A Sassari vivono 6483 cittadini stranieri

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Corso Vittorio Emanuele (© archivio SardegnaDies – SARdies)

Sassari. Aumentano gli stranieri residenti in città, con un terzo di loro che vive nel centro storico. Al 31 dicembre 2024 il dato ufficiale, a disposizione dell’anagrafe e dello stato civile comunali, parla di 6483 cittadini stranieri che vivono a Sassari, su un totale di residenti di 121650. Tra gli stranieri sono compresi anche 358 che hanno la doppia cittadinanza (un’altra, oltre a quella italiana). Venerdì mattina, la Prima commissione permanente del Consiglio comunale, presieduta da Stefano Manai (Pd), ha seguito l’analisi dei numeri presentati dal responsabile del servizio Statistica e controllo di gestione del Comune, Giuseppe Medda. Cifre che raccontano come sia cambiata Sassari negli ultimi trent’anni (e che si riferiscono ovviamente agli stranieri regolarmente registrati).

La seduta di ieri mattina della Commissione

La serie numerica indica innanzitutto che tra il 2000 e il 2020 il numero degli stranieri residenti è raddoppiato decennio dopo decennio. Nel 1990 erano appena 630 su un totale di residenti di 116mila, ovvero uno striminzito 0,5 per cento; nel 2000 ancora stavano sotto quota mille, 952 su 119mila residenti. Ma nel 2010 erano saliti a 2285 (su 122743 residenti, pari all’1,9 per cento), per poi aumentare esponenzialmente nel 2020 a 5597 su 123703 residenti, con una significativa percentuale del 4,5 per cento. Oggi siamo al 5,3 per cento della popolazione residente (tra l’altro, in calo).

Interessanti anche i numeri relativi alle singole nazionalità. In tutto sono 118, di cui 30 con almeno 30 cittadini residenti: tra queste dieci hanno almeno 100 residenti. Rispetto al 1990 risulta completamente stravolta la classifica delle comunità più rappresentate. Allora era dominata dai senegalesi con 257 presenze (adesso sono 999, comunque secondi), oggi il gruppo più rappresentato è quello rumeno, 1041 residenti (quasi assente fino al 2000).

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La terza comunità più rappresentata è quella cinese (541). Seguono poi nigeriani (521, curiosamente in calo: erano 630 nel 2020, appena uno nel 1990), bangladesi (360, ma l’immigrazione dal Bangladesh è recente: nel 2000 a Sassari vivevano appena tre bengalesi), ucraini (345), marocchini (267), pachistani (239), filippini (110) e russi (105). Seguono tutte le altre comunità.

Palazzo Ducale, sede del Comune di Sassari

Fra gli stranieri prevalgono gli uomini, 52,3 per cento (3390 vs 3093 donne). Curiosamente nel 1990 i maschi erano addirittura il 71,9 per cento, ma già nel 2010 la situazione si era ribaltata, con la componente femminile salita al 57,2 per cento, per arrivare così a un rapporto più equilibrato nel 2024. Ma ci sono grandi differenze riguardo all’origine. Dall’Europa dell’est Europa arrivano in gran parte donne (per Ucraina e Russia arrivano a oltre l’80 per cento, con una età media medio-alta, oltre 50 anni, presumibilmente impiegate come badanti); mentre sono prevalentemente uomini i cittadini di Bangladesh, Pakistan e Senegal, con Cina, Marocco e Filippine più equilibrati.

Per quanto riguarda le età, gli stranieri sono l’8,1 per cento nella fascia tra 0 e 2 anni, il 7,6 per cento da 3 a 5 anni e il 12 per cento in quella fra i 26 e i 35 anni. Percentuali in crescita anche tra i nuovi nati in città: 40 su 533, pari al 7,5 per cento.

L’età media rimane inferiore a quella dei sassaresi: 38 anni i primi, 48 anni e tre mesi gli altri. Fino al 2000 l’età media era più bassa fra le donne, che oggi invece hanno oltre cinque anni più degli uomini, con nigeriani, bangladesi e pachistani con l’età media più bassa.

Oltre un terzo dei cittadini stranieri risiede nel centro storico e sono soprattutto senegalesi, nigeriani e bangladesi. Ma il cuore antico della città, stando ai dati ufficiali, non è invaso dagli stranieri, che sono un quarto della popolazione che lì vive. Percentuale alta anche a Caniga con oltre il 16 per cento, un livello determinato dalla presenza forte di cinesi.

«I numeri ci raccontano che la nostra città continua a perdere giovani e che la presenza di cittadini stranieri è in costante crescita, con comunità sempre più radicate e diversificate – riflette il presidente della commissione, Stefano Manai –. Mentre Sassari fatica a trattenere i propri giovani, altri giovani scelgono di vivere qui, lavorare, crescere famiglie e investire nel nostro territorio, se vogliamo contrastare lo spopolamento e rendere Sassari una città più dinamica, dobbiamo lavorare per creare opportunità per tutti, favorire l’integrazione e riconoscere che la diversità è una risorsa e non un fenomeno marginale».

L’assessore Giuseppe Masala

I dati elaborati sono il frutto dell’attività di raccolta effettuata dal settore che fa capo all’assessore Giuseppe Masala, la cui delega comprende Bilancio, Tributi, Programmazione, Società partecipate, Transizione digitale e Innovazione. «Una città che accoglie e valorizza chi la sceglie e sceglie di viverci, indipendentemente dalle proprie origini, è una città più forte e più capace di affrontare le sfide del domani – sostiene l’assessore –. L’attuale amministrazione comunale è determinata a fare la sua parte l’attività che ci vede impegnati quotidianamente è orientata a migliorare i servizi, a creare politiche di inclusione efficaci e a investire nella formazione e nel lavoro». (lu.fo.)

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