Banca Ifis: nel 2024 utile netto consolidato in crescita a 162 milioni di euro. Nel triennio utili cumulati per 463 milioni di euro, +12% rispetto agli obiettivi previsti dal Piano Industriale 2022-24

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La solida posizione di capitale consente la distribuzione di un dividendo totale di 111,5 milioni di euro a valere sul 2024 (pari a 2,12 euro per azione), superiore di circa il 40% agli obiettivi del Piano Industriale, di cui 63,1 milioni di euro (1,20 euro per azione) distribuiti il 20 novembre 2024 e 48,4 milioni di euro (0,92 euro per azione) che verranno distribuiti il 21 maggio 2025.

  • Completata la trasformazione digitale della Banca: le nuove piattaforme front-end e i processi interni posizionano la Banca all’avanguardia nei servizi digitali alla clientela.
  • Confermata la leadership nella sostenibilità, testimoniata anche dal miglioramento nei principali rating ESG, attraverso un approccio integrato e concreto finalizzato a creare un impatto sociale positivo per tutti gli stakeholders.
  • Nel 2024, i ricavi consolidati si attestano a 699,2 milioni di euro e riflettono il positivo andamento dell’attività commerciale, del business Npl e del comparto finanza proprietaria, che ha compensato l’aumento del costo della raccolta.
  • Solida base patrimoniale con un CET1 ratio del 16,10%, includendo l’utile del 2024, al netto del dividendo maturato, ampiamente superiore ai requisiti patrimoniali richiesti[1]. Il dato risulta inoltre superiore di 100 punti base all’obiettivo di Piano Industriale pari al 15,10%.
  • Depositato in Consob il documento di offerta relativo all’Opas promossa dalla Banca ai sensi degli articoli 102 e 106, comma 4, del TUF sulla totalità delle azioni ordinarie di illimity Bank S.p.A.

 

Risultati preliminari consolidati del 2024
Dati consolidati riclassificati[2] – 1° gennaio 2024 / 31 dicembre 2024

Microcredito

per le aziende

 

  • L’utile netto consolidato di pertinenza del Gruppo Banca Ifis è pari a 161,6 milioni di euro, in crescita rispetto ai 160,1 milioni del 2023. Il risultato porta a 463 milioni di euro gli utili cumulati del triennio 2022-24, superiori del 12% rispetto agli obiettivi delineati nel Piano Industriale D.O.E.S. Sui risultati del 2024 ha influito positivamente l’andamento del business commerciale e del Settore Npl, oltre che l’attività del comparto Finanza proprietaria.
  • Il margine di intermediazione a 699,2 milioni di euro, sostanzialmente stabile rispetto ai 704,6 milioni di euro del 2023, beneficia della crescita del Settore Commercial & Corporate Banking (+2,0%, pari a 6,8 milioni di euro, rispetto al 2023), del positivo contributo del Settore Npl (+0,6%, pari a 1,7 milioni di euro, rispetto al 2023), nonché dell’incremento dei risultati derivanti dall’attività del comparto Finanza proprietaria (+57%, pari a 35,1 milioni di euro, rispetto al 2023). Tali valori compensano l’aumento del costo della raccolta.
  • Il costo del credito è pari a 37,7 milioni di euro, rispetto ai 52,4 milioni di euro del 2023, a conferma della prudente gestione del rischio di credito degli ultimi trimestri.
  • I costi operativi, pari a 406,9 milioni di euro (+3,1% rispetto ai 394,6 milioni di euro del 2023), aumentano per le maggiori spese del personale (169,9 milioni di euro rispetto a 163,8 milioni di euro del 2023), principalmente per la crescita del numero di dipendenti e del rinnovato CCNL oltre che per le maggiori altre spese amministrative (247,5 milioni di euro rispetto a 238,2 milioni di euro del 2023). Tali incrementi riflettono anche l’integrazione di Revalea.
  • La posizione di liquidità al 31 dicembre 2024 è pari a circa 1,4 miliardi di euro di riserve e attivi liberi finanziabili in BCE (LCR superiore al 700%).

Requisiti di capitale[3]

  • Il CET1 è pari a 16,10% (14,87% al 31 dicembre 2023) e il TCR è pari a 18,11% (17,44% al 31 dicembre 2023), calcolati includendo l’utile generato nel 2024 al netto del dividendo maturato. Il dato di CET1 risulta superiore di 100 punti base all’obiettivo di Piano Industriale pari al 15,10%.

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Roma, 10 febbraio 2025 – Il Consiglio di Amministrazione di Banca Ifis, riunitosi oggi sotto la Presidenza di Ernesto Fürstenberg Fassio, ha approvato i risultati consolidati preliminari relativi all’esercizio 2024.

