Brogi: “La richiesta di case popolari è elevatissima: occorre un piano nazionale straordinario. E bisogna lavorare contro la dipendenza dai social dei giovani”

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L’emergenza abitativa, il disagio giovanile, il ruolo dell’istruzione e la tutela degli animali sono temi centrali nell’agenda dell’assessore comunale della Spezia, Lorenzo Brogi. Con deleghe che spaziano dalle Politiche sociali all’Istruzione, Brogi affronta quotidianamente questioni di forte impatto sulla vita dei cittadini, cercando di coniugare interventi immediati con una visione a lungo termine.
In particolare, nei giorni scorsi le commissioni prima e quarta hanno licenziato la pratica contenente le modifiche al regolamento per l’assegnazione degli alloggi popolari.
“La modifica dell’articolo 9 del regolamento per l’assegnazione degli alloggi di edilizia popolare introduce un ampliamento della rosa dei soggetti che possono accedere all’assegnazione d’urgenza di una casa da parte dei nostri uffici”.

In che modo si concretizza l’allargamento della platea?
“Si tratta di un ampliamento qualitativo perché avviene nel momento in cui viene certificata una precedente partecipazione del nucleo familiare alla ricerca di una soluzione abitativa da parte del servizio di mediazione alloggiativa del Comune. Di fatto andiamo a rispondere in maniera più puntale alle esigenze della cittadinanza, dando maggiore spazio a chi ha dimostrato di voler uscire da una situazione di difficoltà collaborando con i nostri assistenti sociali, a discapito di quanti, invece, pur essendo in condizione di permetterlo con le proprie risorse, si negano nel corso dei tentativi di ricerca di un appartamento, attendendo unicamente che si arrivi all’applicazione dell’articolo 18 del regolamento, ovvero quello dell’assegnazione in emergenza.
Inoltre con la modifica che ci apprestiamo a portare in consiglio comunale, i nuclei familiari che partecipano attivamente al raggiungimento degli obiettivi definiti nel progetto di aiuto e che si trovano in strutture alberghiere o extra alberghiere a carico del Comune potranno usufruire dell’assegnazione in emergenza riducendo così i costi a carico delle casse municipali e dando un alloggio più stabile e decoroso alle famiglie che ne avranno bisogno per un periodo di due anni, con la possibilità di prolungarlo di altri due”.

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Qual è la situazione cittadina rispetto al tema del diritto alla casa?
“La richiesta di accesso all’edilizia residenziale pubblica è di oltre 2.000 domande. La popolazione negli ultimi anni è cambiata: siamo a 94mila residenti, ai quali bisogna aggiungere una forte incidenza di lavoratori extracomunitari che non risiedono in città e che insieme al fenomeno della ricettività extra alberghiera hanno un po’ saturato il mercato immobiliare. È evidente che il fabbisogno è elevato. L’amministrazione comunale e la Regione hanno un potere limitato, la questione è nazionale. Purtroppo da Fanfani in poi nessun governo ha messo il diritto alla casa al primo posto tra le sue priorità con una piano straordinario di edilizia popolare per le famiglie”.

Come sta procedendo l’assegnazione degli alloggi popolari?
“Abbiamo chiuso il bando l’anno scorso a settembre e ora stiamo assegnando i primi 40 alloggi degli oltre 350 disponibili. Poi, seguendo la graduatoria, procederemo con altri 40 entro la fine dell’anno. Stiamo operando in stretto contatto con Arte per soddisfare nel più breve tempo possibile le esigenze dei cittadini”.

