Innovazione per l’agricoltura sostenibile

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L’innovazione è un acceleratore di sostenibilità in agricoltura, come hanno spiegato i partecipanti ad Agrifood Forum 2025. Il Green Deal ha prodotto misure che pongono molti obblighi agli agricoltori, ma grazie all’innovazione le aziende agricole possono mantenersi in equilibrio tra produttività e conservazione dell’ambiente

Innovazione per l’agricoltura sostenibile

Senza innovazione tecnologica non c’è sostenibilità. Un concetto che è emerso forte e chiaro nel corso di Agrifood Forum 2025, l’evento organizzato da Rinnovabili in collaborazione con Confagricoltura.

L’innovazione è protagonista

Eppure c’è chi rimpiange i vecchi sistemi di coltivazione. Erano davvero migliori di oggi?

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Secondo Maurizio Notarfonso, responsabile del Laboratorio Innovazione delle filiere agroalimentari dell’ENEA, «considerando le conoscenze e i sistemi che avevamo a disposizione nel passato possiamo dire che si faceva il massimo.

Oggi è cambiato lo scenario: l’agricoltura fa parte della filiera agroalimentare, i prodotti primari sono legati ai passaggi successivi, che vanno dalla trasformazione alla distribuzione per arrivare al consumatore finale, che chiede cibi buoni e sostenibili».

Lungo la filiera, le competenze sono molto importanti perché gli agricoltori giocano il loro ruolo insieme ad altri attori – decisori politici, policy europee, aziende – in ambiti di riferimento diversi: imballaggi, dichiarazioni in etichetta, carbon farming.

Gli obblighi del Green Deal

Il Green Deal ha prodotto misure che pongono molti obblighi agli agricoltori. In questo quadro qual è il ruolo degli enti di ricerca? Il Laboratorio Innovazione delle filiere agroalimentari dell’ENEA cerca di trasferire agli operatori della filiera i risultati delle ricerche per incentivare la loro innovazione: circa il 90% delle aziende di trasformazione alimentare sono PMI, non potrebbero mai farcela da sole.

Pertanto, «puntare sulla ricerca applicata che va verso il mercato può diventare un asse vincente se messa a disposizione degli operatori.

Nell’aggiornamento costante delle competenze rientra anche la sfida dell’intelligenza artificiale. Questa, come la digitalizzazione della filiera, incontra l’interesse degli operatori innovativi: pensiamo solo a cosa può significare per il mercato la tracciabilità con la blockchain».

L’agricoltura di precisione

Tante sono le innovazioni tecnologiche per un’agricoltura sostenibile.

Agrobit è una startup nata nel 2022 che si occupa di agricoltura di precisione.

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Come ha spiegato Antonio Donnangelo, R&D Project Manager Agrobit, offre agli agricoltori una serie di servizi innovativi: sistemi di supporto alle decisioni, monitoraggio della resa, monitoraggio delle colture con i droni, sensori, software per l’analisi dei dati, centraline meteo.

A questo si unisce la formazione, sia per l’agricoltura 4.0 che con Agrobit Academy sul canale Youtube.

Agrobit ha tre soluzioni principali di intelligenza artificiale: IAgro (app mobile DSS per agricoltori e tecnici utilizzabile con lo smartphone che permette di risparmiare acqua e agrofarmaci), ITractor (camera stereoscopica sul trattore per valutare lo stato di salute del terreno e le stime di resa) e IDrone (rilievo con camera multispettrale/termica da drone per radiografare le colture).

Molti i sensori: termici (individuano gli stress idrici e ottimizzano l’irrigazione per evitare sprechi), multispettrali (per fare interventi mirati per ridurre e ottimizzare l’apporto di concimi e agrofarmaci), di suolo (identificano i vari parametri che indicano lo stato di salute del suolo per fare interventi mirati), meteo (rilevazioni meteo-climatiche con modelli previsionali per ottimizzare le attività in campo).

Aziende agricole in equilibrio tra produttività e conservazione dell’ambiente

Nella pagina di apertura del sito di Agricolus, azienda innovativa di Perugia che sviluppa soluzioni digitali per l’agricoltura, c’è una frase che rende molto bene l’idea del significato dell’agricoltura di precisione: «Un sistema che fornisce gli strumenti per fare la cosa giusta, nel posto giusto, al momento giusto».

Federica Ferroni,Academy Manager di Agricolus, l’innovazione non è solo un supporto alla trasformazione dei sistemi alimentari, ma un vero e proprio pilastro perché la trasformazione sia anche sostenibile.