“In questi tre anni abbiamo portato a termine con successo il Piano Industriale superando tutti gli obiettivi finanziari prefissati e orientando la Banca, sempre di più, verso la digitalizzazione e la sostenibilità. L’utile cumulato raggiunto nel triennio è stato pari a 463 milioni di euro, superiore del 12% rispetto ai target di Piano. La remunerazione degli azionisti, attraverso la nuova dividend policy approvata nel 2023 e la distribuzione di dividendi costanti, ci consente di raggiungere un payout ratio intorno al 70%. Questi risultati sono stati ottenuti mantenendo intatta la solida base patrimoniale della Banca, con un CET1 pari al 16,1%, superiore di circa 100 punti base all’obiettivo di Piano del 15,1%. In linea con la nostra visione di impresa che mette al centro la sostenibilità in tutte le sue dimensioni, abbiamo rafforzato il nostro impegno con iniziative distintive come il Social Impact Lab Kaleidos, attraverso cui abbiamo realizzato circa 40 progetti a elevato impatto sociale a favore delle persone nei territori nei quali operiamo”, dichiara Ernesto Fürstenberg Fassio, Presidente di Banca Ifis.

 “L’utile netto del 2024, pari a 162 milioni di euro, si è attestato su livelli superiori agli obiettivi di Piano, come l’utile dei due esercizi precedenti: si tratta di un chiaro segnale della bontà e dell’efficacia della nostra azione trasformativa. Gli elevati livelli di profittabilità e la nuova politica di dividendo ispirata dal nostro azionista di riferimento ci hanno consentito non solo di essere generosi con i nostri stakeholder, ma anche di posizionarci in un ruolo di primo piano nel complesso panorama bancario italiano. Nel periodo di Piano la Banca ha registrato una importante crescita nel business Corporate e Commercial Banking, sia sotto il profilo dell’utile che dei volumi. La Banca ha, inoltre, completato l’acquisizione di Revalea da Mediobanca e dispone ancora oggi di livelli di capitale che ci consentono di guardare con interesse ad ulteriori opportunità. Pur avendo di fronte ad un contesto certamente meno generoso per il settore bancario, Banca Ifis può oggi guardare con ottimismo ad un futuro in cui sarà in grado di beneficiare del percorso impostato in questi ultimi tre anni al fine di favorire la sua ulteriore crescita”, dichiara Frederik Geertman, Amministratore Delegato di Banca Ifis.

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I ricavi del Settore Commercial & Corporate Banking del 2024, in crescita del 2,0% rispetto al 2023, riflettono il dinamismo e la qualità del lavoro della rete commerciale, che ha consentito la crescita delle attività – nonostante la minore domanda di credito a livello Paese dovuta ai più alti tassi di interesse – e ha permesso al Gruppo di compensare l’aumento del costo della raccolta. Nel 2024 la Banca ha dato vita a nuove soluzioni pensate per rafforzare l’offerta commerciale a supporto delle imprese. Tra queste, si segnalano le nuove partnership con primari operatori internazionali, come Yamaha Motors, nel leasing e noleggio di biciclette elettriche per il comparto turistico.

I ricavi del Settore Npl del 2024, in crescita dello 0,6% rispetto al 2023, riflettono i minori acquisti di portafogli Npl. I recuperi di cassa sui portafogli acquistati del 2024, includendo 53 milioni di euro di Revalea, sono stati pari a 422 milioni di euro, in aumento del 6% rispetto al 2023. L’attività di recupero giudiziale e stragiudiziale non evidenzia, a oggi, impatti negativi significativi derivanti dal rialzo dell’inflazione e dei tassi di interesse ma risente delle tempistiche più lunghe dell’attività giudiziale.

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Il costo medio della raccolta al 31 dicembre 2024 si è attestato al 3,87%, in aumento rispetto al costo medio del 2023 di 3,08%. Lo spread medio, calcolato come differenziale tra interessi alla clientela medi e costo della raccolta medio è risultato in leggera contrazione, dal 2,38% del 2023 al 2,18% del 2024, con un trend che si è manifestato soprattutto nell’ultimo trimestre dell’anno per effetto della riduzione dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea.

Il portafoglio titoli facente capo al comparto Finanza proprietaria, pari a circa 2,9 miliardi di euro, è leggermente inferiore rispetto ai 3,1 miliardi di euro di dicembre 2023. La duration del portafoglio è stata allungata da 2,3 anni di dicembre 2023 a 3,8 anni di dicembre 2024, a conferma di una gestione attiva e opportunistica, sempre mantenendo un profilo di rischio limitato.

