Agreenet, la startup che ha progettato il bollino antispreco per frutta e verdura

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Roma, 14 febbraio 2025 – Solo qualche giorno fa si è tenuta, nel nostro Paese, la giornata nazionale contro lo spreco alimentare: un’occasione importante per riflettere su quanto cibo finisca, ogni anno, nella spazzatura e su come sia saldo il legame tra lo spreco di alimenti e la perdita economica (pari a 14,1 miliardi di euro per l’intera filiera dell’agrifood). Proprio la consapevolezza della gravità del problema, specie nel settore dell’ortofrutta – anche quest’anno, secondo l’osservatorio Waste watcher international, tra i cibi più sprecati ci sono frutta fresca, insalata, cipolla e patate – ha spinto Stefano Ferioli e Gustavo Gonzales (entrambi under 35) a fondare la startup Agreenet. “Grazie alla nostra esperienza in agritech e food innovation – spiegano i due founder – abbiamo deciso di sviluppare una soluzione sostenibile per allungare la shelf-life dei prodotti, ridurre gli sprechi e migliorare la qualità lungo tutta la catena di distribuzione”. La soluzione di Agreenet: biomateriali per il packaging degli alimenti Fondata nel 2022, la startup ha sede a Torino ed è specializzata nella progettazione di biomateriali attivi e biodegradabili per la protezione e conservazione di alimenti freschi. La mission, infatti, è combattere lo spreco e migliorare la sicurezza alimentare attraverso l’uso di biopolimeri attivi. Il prodotto di punta è PìFresc, un dispositivo smart a base di biopolimeri ed estratti attivi di origine vegetale, facile da maneggiare e pronto all’uso. Si presenta come un ‘bollino’, della grandezza di una moneta da 1 euro, e viene posizionato all’interno della confezione: qui, rilascia ingredienti naturali che inibiscono la crescita di muffe, prolungando, così, la freschezza dei prodotti. PìFresc è ideale per una grande varietà di frutta fresca, tra cui arance, frutti di bosco, limoni, ciliegie, lime, uva da tavola e fragole. La crescita della startup “Finora abbiamo ottenuto due finanziamenti – spiegano i founder -: un primo investimento di futuro aumento di capitale dal programma ‘Fooseed’ di Verona, che ci ha permesso di validare il nostro prodotto e avviare le prime collaborazioni con aziende del settore; successivamente, un investimento simile dal programma Agrifood 24 di ‘LaGemma venture’. Attualmente, abbiamo un round di finanziamento ‘seed’ aperto da 1 milione di euro, per scalare la produzione del nostro prodotto e portare la nostra tecnologia a un livello superiore”. Stefano Ferioli, 32 anni, è direttore finanziario della startup, ha un background in ingegneria gestionale e un’esperienza come investitore e promotore di un’altra startup nel settore food. Gustavo Gonzalez, 34 anni, è l’amministratore delegato, ha un dottorato di ricerca in scienza dei materiali e una consolidata esperienza nello sviluppo di materiali innovativi per diversi settori industriali. ‘LaGemma Venture’: cos’è e quali sono i suoi obiettivi ‘LaGemma Venture’ è un ecosistema d’innovazione che mira a generare un impatto sociale e ambientale positivo, con un focus iniziale sull’agrifood: un settore cruciale per il futuro del pianeta e ora al centro di sfide globali, come il cambiamento climatico, la distribuzione iniqua delle risorse alimentari e la carenza idrica. LaGemma venture ha sede in provincia di Cuneo e ha scelto di supportare 11 startup, con un investimento complessivo pari a 1,7 milioni di euro. Le startup, selezionate per il loro potenziale innovativo, avranno anche la possibilità di partecipare al programma di accelerazione Agrifood24, realizzato in collaborazione con SocialFare – Centro per l’innovazione sociale. Il futuro dell’agroalimentare secondo Agreenet “Nei prossimi anni, il settore agrifood sarà sempre più orientato verso soluzioni smart e sostenibili per migliorare l’efficienza della filiera – concludono i founder -. L’uso di tecnologie innovative (dai nuovi materiali per il food packaging alla riduzione degli sprechi), combinato con strumenti digitali come l’intelligenza artificiale e la blockchain per la tracciabilità, rappresenterà una leva strategica per ottimizzare il settore. Inoltre, la pressione normativa e la crescente consapevolezza dei consumatori accelereranno l’adozione di soluzioni avanzate, in grado di rendere più efficiente e sostenibile l’intera catena di approvvigionamento”.  



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