Esigenze che sono sempre più pressanti, perché se è vero che i numeri dell’occupazione sono positivi, lo stesso non si può dire di quelli relativi al reddito…
“Sì, casa e lavoro sono due capisaldi della Costituzione e del vivere civile, ma oggi i redditi arrancano rispetto all’inflazione e al costo della vita. E questo vale tanto per le famiglie, quanto per chi vive da solo: chi è monoreddito fatica ad arrivare a fine mese. C’è una bolla speculativa sugli affitti e manca la risposta da parte dell’edilizia pubblica, che aiuterebbe ad abbassare i prezzi. Servirebbe un riequilibrio per andare incontro alle fasce più deboli della popolazione.
In questo il social housing ha dato risposte interessanti, però prevalentemente a favore delle fasce di reddito medie, aiutando le famiglie a trovare alloggi moderni e sostenibile. Ben vengano campagne come quelle di Via Fontevivo e della Pianta, i cui appartamenti oggi sono tutti occupati”.

A che punto è il piano di risanamento del patrimonio immobiliare, finanziato con le alienazioni di appartamenti dell’edilizia residenziale pubblica?
“Stiamo lavorando con la Regione per ottenere maggiori risorse per il recupero degli alloggi: già lo scorso anno abbiamo concluso la prima tranche di riqualificazioni in Via Bologna, ma stiamo cercando di avere un sostegno per poter creare nuovi spazi residenziali pubblici, con il sindaco Peracchini in prima linea. Sul fronte delle alienazioni, dal 2022 a oggi, sono stati venduti 10 immobili, per un introito di oltre 500mila euro”.

Le difficoltà delle famiglie possono portare a effetti negativi sulla crescita delle nuove generazioni?
“Sì, è tutto collegato. Le criticità vissute dai genitori si ripercuotono sui figli, tramutandosi in disagio giovanile e questo porta i Servizi sociali a doversi muovere su più fronti. Il quadro dei giovani è preoccupante. L’80 per cento sviluppa una dipendenza da social network, che sono l’alienazione dell’essere umano. Ma c’è anche chi si rifugia in droga o alcol. Si registrano molti casi di depressione, si è perso il senso di comunità e di appartenenza. Si vive in forma singola associata, in solitudine e con i social come unico rapporto col mondo. Recentemente ho incontrato 120 ragazzi e solo 5 di loro utilizza i social network meno di un’ora al giorno e solo 10 meno di 3 ore al giorno. E il dramma è che gli esempi che hanno in casa non sono diversi. Bisogna lavorare molto su questo tema, così come sui contenuti delle piattaforma di streaming, dai cui contenuti i ragazzi apprendono molto, pensando che siano aderenti alla realtà. Ma tra la fiction e la realtà c’è una enorme differenza”.

Come intervenire per limitare questi fenomeni?
“Lo Stato potrebbe dare una stretta e ritengo che potrebbe essere utile reintrodurre il servizio militare o rendere obbligatorio quello civile. Manca il senso di appartenenza a una comunità, e in questo senso anche lo sport è fondamentale: chi lo pratica difficilmente inciampa in situazione che lo potranno portare al disagio giovanile. Invece la mancanza di punti di riferimento fa sentire come una barca alla deriva in mezzo al mare”.

Lei ha anche la delega alla tutela degli animali: sulle pagine di CDS accogliamo settimanalmente le notizie relative al canile municipale. Come valuta questa realtà?
I volontari dell’associazione “L’Impronta” sono stupendi e il canile spezzino è un esempio a livello nazionale, con strutture sempre più accoglienti e un numero crescente di adozioni. Siamo orgogliosi del lavoro che si sta portando avanti anche rispetto alla meticolosità con cui si verifica il buon andamento delle adozioni per la tutela degli animali”.

E per quel che riguarda la delega all’Istruzione? Cosa sta portando avanti in questo periodo il suo assessorato?
“Stiamo rifacendo il polo dell’infanzia della Pianta con risorse del Pnrr, una scelta politica molto lungimirante. L’anno scorso abbiamo ricevuto la visita di esponenti del sistema educativo della Valle d’Aosta che hanno voluto vedere da vicino il nostro sistema dei poli dell’infanzia che sta dando risultato eccellenti sotto il profilo educativo. Il polo prevede che le classi contigue di nido e scuola dell’infanzia siano in comunicazione tra loro perché la mescolanza favorisce la crescita. E anche in questo siamo un modello a livello nazionale”.

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