Giugliano, la sfiducia a Poziello fece saltare l’affare da quasi 2 milioni di euro per il Mc Donald’s

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Farzature, mazzette, appoggi elettorali, dinieghi ed autorizzazioni mai arrivate. C’è questo e non solo dietro la mancata realizzazione di un Mc Donald’s a Giugliano. Una storia che ha riempito pagine e pagine dell’ordinanza che ha portato 20 persone in carcere e 5 ai domiciliari. Nella vicenda del fast food sono coinvolti l’ex sindaco Antonio Poziello, attualmente detenuto nel carcere di Poggioreale, l’ex assessore Giulio Di Napoli, il dirigente comunale Filippo Frippa, l’imprenditore Ferdinando Cacciapuoti e Andrea Abbate, ritenuto dagli inquirenti organico al clan Mallardo.

Quest’ultimo il 16 febbraio del 2018 aveva presentato al Comune di Giugliano una richiesta di permesso a costruire per la realizzazione di 2 capannoni ad uso commerciale in via Prolungamento Pigna in “Zona C1” e caratterizzata da una scarsa presenza di opere di
urbanizzazione. Circa un mese più tardi l’Ente chiedeva all’imprenditore di presentare una richiesta di permesso di costruire convenzionato, oltre all’integrazione della documentazione.  Un anno più tardi la Fidem Immobiliare, di cui Cacciapuoti era amministratore unico, formalizzava un contratto preliminare di compravendita con la Mc Donald ‘s Development Italy LLC per la cessione “condizionata”, di un fabbricato di 347 mq da destinare ad attività ristorazione con annessa un’area esterna da adibire a “corsia drive” di 2.744 mq. e di una terrazza di circa 125 mq, compreso verde ed area parcheggio, secondo le specifiche caratteristiche del marchio americano per un costo di 1800000 euro.
L’imprenditore si impegnava a farsi carico dell’ottenimento di ogni autorizzazione edilizia oltre a quelle necessarie allo svolgimento dell’attività di ristorazione entro il 31 ottobre 2019 con possibilità di proroga per un termine non superiore ai 18 mesi e comunque con penali, da 400 euro per ogni giorno di ritardo nella consegna della struttura.

All’inizio del mese di maggio 2019 venivano intercettate alcune conversazioni dalle quali emergeva che il tecnico di fiducia di Cacciapuoti, si rivolgeva all’assessore Giulio Di Napoli, al fine di incontrare l’architetto Filippo Frippa, dirigente del Settore Sviluppo del Territorio del Comune di Giugliano.

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L’incontro avenne senza che però venissero fatti passi in avanti per il rilascio del peromesso, anzi. Il 3 settembre 2019 Cacciapuoti, stante l’inerzia dell’amministrazione comunale di Giugliano, richiedeva alla Città Metropolitana di Napoli di attivare poteri sostitutivi con la nomina di un commissario “ad acta” che avrebbe sostituito Frippa Filippo
nelle valutazioni sulla richiesta del permesso di costruire.

Ogni tentativo si rivelava però infruttuoso, tant’è che il 26 settembre 2019, Frippa inoltrava a Cacciapuoti Ferdinando un preavviso di diniego della sua richiesta di permesso a costruire, a cui avrebbe dovuto far seguito entro 40 giorni la decisione definitiva.

A quel punto la decisione di ‘abbandonare’ l’assessore Di Napoli ed affidarsi al sindaco Antonio Poziello che Cacciapuoti puntava di incontrare grazie all’intercessione di Andrea Abbate.

Un incontro che però Abbate non riuscì ad organizzare prima del fatidico 40esimo giorno dal preavviso di diniego. Tant’è che lo stesso Abbate cercò inutilmente di avvicinare Poziello senza alcun esito. Non riuscendo a parlare con il sindaco, Abbate decise di inviargli un messaggio (“Blocca a Filippo”) su whatsapp dal contenuto ritenuto importantissimo dai pm che hanno portato avanti l’indagine.

Filippo (Frippa) non inviò, infatti, la tanto temuta pec ai tecnici fiduciari di Cacciapuoti con il diniego, facendo tirare un sospiro di sollievo ad Abbate che commentò: “ok meglio così .. allora significa che l’imbasciata ce l’ha fàtta dai”. 

