Effettua la tua ricerca
More results...
Mutuo 100% per acquisto in asta
assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta
Si è svolta l’assemblea regionale di Cia Toscana: sul tavolo della politica le proposte per invertire la rotta e dare valore a produzioni e agricoltori e risolvere i problemi dall’acqua, a ungulati e burocrazia
Servono risposte efficaci e durature davanti alle sfide nazionali ed europee che l’agricoltura toscana si trova a fronteggiare. E’ urgente traghettare l’agricoltura oltre lo stallo, senza le misure penalizzanti degli ultimi anni. Serve, insomma, un nuovo progetto per lo sviluppo del sistema agricolo toscano.
A sottolinearlo è Cia Agricoltori Italiani Toscana che oggi, a Campi Bisenzio (Fi), ha svolto l’assemblea regionale, che ha visto una ampia partecipazione di associati e agricoltori provenienti da tutta la Toscana, rappresentanti delle istituzioni, politica, delle associazioni e organizzazione di categoria. Fra gli interventi quello di Cristiano Fini, presidente Cia Agricoltori Italiani; Maurizio Scaccia, direttore Cia Agricoltori Italiani; la vicepresidente della Regione Toscana, Stefania Saccardi della Regione Toscana, il sottosegretario all’agricoltura Patrizio Giacomo La Pietra, l’europarlamentare Dario Nardella, la presidente Anci Toscana Susanna Cenni e nel pomeriggio del presidente della Regione Eugenio Giani.
“Tante le proposte di Cia Toscana per invertire la rotta – ha sottolineato il presidente Cia Toscana, Valentino Berni -: in Europa dobbiamo lavorare per mantenere il budget e targettizzare meglio gli agricoltori, cercando di far arrivare le agevolazioni contributi e opportunità della filiera. A livello regionale il problema del bene acqua, della gestione della fauna e quello di creare un tavolo di filiera per ogni settore che possa aggregare dalla grande distribuzione, al trasformatore all’agricoltore che è l’anello debole. A livello nazionale problemi seri per l’opportunità di lavorare per creare sinergia tra le aziende, l’economia e i territori: il lavoro agricolo viene discriminato con controlli sempre più severi, repressivi e non preventivi nell’ottica di uno sviluppo importante e, chiediamo oggi, di porre attenzione a questa situazione, e poi serve una gestione più attenta per quanto riguarda la gestione della fauna, predatori, ungulati, che in questo momento stanno scorrazzando anche in Toscana con la psa (peste suina) . Inoltre – ha evidenziato Berni – gli agricoltori che devono subito avere un giusto reddito, più equilibrio e trasparenza lungo la filiera. Come ripetiamo da anni – ha aggiunto – è necessaria meno burocrazia e più strumenti flessibili per risolvere la carenza di manodopera. Senza dimenticare di rivitalizzare le aree interne, fondamentali per tutta la Toscana”.
È stato ricordato come l’agricoltura toscana in 10 anni abbia perso 20mila aziende agricole, ovvero oltre 1 su 4 (-28,3%), perdita del 15,1% di SAU (Superficie agricola utilizzata). E questo, in concreto, si traduce in cali di produzioni agroalimentari importanti, come ad esempio il latte ovino, utilizzato per la produzione di Pecorino Toscano Dop: nel 2018 in Toscana si producevano 36 milioni di litri; nel 2024 solo 26 milioni, per un calo quindi del 28%.
Un nuovo progetto per lo sviluppo del sistema agricolo toscano
Per Cia Toscana è necessario superare le emergenze per salvaguardare le attività agricole diffuse sul territorio, quelle sanitarie (PSA, Tubercolosi, Blue tongue per salvaguardare il patrimonio zootecnico), ma anche contenendo e gestendo fauna selvatica e predatori.
Primario è un piano regionale acqua-invasi – in una regione che può contare solo sul 9% della superficie agricola coperto da irrigazione -, attraverso la progettazione e realizzazione di nuovi invasi; ripristinando e regolarizzando laghetti, bacini di accumulo e pozzi, ampliando anche la rete di distribuzione e con il superamento delle norme che vietano il finanziamento di impianti collettivi per ampliare superfici irrigue.
Sulle filiere è necessario riconoscere il giusto valore alla produzione con l’attivazione tavoli regionali, rafforzando e strutturando le filiere e sostenere quelle in difficoltà ed in crisi, ma anche incentivando l’aggregazione di prodotto e degli agricoltori e promuovendo e sostenendo gli accordi di filiera e la premialità per gli accordi “virtuosi”.
Per salvare le aree interne e rurali, secondo Cia va subito attuata legge Toscana Diffusa, potenziare servizi e infrastrutture, garantire una fiscalità agevolata, assicurare la vitalità dei territori ed incentivare le attività socio-economiche.
E poi – evidenzia Cia Toscana – è necessario arrivare ad un lavoro agricolo che sia sostenibile, attraverso il contrasto il caporalato, incentivando la formazione professionale, le buone prassi e luoghi di lavoro sicuri e arrivando ad un fabbisogno di manodopera qualificata.
Sullo stop al consumo di suolo e gestione del patrimonio fondiario, la Cia Toscana, sottolinea come sia fondamentale contrastare il consumo di suolo agricolo, avere una Banca della Terra più dinamica; arginare l’abbandono dei terreni, incentivare la mobilità fondiaria, ed arrivare un Pieno utilizzo ad uso agricolo e produttivo dei terreni abbandonati, pubblici, demaniali e dei privati, oltre alla rimessa in coltura dei terreni abbandonati
Per quanto riguarda il ricambio generazionale per il futuro dell’agricoltura toscana è necessario favorire l’insediamento di nuovi imprenditori; sostenere il passaggio generazionale delle imprese (percorsi di affiancamento); rafforzare il sistema di supporto alle start-up (formazione, consulenza, divulgazione).
È necessario quindi diffondere i sistemi di qualità e rafforzare la promozione, incentivando l’adesione ai sistemi di qualità (Dop, Igp, bio) e la strutturazione delle relative filiere e distretti; sostenendo la vendita diretta, la filiera corta e le filiere “regionali”; incentivando e supportando le imprese per l’affermazione sui mercati, ma anche supportando l’internazionalizzazione per le piccole e medie imprese.
Per quanto riguarda un’impresa agricola protagonista della transizione ecologica, c’è bisogno del recupero e valorizzazione della risorsa forestale, della promozione biodiversità, diversificazione e multifunzionalità e della diffusione e sviluppo di tutte le energie rinnovabili complementari alle attività agricole.
Per la ricerca e innovazione accessibili a tutte le imprese è opportuno – secondo Cia Toscana – investire nella divulgazione delle conoscenze e sostegno dei percorsi di consulenza alle imprese, e con il coinvolgimento delle imprese per lo sviluppo delle innovazioni.
Per quanto riguarda il sostegno all’impresa agricola, per Cia Toscana è necessario armonizzare e integrare gli interventi pubblici (comunitari, nazionali e regionali) e monitorarne l’efficacia; quindi rendere accessibili alle imprese agricole le risorse dei fondi strutturali e dello sviluppo economico; ma anche ottimizzare la gestione delle risorse pubbliche accorciando le tempistiche di erogazione alle imprese; adeguando e integrando, infine, gli strumenti finanziari, con una ampia accessibilità alle imprese agricole gli interventi di Fidi Toscana.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link