Zes unica, la Campania traina uno sprint da record

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Tanti investimenti in così pochi mesi il Mezzogiorno non li aveva mai contati. Ben 420 per circa 7 miliardi, di cui 2,5 miliardi coperti dal credito d’imposta.

Tutti in un anno, il 2024, o meglio, soprattutto tra agosto e dicembre, quando ha cambiato passo il coordinamento della Struttura di missione di Palazzo Chigi affidata all’avvocato napoletano Giosy Romano, amministrativista, ex sindaco di un paesino della provincia, Brusciano, e presidente dell’area Asi di Napoli, una delle più estese del Mezzogiorno. È stato lui, con la felice intuizione dell’allora ministro Raffaele Fitto, a far decollare la Zes unica, la Zona economica speciale estesa a tutto il Sud con una legge che aboliva le 8 Zes in vigore precedentemente nelle regioni meridionali. Una svolta a tutti gli effetti perché con il meccanismo dell’Autorizzazione unica, introdotto a suo tempo dall’ex ministra per il Sud Mara Carfagna (durante il governo Draghi) ed esteso da Fitto a tutta l’area meridionale, sono state tagliate ben 34 tra procedure e passaggi burocratici e ridotti ad una media di poco superiore ai 30 giorni i tempi per il via libera finale all’investimento.

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INVESTIMENTI

Il raddoppio di un opificio, l’ampliamento di una linea produttiva, la costruzione di un capannone industriale, l’insediamento di una nuova realtà aziendale: c’è tutto questo, e nomi di spicco tra chi ha investito come la multinazionale del farmaco Novartis, il pastificio De Cecco, il colosso della difesa Mbda o il gruppo logistico Gls, in quella che è difficile non definire un’autentica rivoluzione. Che forse si fa ancora fatica a raccontare (e ad accettare), considerati gli enormi ritardi burocratici che hanno spesso frenato i progetti del capitale privato al Sud, ma che invece è sotto gli occhi di tutti. In particolare, degli oltre 6.880 soggetti che hanno beneficiato della concessione del credito d’imposta garantito alla Zes unica dalla legge di Bilancio 2024 e confermato anche nella manovra 2025 (altri 2,2 miliardi di euro). Di essi fanno parte non solo le imprese che hanno deciso di allargare i propri spazi già esistenti o quelle, come detto, che hanno per la prima volta colto l’opportunità di investire nel Mezzogiorno (e che corrispondono, in larghissima parte, alle 420 autorizzazioni uniche rilasciate). Nel numero sono comprese anche le imprese che hanno investito nell’acquisto di macchinari, comprato i suoli per espandersi e così via, tutte tipologie classificabili alla voce investimenti e ovviamente tutte al Sud, a riprova di un dinamismo che è risultato di gran lunga è il più vivace e consistente del Paese anche lo scorso anno. Di pari passo, altra novità assoluta per il Meridione, stanno andando avanti le opere pubbliche previste a suo tempo nelle 8 Zes e poi ereditate dalla Zes unica e inserite nel Pnrr con 630 milioni di risorse, praticamente già tutte assegnate: si tratta dei cantieri del cosiddetto ultimo miglio finalizzati a migliorare i collegamenti ferroviari e stradali soprattutto con il sistema portuale del Mezzogiorno che rimane centrale anche con la nuova Zes. La loro ultimazione sembra piuttosto garantita, sicuramente entro la scadenza del 30 giugno 2026 prevista dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

I SETTORI

Turismo e agroalimentare i settori più gettonati dagli investitori, previsti con altri sette nel Piano strategico triennale che dopo l‘ok del Consiglio dei ministri è stato approvato anche dalla Corte dei Conti ed è diventato operativo. È la cornice di riferimento della Zes unica che peraltro non impedisce che anche altri comparti, dal welfare alle iniziative di integrazione sociale purché di ampio respiro, possano entrare a far parte della Zona economica speciale Sud. Già diventata una delle più estese in Europa nel panorama delle zone di “libero scambio” (anche se l’accezione non è proprio sovrapponibile all’esperimento italiano), la Zes unica sarà l’assoluta protagonista dell’evento “Verso Sud” organizzato ogni anno, a maggio, a Sorrento da Ambrosetti (alla sua inaugurazione presenziò il Capo dello Stato Mattarella). Si tratta della piattaforma pubblico-privata nazionale e internazionale nella quale istituzioni, imprese e rappresentanti del mondo accademico e della ricerca hanno l’opportunità di discutere le traiettorie di sviluppo del Sud Italia alla luce delle sfide e delle direttrici strategiche che interessano la macroregione del Mediterraneo Allargato. Nel 2022, quando nacque, le Zes erano una specie di promessa poco mantenuta, con l’unica eccezione della Campania. Oggi la Zes unica macina record: nei soli ultimi 5 mesi si è concentrato il 77,7% degli investimenti autorizzati, il 75,3% delle ricadute occupazionali attivate e l’85,8% dell’avanzamento della spesa infrastrutturale. Parlare di miracolo non ha più senso.

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