L’economia del mare nelle Marche vale 5,4 miliardi, +27% da 2018 – Blue Economy

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L’economia del mare delle Marche ha
un valore di 5,4 miliardi di euro e pesa per il 19% circa
sull’interscambio complessivo di import-export del
manifatturiero: nel quinquennio, dal 2018 quando era a quota 4,3
miliardi, è cresciuta del 27%. Il trend emerge dall’analisi del
Rapporto 2024 sull’Economia Marittima di SRM e dalle risultanze
della specifica ricerca svolta sulle potenzialità di sviluppo
dello scalo marchigiano, realizzata con l’Autorità di sistema
portuale (Adsp) del mare Adriatico centrale. La ricerca è stata
presentata ieri presso la sede Adsp nell’incontro “Il porto come
polo di sviluppo strategico del territorio: i traffici, le
infrastrutture ed i nuovi driver del futuro”.

   
All’evento, oltre al presidente dell’Adsp Vincenzo Garofalo,
hanno partecipato tra le numerose autorità il viceministro delle
Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi e il presidente
della Regione Francesco Acquaroli. Secondo l’approfondimento del
Centro studi SRM, gli scambi commerciali con l’estero via mare
delle Marche si concentrano per il 26% circa nei rapporti con
l’Asia orientale. Seguono i paesi dell’Europa non-Ue e il nord
America. La Francia è il primo mercato per valore delle merci
esportate dai distretti delle Marche con circa 623 milioni
(+11,8% nel 2023 rispetto al 2022); seguono Germania e Usa.

   
Nel 2024, ricorda l’Adsp, “il porto di Ancona-Falconara
Marittima ha movimentato oltre 9,5 milioni di tonnellate di
merci. Il 43% del traffico si concentra sul Ro-Ro movimentando
oltre 4 milioni di tonnellate di merci. Quasi 4,1 milioni di
tonnellate di prodotti petroliferi sono stati movimentati dalla
raffineria di Falconara Marittima (di cui circa 2,9 milioni di
greggio). Il traffico container si è attestato su poco meno di
1,1 milioni di tonnellate di merci”.

   
La ricerca SRM sullo scalo di Ancona ha confrontato 300
società manifatturiere di Marche e Abruzzo che importano ed
esportano merci via mare. Tramite gli operatori delle province
di Ancona, Pesaro, Macerata, Ascoli Piceno, Teramo, Chieti, sono
state identificare e monitorare le interconnessioni produttive,
commerciali, modali e di business intorno ai porti per valutarle
attraverso la percezione dei protagonisti del cluster marittimo.

   
Il porto dorico risulta “snodo strategico per le rotte Deep Sea,
verso Cina, India, Stati Uniti, e per quelle Short Sea, verso i
Balcani e il Mediterraneo Orientale. Con prospettive di
incremento del trade con mercati lontani, come Cina e Stati
Uniti”.

   
La funzione logistica è prevalentemente internalizzata: il
62% del campione ha risposto che gestisce l’operatività
logistica internamente, con l’utilizzo prevalente di mezzi
pesanti. In caso di esternalizzazione, centrale la figura dello
spedizioniere: il 63% delle aziende gli affida il mandato di
trasporto. Il 50% del campione ha indicato Ancona come scalo
usato per l’import via container, il 25% per l’export. Lo stesso
per l’uso dello scalo da attività Ro-Ro in cui il camion è usato
per la trazione in partenza e in arrivo della merce.

   
Il porto di Ancona è “nodo di due corridoi europei, lo
Scandinavo-Mediterraneo e il Baltico-Adriatico. La tratta
Ancona-Igoumenitsa è un anello marittimo principale nel
corridoio europeo che connette le regioni dell’Europa
Occidentale e dell’Europa Centrale con le regioni del
Mediterraneo Orientale. In un periodo di due mesi 1.490 mezzi
pesanti sono transitati per il porto di Ancona alla volta del
porto greco di Igoumenitsa. La tratta soddisfa una domanda che
ha origine prevalente in Europa Centro-occidentale. Cinque
paesi, Italia, Germania, Spagna, Francia, Paesi Bassi, generano
insieme oltre il 79% di tutti i tir in transito.

   
Per il futuro, sottolinea Adsp, “il traffico Ro-Ro e le rotte
regionali diverranno sempre più importanti per lo sviluppo del
porto in particolare in un orizzonte in cui il mare Adriatico
possa riacquistare una nuova stabilità al termine delle
drammatiche vicende internazionali degli ultimi anni.

   
Fondamentale, nell’ottica della crescita e della competizione
portuale, saranno gli investimenti green nello scalo in cui
l’Autorità di sistema portuale è già impegnata, in particolare
nell’elettrificazione delle banchine. Altro fattore di
competizione sarà la spinta a investire in digitalizzazione,
percorso già intrapreso dall’Adsp”. A ciò si aggiunge
l’opportunità di “maggiore dialogo porto-logistica-industria per
identificare opportunità di sviluppo condivise da economia del
territorio e cluster marittimo.

   
Nel confronto sono stati esaminati “scenari nazionali e
internazionali che chiamano i porti italiani a sfide sempre più
complesse per far crescere i livelli di competitività del
sistema marittimo nazionale, tra le quali sostenibilità e la
digitalizzazione: “necessari ingenti investimenti e capitale
umano sempre più qualificato”. Questi i temi alla base dei panel
“Porti, logistica e industria” e “La dimensione dell’economia
produttiva del territorio”, parte dell’evento, moderato dalla
giornalista Morena Pivetti, esperta di trasporti e logistica.

   
Un confronto con il mondo logistico, intermodale e
istituzionale per far emergere i temi più importanti connessi
allo sviluppo del porto di Ancona che ha visto i saluti
istituzionali dell’Ammiraglio Ispettore Vincenzo Vitale,
Direttore marittimo delle Marche, di Giacomo Bugaro, Comune di
Ancona, componente Comitato di gestione Adsp, Gino Sabatini,
Presidente della Camera di Commercio delle Marche, e di
Alessandra Florio, Direttrice Regionale Emilia-Romagna e Marche
Intesa Sanpaolo. Alessandro Panaro, Responsabile Maritime &
Energy SRM Gruppo Intesa Sanpaolo, ha presentato il “Rapporto
2024 Italian Maritime Economy e focus sui risultati della
ricerca sul porto di Ancona”. Un approfondimento a cui hanno
contribuito gli interventi di Vincenzo Garofalo, Presidente
dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale,
di Edoardo Rixi, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei
Trasporti, e di Francesco Acquaroli, Presidente della Regione
Marche.

   

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