La possibilità di monitorare le colture da remoto analizzando i dati agroambientali permette agli agricoltori una gestione più efficiente e tempestiva dei problemi: ovvero più produttività e meno utilizzo di risorse che si traducono in maggiore sostenibilità e resilienza dei sistemi agricoli.

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L’innovazione permette di mantenere l’azienda agricola in equilibrio tra produttività e conservazione dell’ambiente: unica strada percorribile per avere una sicurezza alimentare a lungo termine.

Agritrack aumenta la trasparenza e l’efficienza della filiera agroalimentare. L’obiettivo è trasferire dati in modo veloce: una tracciabilità digitale dalla semina alla distribuzione di un prodotto. Si rivolge a distributori di mezzi tecnici, associazioni di categoria, cooperative, aziende di trasformazione, stoccatori.

Se è un requisito agli occhi del consumatore finale, per l’agricoltore riduce i costi e l’impatto ambientale dando valore alla produzione.

Quale tecnologia è da preferire? Per Ferroni «è l’impiego integrato delle diverse soluzioni che porta a una migliore gestione dell’intera filiera. L’innovazione va intesa come un ecosistema integrato di strumenti che trasformano il modo in cui si coltiva».

Affidabilità e rappresentatività per un business plan climatico

Qual è il contesto dei servizi meteo italiani? Diversi attori sviluppano una filiera che offre un servizio a diverse tipologie di utenti e deve essere utile alle varie attività operative, spiega Andrea Chini, CEO Radarmeteo e co-fondatore Hypermeteo.

Abbiamo attori pubblici (ARPA, Protezione Civile) che costituiscono l’“ossatura” del servizio meteoclimatico che ci fa capire cosa succede nel nostro territorio. La ricerca studia i fenomeni per trovare soluzioni per monitorarli e prevederli meglio.

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I servizi privati sviluppano dati e servizi per varie tipologie di stakeholder, a cominciare dai servizi generalisti che tutti consultiamo.

Ci sono poi piattaforme che elaborano dati utili per aziende che operano sul territorio (agricoltori, infrastrutture, energia.

Radarmeteo eHypermeteo sono operatori privati che sviluppano data set meteoclimatici (ovvero una rappresentazione del presente e del futuro). Integrati a supporti decisionali supportano al meglio la gestione delle pratiche agricole. Inoltre, forniscono dati utili all’attività quotidiana di aziende di tutte le dimensioni.

I dati sono affidabili? La sola affidabilità non basta, afferma Chini, serve la rappresentatività del dato meteorologico: avere un dato affidabile per un determinato settore.

Grazie all’installazione di stazioni meteo distribuite, il flusso dei dati è continuo: è però importante analizzare e confrontare i dati per trarre informazioni di qualità.

Interessante la fornitura di informazioni meteo alle aziende assicurative per disporre i rimborsi diretti agli agricoltori.

La capacità di usare un dato numerico per pianificare al meglio le proprie scelte è definito “business plan climatico”.

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Astaxantina naturale, l’innovazione nel piatto

Matteo Ballottari, professore ordinario nell’Università di Verona e CEO della startup Asteasier, spiega cos’è l’astaxantina naturale al centro di un progetto pluripremiato e finanziato dall’Unione Europea.

«L’astaxantina è un pigmento rosso che deriva dal petrolio. È un additivo indispensabile nell’allevamento di vari pesci, soprattutto dei salmoni, tanto che viene addizionato ai mangimi.

Tale prodotto non è approvato per l’uso alimentare umano, ma indirettamente lo assumiamo lo stesso mangiando il salmone».

Se pensiamo che il 70% dei salmoni che mangiamo è di allevamento, possiamo immaginare quanta astaxantina derivata dal petrolio abbiamo ingerito.

«C’è quindi un problema di sostenibilità che abbiamo risolto trasformando la CO2 da problema a risorsa con la fotosintesi delle microalghe, organismi unicellulari che si possono coltivare».

L’astaxantina naturale ha un altro pregio non indifferente: è uno degli antiossidanti più forti in natura.

Perché il mercato premia l’astaxantina sintetica? Perché costa molto meno di quella naturale, il cui processo di produzione è complesso.

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Asteasier ha sviluppato nuovi ceppi di microalghe con un processo di produzione più semplice, più veloce e meno costoso che rendono l’astaxantina naturale competitiva con la variante sintetica è utile per la mangimistica e la nutraceutica.

«Il prodotto è sostenibile e testato in allevamenti ittici con buoni risultati. Siamo pronti a entrare nel mercato della nutraceutica e nel giro di due anni, dopo aver conseguito ulteriori certificazioni, entreremo nel mercato dell’aquafeed».



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