I rapporti di qualità dell’attivo, il Gross Npe Ratio e il Net Npe Ratio, si attestano rispettivamente al 5,4% e al 2,9% (rispettivamente 5,7% e 3,2% al 30 settembre 2024), in leggero miglioramento rispetto al trimestre precedente per effetto dell’aumento dei crediti in bonis imputabile alla stagionalità dell’Area Factoring, mentre i crediti deteriorati lordi sono rimasti sostanzialmente stabili in termini di importo rispetto al 30 settembre 2024. I rapporti di qualità dell’attivo al 31 dicembre 2024 si attesterebbero rispettivamente al 5,0% e al 2,5%, escludendo le riclassificazioni derivanti dall’applicazione della normativa sulla Nuova Definizione di Default ai crediti verso il Sistema Sanitario Nazionale (SSN), caratterizzati da un limitato rischio di credito e da lunghe tempistiche di pagamento. La copertura media dei crediti deteriorati è stata continuamente rafforzata dal 35% del 2022 al 48% del 31 dicembre 2024.

I coefficienti patrimoniali confermano la forte solidità del Gruppo. Entrambi i principali indicatori si mantengono ampiamente superiori ai livelli minimi richiesti, con il CET1 Ratio consolidato pari a 16,10% (14,87% al 31 dicembre 2023) e il Total Capital Ratio consolidato pari al 18,11% (17,44% al 31 dicembre 2023), calcolati includendo l’utile del 2024 al netto del dividendo maturato.

La solida posizione di capitale consente la distribuzione di un dividendo totale di 111,5 milioni di euro a valere sul 2024 (2,12 euro per azione), superiore di circa il 40% agli obiettivi del Piano industriale, di cui 63,1 milioni di euro (1,20 euro per azione) distribuiti il 20 novembre 2024 e 48,4 milioni di euro (0,92 euro per azione) che verranno distribuiti il 21 maggio 2025.

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Banca Ifis e l’impegno nella sostenibilità

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Il 2024 ha visto il completamento del Piano triennale ESG di Banca Ifis che ha riguardato tre principali aree di intervento: sociale, di governance e ambientale. Sul fronte sociale, il Social Impact lab Kaleidos, ispirato dal Presidente Ernesto Fürstenberg Fassio, ha realizzato oltre 40 iniziative per un impegno complessivo di 7 milioni di euro, in crescita rispetto ai 6 milioni inizialmente previsti dal Piano. Per quantificare l’impatto sociale generato da queste progettualità, Banca Ifis, in collaborazione con Triadi – spinoff del Politecnico di Milano guidato dal prof. Mario Calderini –, ha sviluppato un modello di misurazione dell’impatto che permette di quantificare in termici economici il ritorno generato da queste iniziative. Applicato a tutte le progettualità di Kaleidos già realizzate, il modello di misurazione d’impatto ha evidenziato come un euro investito da Banca Ifis in iniziative sociali ha generato, in media, 5,1 euro di valore sociale. Tra le iniziative più rilevanti realizzate nel periodo si segnalano quelle nell’ambito della ricerca medico scientifica, con il supporto alla Fondazione Ospedale Pediatrico Bambino Gesù nel progetto di ricerca teso a valutare la sicurezza e l’efficacia della terapia genica con cellule CAR-T sui giovani pazienti con recidiva o refrattari alle altre cure oggi disponibili per i tumori maligni del sistema nervoso centrale. Altra significativa collaborazione pluriennale è quella con la Fondazione Ricerca Biomedica Avanzata di Padova, tramite i progetti “Adotta un ricercatore” e il supporto degli studi nell’ambito delle patologie neuromuscolari e metaboliche. Sempre grazie a Kaleidos, Banca Ifis è intervenuta a supporto di progetti rivolti alle categorie più fragili, come l’erogazione a favore della Fondazione Banco Alimentare Onlus, che ha permesso di distribuire l’equivalente di dieci milioni di pasti alle persone in difficoltà.

Sul fronte della governance, la Banca ha costituito un Comitato Sostenibilità, presieduto da Ernesto Fürstenberg Fassio, che ha un ruolo di indirizzo di tutte le iniziative che la Banca realizza nell’ambito della sostenibilità. Tali iniziative sono state valutate positivamente dall’agenzia di rating internazionale MSCI che, nel corso del 2024, ha alzato il rating di Banca Ifis portandolo da A ad AA, posizionando la Banca tra i leader del settore finanziario.

L’innovazione sostenibile del modello di business di Banca Ifis ha guidato anche la realizzazione di iniziative ad elevato impatto positivo per l’ambiente. Dopo aver aderito come prima challenger bank in Italia all’iniziativa promossa dalle Nazioni Unite Net Zero Banking Alliance (NZBA), volta ad accelerare la transizione sostenibile del settore bancario internazionale, il Gruppo ha comunicato i propri target di riduzione entro il 2030 delle emissioni finanziate sul portafoglio creditizio. Nell’arco del piano, Banca Ifis ha sviluppato inoltre diversi nuovi prodotti per accelerare la transizione sostenibile delle imprese e della nostra economia come le soluzioni per favorire la mobilità sostenibile e la transizione energetica, realizzate in collaborazione con primari partner internazionali.

