Salerno. Biblioteca provinciale, i fondi ci sono

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di Erika Noschese

In tempi di Sanremo, va affermato il criterio della validità di alcuni pezzi intramontabili, anche se non hanno avuto la loro prima interpretazione sul palco dell’Ariston. Ed è per questo che da Palazzo Sant’Agostino, pur apprezzando il festival della canzone italiana, hanno pensato di creare tutti i presupposti per poter dare nuovo slancio alla promozione dei siti culturali rientranti nel patrimonio della Provincia di Salerno. Prima di tutto, un’ottima notizia: la Regione Campania ha stanziato otto milioni di euro per gli interventi a sostegno di musei, pinacoteche e biblioteche esistenti nelle Province. Un intervento di non poco conto, che riguarda le Province di Salerno, Caserta, Benevento e Avellino: quattro di quegli otto milioni sono in viaggio verso Palazzo Sant’Agostino, quindi un risultato a dir poco eccellente. E gli obiettivi sono altrettanto chiari: i fondi saranno utilizzati, come si legge dall’allegato della delibera della Regione Campania, per i “lavori di manutenzione straordinaria, di adeguamento normativo e di interventi di riqualificazione della Biblioteca della Provincia di Salerno e dell’Area Archeologica Etrusco Sannitica di Fratte”. “A meno di 100 giorni dalla chiusura della Biblioteca Provinciale di Salerno, la più antica d’Italia, – ha dichiarato il vicepresidente Giovanni Guzzo -, siamo riusciti ad ottenere lo stanziamento che tanto attendevamo. L’immediata sinergia fra i nostri uffici e quelli della Regione Campania ha portato ad un risultato incredibile, considerato anche il breve lasso di tempo trascorso. Con questi fondi riusciremo finalmente ad innovare e migliorare la fruizione, non solo della Biblioteca, ma anche dell’area archeologica di Fratte che ne aveva bisogno. Desidero infine ringraziare il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, per la sensibilità dimostrata verso la problematica esposta”. “Un grande passo avanti per l’arte e la cultura in provincia di Salerno, – ha dichiarato il consigliere delegato alla cultura Francesco Morra -. Con il finanziamento ottenuto riusciamo finalmente a risolvere l’annoso problema risalente alla gestione amministrativa precedente la riforma Delrio, periodo in cui era possibile intervenire senza indugio per gli ammodernamenti previsti. Dopo, le casse della Provincia si sono svuotate, penalizzando tutti i settori ed in particolare quelli dell’arte e della cultura. Adesso, grazie ai nuovi stanziamenti, saremo in grado di programmare in breve tempo gli interventi previsti per rendere fruibili al pubblico in maniera sicura ed incondizionata la più antica biblioteca provinciale d’Italia e l’affascinante area archeologica di Fratte”. Un risultato importante, considerando che da anni, più di dieci, i cittadini e le associazioni richiedono – a vario titolo – le dovute attenzioni che i beni culturali della Provincia di Salerno meritano. Il riferimento alla biblioteca provinciale è ovviamente duplice, considerando che si tratta – a conti fatti – di uno dei pochissimi spazi che si potrebbero mettere a disposizione degli studenti per la preparazione dei propri esami, oltre al sempre più dimenticato particolare che quella di Salerno è la prima biblioteca provinciale d’Italia. Ma questi sono soltanto due dei particolari che, pur da soli, basterebbero per creare i dovuti presupposti di attenzione istituzionale, a più livelli, affinché il solo sito di via Valerio Laspro possa ottenere fondi ben più importanti. E no, non solo per una manutenzione straordinaria che sarebbe stato più che auspicabile evitare: i siti culturali in città non sono tantissimi, quelli fruibili al pubblico per garantire una vivibilità quotidiana ancor meno, quelli in cui è possibile consultare libri e studiare sono soltanto due. Uno è l’Archivio di Stato, che regge ma ovviamente non può bastare, l’altro è la biblioteca provinciale. E qui entra in gioco l’arte, la classe, la musica, la citazione elegante che riecheggia dieci volte più forte ora che il festival di Sanremo è ufficialmente partito. Sì, perché i fondi in arrivo servono – e neanche poco – affinché la biblioteca provinciale possa davvero ritornare ad essere fruibile, quantomeno dal punto di vista strutturale. Manca, però, un piccolissimo dettaglio che vale tanto per la biblioteca quanto per l’area archeologica etrusco-sannitica di Fratte: bene la manutenzione straordinaria, male che sia straordinaria, ma bene che sia. Parte la musica, violini accordati e pronti per il ritornello, una voce rotta canta: “Sì, d’accordo, ma poi?” ed è subito magia. Probabilmente è per questo che Franco Califano sarebbe la scelta più indicata per l’intitolazione della biblioteca provinciale: uno dei problemi più importanti che la Provincia di Salerno ha, da anni, riguarda l’assunzione e gestione del personale. Tanto è vero che, per l’area archeologica di Fratte così come per la biblioteca provinciale, la guardiania (unici dipendenti a garantire l’apertura al pubblico dei due siti, sic!) è stata affidata alla Arechi Multiservice, che si occupa di tutt’altro che, nel dettaglio dei due siti al centro del dibattito, ha anche problemi relativi al pensionamento dei medesimi. Personale non sostituibile, non assumibile. Quindi manutenzione straordinaria, ove mai fosse, di assoluta importanza. “Sì, d’accordo, ma poi?” canterebbe Califano. Qualcuno potrà dire che bisognerà aspettare, qualcun altro che il problema non esiste (e saremo ben felici di apprezzarlo), qualcun altro potrà dire qualcos’altro. E Califano direbbe, dopo avergli intitolato la biblioteca provinciale: “Tutto il resto è noia”.

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