Effettua la tua ricerca
More results...
Mutuo 100% per acquisto in asta
assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta
La maggior parte dell’acqua depurata continuerà a finire in mare.”
Il problema affonda le radici in una decisione politica di oltre un decennio fa. Nel 2001, con un investimento complessivo di 29,8 milioni di euro, prese il via il progetto del depuratore di Sassari, finalizzato tassativamente al riuso irriguo delle acque depurate. Fu costruita una condotta da 12,5 milioni di euro per trasportare l’acqua al bacino del Cuga, ma nessun litro vi è mai transitato. Una seconda condotta da 3,1 milioni, finanziata nel 2015 per un bypass, ha subito la stessa sorte. I reflui sono rimasti a lungo un “fantasma” della burocrazia, come denunciava già nel 2019 il Centro Studi Agricoli, chiedendo alla Regione di fare piena luce sui responsabili dello spreco.
L’autorizzazione rilasciata il 21 gennaio 2025 permette finalmente di immettere l’acqua depurata direttamente nelle condotte irrigue senza passare dal Cuga, grazie a recenti lavori di bypass. Tuttavia, l’autorizzazione è limitata: solo 4-5 milioni di metri cubi saranno utilizzabili nei mesi estivi, mentre il resto, circa 10 milioni di metri cubi annui, continuerà a disperdersi nel mare attraverso il Riu Mannu. Un “fallimento tecnico e politico”, lo definiscono Piana e Ruggiu, che chiedono di destinare il bacino del Cuga esclusivamente a uso irriguo.
“La città di Alghero e altri comuni della zona non hanno più bisogno del Cuga per l’approvvigionamento civile, essendo già collegati alle nuove reti del Coghinas e al raccordo col Temo,” sottolineano i rappresentanti del Centro Studi Agricoli.
“Non ha senso mantenere questo doppio utilizzo, quando gli agricoltori affrontano una siccità devastante.” Con il bacino del Cuga dedicato interamente all’irrigazione, l’acqua prodotta tutto l’anno dal depuratore potrebbe essere utilizzata in modo ottimale.
Il Centro Studi Agricoli chiede anche il coinvolgimento immediato dell’Agenzia regionale LAORE per fornire assistenza tecnica e piani di concimazione adatti all’uso delle acque depurate, garantendo che questa nuova risorsa venga sfruttata in modo efficace. “La burocrazia ha già ritardato abbastanza questo processo. Ora serve rapidità.”
La storia delle acque depurate del depuratore di Sassari è lunga e travagliata. Già nel 2019, Tore Piana denunciava alla stampa e alla Corte dei Conti gli sprechi legati ai fondi pubblici inutilizzati: “Non possiamo permetterci questi errori. Oggi la Regione paga i danni per la siccità, ma quei soldi sono il doppio spreco del passato e del presente. L’acqua c’è, ma nessuno si è occupato di farla arrivare dove serve.” Oggi, quel primo passo è stato compiuto, ma il cammino è tutt’altro che concluso.
Il comparto agricolo della Nurra ha bisogno di certezze. Piana e Ruggiu sono chiari: “Non basta un’autorizzazione parziale. L’intero sistema deve essere riorganizzato per garantire un uso completo e continuo delle risorse. Non possiamo permettere che un’altra stagione passi invano.”
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link