L’impegno sociale di Banca Ifis si è concretizzato anche attraverso “Ifis art”, il progetto voluto e ideato dal Presidente Ernesto Fürstenberg Fassio per la valorizzazione dell’arte, della cultura, della creatività contemporanea e dei loro valori, anche attraverso iniziative pubblico-private. Simbolo di Ifis art – che rappresenta uno dei maggiori esempi di corporate collection aziendale – è la collezione del Parco Internazionale di Scultura di Villa Fürstenberg – aperto gratuitamente al pubblico ogni domenica – con oltre trenta opere di alcuni tra i più noti esponenti dell’arte contemporanea italiana e internazionale. Sempre nell’ambito di Ifis art, nel triennio appena concluso, Banca Ifis ha accolto l’appello del Ministero dei Beni Culturali per il salvataggio e la messa in sicurezza di The Migrant Child, una delle due sole opere dell’artista Banksy presenti sul suolo italiano. Il progetto, che prevede anche il restauro del quattrocentesco palazzo su cui si trova l’opera, sarà avviato ad inizio 2025 e completato entro il 2026.

Nell’ambito della strategia di supporto delle attività culturali e di impatto sociale, Banca Ifis nel corso del 2023 ha acquisito una quota di partecipazione, pari al 2,4%, nell’ambito dell’aumento di capitale dell’Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani nel 1925. Nel 2024, inoltre, Banca Ifis è entrata, con una quota di minoranza, nel capitale di The Street S.r.l., la società che cura la gestione dell’hub culturale del Treviso Arts District e che, ad oggi, controlla la maggioranza di 21Gallery, Il Cantiere, Ristorante Vite e il brand di design Ondesign.


[1] A gennaio 2024, il Gruppo Banca Ifis ha ricevuto da Banca d’Italia la comunicazione dei nuovi requisiti SREP. I nuovi requisiti prevedono un CET1 del 9,0%, un Tier 1 Ratio del 10,90% e un Total Capital Ratio del 13,30% (incluso 1,0% di P2G) e sono applicati a partire dal 31 marzo 2024.

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[2] Le riclassificazioni e aggregazioni del conto economico consolidato riguardano le seguenti fattispecie:

  • le rettifiche/riprese di valore nette afferenti al Settore Npl sono riclassificate fra gli interessi attivi e proventi assimilati (e quindi all’interno della voce “Margine di interesse”) nella misura in cui rappresentative dell’operatività di tale business e parte integrante del rendimento dell’attività di business;
  • gli accantonamenti netti su fondi per rischi e oneri sono esclusi dal computo dei “Costi operativi”;
  • le voci di costo e ricavo ritenute come “non ricorrenti” (ad esempio perché connesse direttamente o indirettamente ad operazioni di aggregazione aziendale, come il c.d. “gain on a bargain purchase” ai sensi dell’IFRS 3), sono esclusi dal computo dei “Costi operativi”, e pertanto sono stornati dalle rispettive voci da Schema di Bilancio Circolare 262 (es. “Altre spese amministrative”, “Altri oneri/proventi di gestione”) e inseriti in una specifica voce “Oneri e proventi non ricorrenti”;
  • gli oneri ordinari e straordinari introdotti a carico delle banche del Gruppo (Banca Ifis e Banca Credifarma) in forza dei meccanismi di risoluzione unico e nazionale (FRU e FRN) e del meccanismo di tutela dei depositi (c.d. DGS o FITD) sono esposti in una voce separata denominata “Oneri relativi al sistema bancario” (la quale è esclusa del computo dei “Costi operativi”), anziché essere evidenziati nelle voci “Altre spese amministrative” o “Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri“;
  • sono ricondotti nell’ambito dell’unica voce “Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito”:
    – le rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito relative ad attività finanziarie valutate al costo ammortizzato (ad eccezione di quelle relative al Settore Npl di cui al punto sopra) e ad attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva;
    – gli accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri per rischio di credito riferiti a impegni e garanzie rilasciate;
    – gli utili (perdite) da cessione/riacquisto di finanziamenti al costo ammortizzato diversi da quelli del Settore Npl.

[3] Il CET1, il Tier 1 e il Totale Fondi propri (Total Capital) al 31 dicembre 2024 includono l’utile generato dal Gruppo Bancario nel 2024, al netto del dividendo maturato.



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