Pensione 2025: come funziona il riscatto laurea tra nuovi costi e modalità

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Nel 2025, rispetto allo scorso anno, il costo dell’operazione è salito, rendendo più difficile l’anticipo pensionistico per i giovani e i lavoratori a cui mancano pochi anni per la pensione

Riscatto laurea, un dubbio che assilla molti. E’ bene innanzitutto chiarire che nel 2025, rispetto allo scorso anno, il costo dell’operazione è salito, rendendo più difficile l’anticipo pensionistico per i giovani e i lavoratori a cui mancano pochi anni per la pensione. Giova ricordare che esistono due tipi di riscatto: quello agevolato, che quest’anno costa oltre 6100 euro l’anno, circa 50 euro in più del 2024. Poi c’è quello ordinario, il cui costo dipende da quanto sì è guadagnato nei dodici mesi prima della domanda. Ma per gli anni di laurea prima del 1996 c’è solo il riscatto ordinario e il calcolo dipende dal futuro beneficio pensionistico. Vediamo, dunque, quali sono le strade da seguire e i costi. Se il periodo da riscattare cade nel periodo contributivo (dopo il 1996) per il riscatto agevolato il costo per ogni anno di riscatto è fisso, mentre per quello ordinario si calcola moltiplicando, come accennato, il reddito medio percepito nei dodici mesi precedenti alla domanda di riscatto per l’aliquota di contribuzione dell’indennità vecchiaia e superstiti (Ivs), anche nel 2024 al 33%.

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Già da ora, spiega Il Messaggero, per chi fa domanda sul sito dell’Inps, riscattare gli anni di università costerà con l’opzione agevolata circa 6150 euro l’anno. La stangata degli ultimi anni è frutto dell’inflazione, che non fa rivalutare solo gli importi delle pensioni o dell’Assegno unico universale per i figli, ma fa anche crescere il reddito minimo imponibile di artigiani e commercianti. Quello su cui si basa proprio il costo del riscatto light della laurea. L’aumento si basa sul livello medio dei prezzi dello scorso anno, con la crescita fissata dall’Istat allo 0,8%. In sei anni il rincaro ha superato il 17%: per il riscatto di una laurea triennale sono quasi tremila euro in più e, se si aggiunge la magistrale, si arriva a 4.500 euro di aumento.

È necessario tenere a mente che il riscatto della laurea agevolato è accessibile unicamente per i periodi coperti dal sistema contributivo. In questo caso il costo può arrivare ad ammontare a 23.000 euro nel caso in cui il riscatto dovesse essere doppio. L’importo può essere versato in un’unica soluzione o a rate. Funziona così: è prevista una quota annuale forfettaria, che viene calcolata moltiplicando l’aliquota del 33% per il reddito minimo imponibile della gestione Inps artigiani e commercianti. L’importo ottenuto può essere versato, dal diretto interessato, in un’unica soluzione o in 120 rate ed è detraibile direttamente dalle imposte sui redditi. Più difficile il calcolo dei costi se si riscattano anni di laurea prima del 1996 (o fino a fine 2011 con almeno 18 anni di contribuzione maturati prima del 1996), cioè quelli che cadono nel sistema retributivo. Il costo si stima tramite il metodo della riserva matematica, cioè sulla base del beneficio pensionistico che deriva dal riscatto stesso.

Le casse di previdenza private hanno la possibilità di accettare il doppio riscatto della laurea, ma solo se si presentano alcune condizioni:

  • Il libero professionista è tenuto ad aver versato almeno un contributo obbligatorio o figurativo nella gestione Inps;
  • non devono essere presenti dei periodi coperti da una doppia contribuzione e contemporanea;
  • le regole dell’ordine professionale di appartenenza non devono escluderne, in maniera chiara e precisa, la possibilità.

Va sottolineato, infatti, che ogni gestione previdenziale privata segue regole precise e può avere metodi di calcolo degli oneri di riscatto diversi. In generale il riscatto serve per provare ad anticipare l’età in cui si può andare in pensione, che secondo le regole attuali per i giovani potrebbe superare i 70 anni. Ma questo conviene solo in due casi: se si è cominciato a lavorare prima dei 30 anni oppure se si è già vicini alla pensione. Per gli anni post 1996 il primo consiglio è scegliere il riscatto ordinario appena si è cominciato a lavorare, quando lo stipendio non è alto, e pagare a rate (il costo lo puoi anche dedurre dal reddito tassato). Se invece si ha uno reddito annuo già superiore a 18mila euro l’anno conviene l’agevolato.

Attenzione però, si legge sul Messaggero: più si paga più contributi si versano, quindi se l’obiettivo è anche alzare l’assegno pensionistico la procedura ordinaria lo stesso la può essere più conveniente. In ogni caso bisogna tenere a mente che con le regole attuali in futuro si potrà andare in pensione a 67 anni con 20 di contributi, senza limiti sull’assegno: se quindi si è avuto uno buono stipendio, senza buchi contributivi, il riscatto in alcuni casi potrebbe anche essere superfluo.

In ogni caso sul sito dell’Inps si può verificare quanto costa e quali effetti benefici ci potrebbero essere sulla propria pensione riscattando ora la propria laurea. Per farlo si può accedere al Simulatore del riscatto della laurea dell’Istituto di previdenza. Definita la platea si possono vedere i casi concreti, basati sul presupposto che le attuali norme previdenziali continuino ad applicarsi indefinitamente senza modifiche e con gli aggiornamenti dei requisiti in base alla variazione della speranza di vita. Partiamo da un dipendente privato nato nel maggio 1980, che ha iniziato a lavorare nel settembre del 2005 versando da allora ininterrottamente contributi per un totale di 17 anni e 5 mesi.

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Potrebbe riscattare quattro anni di università frequentata tra il 1999 e il 2003 e accorciare in questo modo i tempi della pensione. Incrementando la contribuzione arriverebbe alla pensione anticipata il primo ottobre 2046, con 44 anni e 10 mesi di versamenti, quindi prima della vecchiaia che scatta per lui nell’ottobre 2049 (con 69 anni e 4 mesi di età). Ma avrebbe in realtà una possibilità di uscita ancora precedente, senza bisogno di riscatto: la pensione anticipata “alternativa” che spetta solo a chi ha iniziato a lavorare dal ‘96 in poi. Bastano 20 anni di contribuzione effettiva e un requisito di età che per il nostro lavoratore scatterebbe a 66 anni, quindi nel giugno 2046.





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