Mafia ad Aprilia, il sequestro del ristorante al lido di Latina e il bunker in casa del capo dei capi

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Due sequestri importanti e una nuova luce su alcuni attentati intimidatori oltre che su attività estorsive e usurarie. Si allarga l’indagine sulla mafia ad Aprilia e apre nuove scenari che i tentacoli dell’associazione a delinquere guidata da Patrizio Forniti, che era già stata sgominata lo scorso luglio con una prima ondata di arresti.

Mafia ad Aprilia, nuove accuse per il clan: otto arresti

Gli investigatori dei carabinieri del Reparto territoriale di Aprilia e del Centro operativo della Direzione investigativa antimafia di Roma hanno in particolare posto l’attenzione su due società, riconducibili al gruppo, entrambe oggetto di un sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, operato questa mattina dai carabinieri del Nucleo investigativo e dai poliziotti della squadra mobile di Latina. Si tratta della società del noto ristorante Giovannino, sul lungomare di Latina, a Foceverde, e della Plastic srls di Aprilia, che si occupa del commercio all’ingrosso di attrezzature connesse alla somministrazione di alimenti e bevande. La nuova indagine fa anche luce su due attentati intimidatori subiti nel 2020 dalla ditta Nuova Tesei Bus, società che per anni ha gestito il servizio di trasporto pubblico nella città di Aprilia. 

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I nomi degli arrestati

La cessione delle quote e il sequestro di Giovannino

Nel dettaglio, per quanto riguarda il ristorante Giovannino emergono le accuse di interposizione fittizia nella gestione dell’attività e trasferimento fraudolento di valori a carico di Marco Antolini, finito agli arresti nella prima inchiesta e anche in questa seconda, e di Antonio Fusco, solo indagato in stato di libertà nella nuova indagine.Secondo l’accusa i due avevano acquisito la titolarità di fatto della società, rimasta formalmente intestata ad Anna Maria Noro e Giuseppina Duranti, anche attraverso la costituzione della Plastic srls. Nell’indagine si evidenzia che nel 2019 Giovanni Durante, poi deceduto nel 2024, aveva ceduto la società senza tuttavia mai formalizzare il passaggio per timore in realtà di essere destinatari di misure di prevenzione patrimoniali. Per il gip, i vari movimenti societari erano finalizzati alla gestione del ristorante ed erano riconducibili alla regia comune di Fusco e Antolini. Strettamente connessa al ristorante è la seconda società finita sotto sequestro, le cui quote erano state cedute, nel 2019 e nel 2021 a due donne finite tra le persone indagate, utilizzata anche per la gestione indiretta dell’attività di ristorazione. In entrambe le operazioni viene contestata l’aggravante della finalità di agevolazione mafiosa della consorteria di Aprilia. Le due società oggetto di sequestro continuano però a rimanere attive, attraverso la nomina di un amministratore giudiziario.

Le immagini dell’operazione antimafia ad Aprilia – Il video

Il bunker in casa del “capo dei capi” Patrizio Forniti

Resta Patrizio Forniti, considerato il “capo dei capi”, il vertice indiscusso dell’organizzazione mafiosa apriliana, ancora una volta destinatario di una misura cautelare in carcere e ancora una volta sfuggito alla cattura come lo scorso luglio. Da oltre 20 anni opera nel settore del traffico di stupefacenti, nonostante i periodi di detenzione in carcere e ai domiciliari. Per il gip del tribunale di Roma gestisce l’associazione attraverso la potenza che gli deriva da stretti legami con consorterie di tipo mafioso. E’ lui infatti che tiene i contatti con i capi di importanti famiglie mafiose calabresi e non esita a prendere posizione per difendere i territori in mano alla sua associazione anche davanti a clan camorristici. Nel corso dell’operazione scattata all’alba di oggi, 12 febbraio, gli investigatori hanno trovato un bunker all’interno della sua abitazione. “Un bunker strutturato – spiega il tenente colonnello Ernesto Di Lorenzi, del Centro operativo della Direzione investigativa antimafia di Roma – come vera e propria via di fuga attraverso un canale sotterraneo che permetteva, in caso di provvedimenti restrittivi, di fuggire dall’abitazione verso l’esterno”.

Il comandante di Aprilia: “L’associazione ancora operativa, con estorsioni e usura” – Il video



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