1957 – alla morte del nonno che voleva come successore un giovane, lo preferì al padre e allo zio – il 49esimo imam dei Nizariti, setta dell’Islam sciiti che conta circa 15 milioni di fedeli in tutto il mondo. Filantropo ma anche uomo d’affari, costantemente citato nelle classifiche di Forbes, playboy, non aveva mai ravvisato alcun conflitto tra la religione e il suo stile di vita nel lusso più sfrenato tra jet, yacht, un’isola privata nei Caraibi e un patrimonio di 13 miliardi di dollari.
A Vanity Fair, aveva spiegato che “noi non concepiamo l’accumulazione della ricchezza come il male. L’etica musulmana considera che se Dio ha dato la capacità o la buona fortuna di essere un individuo privilegiato nella società, tu hai una responsabilità morale verso la società”. Ha attivato progetti in Kenya, Uganda, Birmania, Tanzania, Tajikistan. L’Aga Khan Development Network è la sua principale organizzazione filantropica attive soprattutto in Paesi in via di sviluppo, impegnate a sviluppare infrastrutture e programmi per la sanità, l’educazione, la promozione culturale, le aree rurali e l’economia. “La generosità fa parte della nostra fede – diceva a Religion and Ethics Newsweekly – e quindi è un principio etico per tutti noi, che tu sia sciita o sunnita o qualunque cosa tu sia. Quindi è così intrinseco nella natura della fede per noi. Quindi la premessa di base per i ricchi è che usi ciò di cui hai bisogno per vivere in modo dignitoso. Ciò di cui non hai bisogno, lo condividi”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link