di Luciano Lago
Sgomberato il campo da ogni finzione, appare nella sua sostanza quale sia la politica predatoria degli Stati Uniti una volta abbandonato il linguaggio della propaganda.
Dopo la sparata fatta in conferenza stampa dai “due compari”, Netanyahu e Trump, di fare di Gaza una riviera turistica, una volta ripulita dai palestinesi, è arrivata una nuova proposta del presidente americano con cui si offre all’Ucraina di continuare gli aiuti militari ma in contraccambio di forniture di minerali preziosi come le “terre rare”, presenti (si stima) in abbondanza nel territorio dell’Ucraina. Considerando che in contropartita Trump ha parlato chiaramente di fornire “protezione” all’Ucraina, sembra evidente che questa è una classica proposta in stile mafioso o gangster.
Così l’imperialismo statunitense e anglosassone torna alle sue origini: sfruttamento delle risorse dei popoli e colonizzazione, una ricetta mai abbandonata ma travisata in passato da slogan propagandistici come “esportare la democrazia” o “ordine basato sulle regole”.
Le regole sono identiche a quelle della mafia: protezione come pretesto e saccheggio delle risorse naturali.
In realtà non c’è più alcuna regola se non la legge del più forte e la sottomissione alle pretese degli egemoni.
Immaginiamo cosa sarebbe potuto accadere se la Russia non fosse intervenuta in Ucraina a difesa della popolazione russofona del Donbass e delle altre zone: una pulizia etnica dei russofoni per parcellizzare la regione ed affidare alle multinazionali USA lo sfruttamento delle risorse minerarie.
Scavi per ricerca terre rare
Esattamente quello che deve accadere a Gaza nei piani di Trump e Netanyahu, con la variante della parcellizzazione turistica immobiliare per sfruttare la posizione in riva al mare ed il clima temperato della striscia.
Il piano immobiliare di Trump a Gaza prevede Hotel in riva al mare e Shopping Center, certo riservati ai ricchi turisti israeliani, mentre i palestinesi in esilio, in nuovi campi profughi miserabili, potranno solo rimpiangere le loro terre da cui, dopo essere stati bombardati, vengono scacciati ed esiliati.
Per quello che riguarda l’Ucraina è evidente l’aspetto delinquenziale di Zelensky e dei suoi sodali che, mentre altre decine di migliaia di disgraziati militari, arruolati a forza nell’esercito ucraino, moriranno nel tritacarne del fronte, loro si godranno altri fondi e dollari che continueranno ad arrivare dagli Stati Uniti e da Bruxelles a spese dei cittadini europei.
Il tutto mentre potranno continuare a ingrassare con profitti miliardari le industrie belliche statunitensi, le multinazionali dell’energia, le immobiliari dei soci di Trump e famiglia che avranno gli appalti su Gaza e in Cisgiordania per i nuovi insediamenti di coloni.
Un piano perfetto di grande business legato alla mafia di New York e Las Vegas che vede Trump come il grande protettore e Netanyahu come l’istigatore, i palestinesi come vittime sacrificali.
In Europa i leader europei si dimostrano tutti soddisfatti per il fatto che è arrivato il personaggio che mette tutto a posto e sistema le cose in modo da poter proseguire con la guerra ala Russia e la campagna russofoba. La grande paura dei leader europei era che Trump volesse interrompere il conflitto e aprire un serio negoziato di pace. Con la prospettiva del business, tutto ritorna al suo posto e l’Ucraina, dopo aver già ceduto e ipotecato il 70% circa dei suoi terreni agricoli alle multinazionali USA (da Monsanto a Cargill, Dupont, ecc….) adesso si prepara a svendere le sue risorse minerarie, almeno quelle che rimangono nel territorio controllato dalla Nato.
Trump aveva iniziato a dire che in 24 ore avrebbe risolto la guerra in Ucraina ma era solo una sbruffonata, per arrivare alla pace è necessario un negoziato e per aprire un tavolo di negoziati c’è necessità di interlocutori, proprio quelli che non si trovano. Certo non può essere l’ex comico un interlocutore, visto che si tratta di un personaggio scaduto e delegittimato, senza parlare dei leader europei che sono ininfluenti e senza alcuna capacità di avere posizioni autonome.
In tale situazione a Trump rimane soltanto il business con le risorse ucraine per recuperare la garanzia sui crediti a Kiev e la possibilità di scaricare agli europei il peso della prosecuzione della guerra.
Il problema di Trump adesso è quello di trovare soci in affari e interlocutori per le sue proposte ma la cosa non sembra poi così facile.
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