Una settimana dopo, Abbate riuscì nell’intento di realizzare l’incontro tra Antonio Poziello e Ferdinando Cacciapuoti che avvenne all’interno di un ristorante in zona Varcaturo, incontro documentato grazie ad un servizio di osservazione delle forze dell’ordine. A tavola si discusse così della questione Mc Donald’s con Poziello che illustrava le agevolazioni per l’iter burocratico per la concessione edilizia richiesta dall’imprenditore ed indicava anche due aspetti di particolare interesse.
In primo luogo, l’ex sindaco riferiva a Cacciapuoti che avrebbe dovuto relazionarsi solo con Andrea Abbate «… ti relazioni con lui » con la velata specificazione che, allorquando avesse avuto informazioni o richieste da comunicargli, lo avrebbe dovuto farlo mediante biglietti scritti (tipo pizzini) che lui avrebbe aperto una volta ricevuti:« ti relazioni con lui … man mano quando … quando che mi devi dire qualche cosa … vai da lui … apro e me lo metto qua dentro».
Per gli inquirenti “appare in tutta evidenza la gravità delle affermazioni del Sindaco che affidava a un commerciante di auto usate, già indagato per mafia e cognato acquisito dal reggente del clan Mallardo dell’epoca (Domenico Pirozzi), l’incarico di trattare per suo conto una pratica urbanistica così delicata, la quale, tra l’altro, non era di competenza del Sindaco e che era già stata oggetto di un preavviso di diniego firmato dal Responsabile del procedimento, l’architetto Filippo Frippa”.

Secondo quanto riportato nell’ordinanza di custodia cautelare Andrea Abbate si sarebbe rivolto a Poziello che, accettando la promessa di danaro e di voti in suo favore alle successive elezioni amministrative, avrebbe garantito l’intervento su Frippa al fine di non emettere il provvedimento definitivo di diniego della richiesta di permesso e dipredisporre un parere urbanistico ed edilizio favorevole al rilascio di un permesso a costruire convenzionato, con la relativa convenzione che sarebbe stata approvata poi dal Consiglio Comunale.

Un disegno criminoso che entrava così nel vivo con l’emissione, da parte di Frippa, di un provvedimento con cui comunicava a Cacciapuoti il conteggio degli oneri concessori,
atto prodromico alla concessione del permesso a costruire.

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Nonostante ciò, però, il permesso non veniva rilasciato in quanto il 7 febbraio 2020 le dimissioni contestuali della maggioranza dei consiglieri comunali portavano alla decadenza dell’amministrazione Poziello, nonostante i tentativi di Abbate e dello stesso Di Napoli di promuovere un intervento da parte dell’ormai ex sindaco per incidere su Frippa, arrivando alla stipula della convenzione con atto del commissario prefettizio che nel frattempo aveva preso la guida della città di Giugliano.

Tale azione, che sarebbe servita anche per consolidare il sostegno di Di Napoli a Poziello per le elezioni del 2020, non si concretizzò con Frippa che fece ritorno all’Ente di origine (Sant’Antimo) ed il commissario ad Acta che gli subentrò e che firmò il diniego definitivo con tanto di parola fine alla realizzazione del Mc Donald’s in via prolungamento Pigna.

L’Audi Q3 in cambio del rilascio dei permessi edilizi

Vi è poi un altro episodio che i magistrati hanno ipotizzato come un accordo per uno scambio tra l’ex assessore Giulio Di Napoli e l’architetto Filippo Frippa: un’audi Q3 per il dirigente, in cambio dei permessi per «Quelle, due tre cose», tra le quali, secondo i pm, ci sarebbe stata la redazione della comunicazione degli oneri da pagare relativa alla richiesta di Cacciapuoti.
Durante un dialogo avvenuto nel dicembre 2019 Frippa esternava il suo apprezzamento sull’autovettura di Di Napoli «com ‘è bella questa macchina!». Prontamente Di Napoli replicava chiedendo se quell’autovettura gli piacesse: «no, è fatta bene … (pausa) Ti piace?».
Frippa coglieva immediatamente il senso di quella domanda e rispondeva «non la voglio!», ridendo. Per i pm “Frippa aveva chiaramente interpretato quella domanda come un’offerta, e cioè come un invito ad accettare un regalo, che in maniera pronta aveva rifiutato, ma solo per rilanciare con la richiesta di un’autovettura a lui più gradita ed anche di maggior costo, ovvero un’ Audi Q3”.
Tant’è che al suo iniziale, apparente, rifiuto, Frippa immediatamente soggiungeva: «Voglio la Q3!». Per gli inquirenti “è di tutta evidenza che Di Napoli prometteva l’Audi Q3, espressamente richiesta dal Frippa, come corrispettivo della risoluzione delle questioni che erano state sottoposte e sollecitate al Frippa «Quelle due tre cose», tra le quali, senza dubbio la redazione della comunicazione degli oneri da pagare relativa alla richiesta di Cacciapuoti Ferdinando, così come era stata appena sollecitata da Cimmino Crispino e dallo stesso Di Napoli Giulio. Infatti, ricevuta la richiesta da parte del Frippa del!’ autovettura, Di Napoli non esitava a rappresentare la sua intenzione di accontentarlo, ma a condizione che – come detto – il Frippa risolvesse le questioni che gli aveva sollecitato entro le imminenti festività Natalizie”.

 

 



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