Pensioni: appena comunicata la sospensione, come andare avanti fino al ripristino e quanti mesi attendere, c’è chi dice che è giusto

Che la Legge di Bilancio 2025 abbia determinato degli aggiornamenti sulle pensioni è noto, ma nessuno avrebbe mai potuto immaginarne la sospensione!

Si parla di cambiamenti di un certo peso che provocano stravolgimenti e dinamiche inedite. Le decisioni in merito, vanno prese nel minor tempo possibile, ma come se regna sovrana la confusione? Non è normale che la tensione del sistema previdenziale sia così accesa, ma ciò discende dalla comunicazione della sospensione delle pensioni. Per qualcuno sarà molto difficile arrivare a fine mese, infatti non mancano polemiche, ecco come tutelarsi.

Sembra assurdo, ma dall’entrata in vigore della Legge di Bilancio del 2025 sono conseguite delle novità che hanno modificato ampiamente la gestione del settore previdenziale. Sono infatti venute fuori due dinamiche che non le si può non considerare in vista di un esito abbastanza simile, quello che meno piace ai cittadini. Poche tutele, e solo il soddisfacimento di doveri.

Si tratta di due episodi contraddistinti da altrettanti due incubi: perdita del trattamento pensionistico, con tanto di obbligo nel ritornare le somme percepite nell’anno precedente!

Le prima storia ha come protagonista un cittadino altoatesino che ha deciso di conseguire la pensione con la Quota 100, ma è stato colpevole di aver lavorato un solo giorno. Infatti, dopo aver fatto la comparsa in un film e aver ricevuto 77 euro di retribuzione, ha visto la sospensione della pensione non per un mese, non per due, bensì per tutti i mesi restanti la fine dell’anno!

Ma non solo, ha dovuto anche restituire le mensilità già percepite. Si parla di una somma di 19 mila euro in totale: come può sopravvivere? Soprattutto è legittimo questo provvedimento? Ma non finisce qui, perché a vedersi sospesa la pensione è anche un altro cittadino, ma di un’altra Regione.

Con la sospensione delle pensioni la situazione si complica per chiunque

Ricapitolando, già dal primo episodio, si evince quanto si rigida la normativa. Un cittadino deve fare ferro e fuoco per conseguire la pensione, ma se per diletto decide di compiere un’azione alternativa, ma comunque innocua, come quella di fare la comparsa in un film, può rischiare grosso. Un pensionato senza entrate fino alla fine dell’anno, come può sopravvivere? C’è anche un altro caso che ha comportato la sospensione della pensione, dimostrando che la questione sia complicata per chiunque.

Protagonista del secondo episodio è un cittadino del Veneto, anche lui aveva deciso di andare in pensione e con la stessa modalità dell’altoatesino, cioè con la Quota 100. Cosa avrà combinato? Anche lui si è visto destinatario dello stesso trattamento, in seguito all’aver percepito 230 euro mensili per dei lavori svolti tra giugno e ottobre 2023.

Niente pensione, con tanto di restituzione di quanto percepito. Seppur un totale inferiore rispetto il caso precedente menzionato, il cui ammontare era di 19 mila euro, anche qui si parla di un bel gruzzoletto, appunto di circa 12 mila euro!  Si evince nell’immediato la sproporzione tra quanto guadagnato e quanto si sarebbe dovuto percepire con la regolare emissione della pensione, ma è proprio su questo punto che l’INPS ha deciso di intervenire.

Con una comunicazione pubblica, risalente al 30 gennaio del 2024, l’INPS chiarisce che nel rispetto della normativa vigente, ci sono delle situazioni di incumulabilità tra pensioni e redditi di lavoro. Cioè ci sono dei casi in cui in base alla pensione e al tipo di lavoro, si entra in conflitto e si è destinatari del salato provvedimento. Ma riguarda tutte le pensioni a prescindere?

Le conseguenze valgono per tutti indistintamente? Ci sono delle eccezioni di categoria

È bene precisare che non si parla di tutti, ma di certo con le pensioni, appunto Quota 100, 102 e la 103. Dal primo giorno di decorrenza di queste, fino alla maturazione dei requisiti, non ci può essere la cumulabilità di reddito da parte di prestazioni autonome. Quindi, è per legge che ciò non è consentito. Anche perché si tratta di una misura transitoria, poiché attiene al temporaneo periodo che serve per maturare i requisiti che mancano al conseguimento della pensione definitiva. Ma è sempre così? Ci sono eccezioni.

L’eccezione è di chi compite lavoro autonomo occasionale, ma non superando la soglia di 5 mila euro lordi annui. Ciò lo ha confermato la stessa Corte Costituzionale nella sentenza n. 234 che risale al novembre del 2022. Questa ha riconosciuto legittima la disposizione per cui non si possono cumulare pensione e prestazioni di lavoro autonome, ma fatta eccezione in questo caso. Per la Corte il Legislatore ha mal ponderato le scelte del lavoratore quando decide di uscire dal mondo del lavoro.

Poiché non ha considerato né il gap generazionale, né l’effettiva sostenibilità del sistema pensionistico, cioè se quest’ultimo è in grado di pagare i pensionati con somme soddisfacenti. Una Riforma delle pensioni ci vorrebbe come il pane, altro che sospensione. Ma lo Stato non ne ha le risorse per portarla avanti.

Così, alcuni continuano a lavorare dato che non riescono ad arrivare a fine mese, non perché si è trattato di semplice “diletto” e per uscire dalla noiosa routine. Anche l’INPS insiste sul fatto che chi beneficia del suddetto trattamento, dovrebbe essere informato in maniera trasparente dei rischi che corre se non rispetta il principio di incumulabilità delle pensione con i redditi da lavoro.