I 20 anni di Youtube, come la piattaforma di Google ha fatto la storia

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Solo Facebook la supera per utenti attivi su base mensile ben 2,4 miliardi. E, insieme a TikTok, è la app sulla quale gli utenti smartphone trascorrono più tempo. Ma è anche la piattaforma più vista in televisione, sorpassando anche Netflix: è Youtube e festaggia i suoi 20 anni di vita.

Ed è perfino il sito su cui oltre due miliardi di persone si recano per ascoltare musica, contro i circa 600 milioni di Spotify (che però ha molti più utenti paganti).

A vent’anni dalla nascita, YouTube è l’unica piattaforma che fa contemporaneamente concorrenza ai social media, alle piattaforme di streaming video e anche a quelle musicali.

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E la cosa che fa più impressione è che sta vincendo – o almeno pareggiando – tutte le battaglie, indipendentemente dal medium (televisione, smartphone, computer), dal contenuto (dalla musica ai documentari, fino ai video virali) e anche indipendentemente dal fatto che a produrre i contenuti siano creator (come avviene su TikTok e i social) o professionisti di Hollywood (come su Netflix).

Secondo i dati di eMarketer, le persone trascorrono ogni giorno 36 minuti su YouTube, di cui 17 in televisione, 4 al computer e 15 sullo smartphone.

Una statistica che dimostra la capacità di YouTube di non essere vincolata a un particolare mezzo (a differenza di quasi ogni altra piattaforma) e soprattutto di essere riuscita in un’impresa che non era per niente scontata: conquistare la televisione – da sempre il regno dei contenuti d’intrattenimento professionale – con un sito nato per gli user generated content e che da questi è ancora oggi dominato.

YouTube, la piattaforma perfetta

In poche parole, si potrebbe considerare YouTube come la “piattaforma perfetta”, che non invecchia, non perde colpi nei confronti dei potenziali concorrenti, si adatta senza difficoltà a ogni cambio nel panorama d’intrattenimento e rimane un caso eccezionale nel mondo digitale.

Una piattaforma video che è in parte anche un social ed è protagonista anche nel campo della musica e dei podcast (al punto da costringere Spotify a puntare sui video podcast per non perdere quote in questo mercato).

Una piattaforma estremamente diversificata che invece di risultare – come spesso accade in questi casi – un’accozzaglia di cose che c’entrano poco l’una con l’altra, riesce a riunire tutto in maniera organica e rimane, quasi senza farsi notare, la più importante nel campo dell’intrattenimento, dell’informazione, della divulgazione, della cultura.

Foto: Shutterstock

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YouTube è anche il posto in cui sappiamo di poter trovare ogni cosa: vecchissime canzoni mai caricate su Spotify, spot d’epoca che vogliamo rivedere per nostalgia, puntate di programmi televisivi dimenticati e tantissimo altro ancora.

Con il tempo, YouTube è così diventato – tra le altre cose – anche un immenso archivio della nostra epoca digitale e nel quale sono stati caricati contenuti relativi a un lontano passato che non avrebbero potuto trovare ospitalità da nessun’altra parte.

Ma come ha fatto ad arrivare fin qui una piattaforma nata quando Myspace era il re dei social network, quando Netflix aveva meno di 4 milioni di abbonati (e molti di questi ricevevano ancora i DVD a casa) e né Instagram né Spotify erano ancora nati? Come spesso avviene, questa straordinaria impresa è riuscita quasi per caso.

Le origini di YouTube

YouTube nasce per la precisione il 14 febbraio 2005. Non è un giorno scelto a caso: l’intenzione iniziale dei tre fondatori Steve Chen, Chad Hurley e Jawed Karim, all’epoca impiegati di PayPal, è di dare vita a una piattaforma di dating chiamata “Tune in, Hook up”, all’interno della quale gli utenti avrebbero caricato dei brevi video di presentazione.

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23 Agosto 2023

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Il progetto fallì miseramente, ma Chen e compagni intuirono di aver creato un eccellente servizio per caricare video, indipendentemente dal tipo.

E così, quando uno dei tre cofondatori si rese conto di non riuscire a trovare sul web dei video relativi al celebre Super Bowl incident del 2004, con protagonisti Janet Jackson e Justin Timberlake, o dello tsunami che devastò il sud-est asiatico, capirono anche l’opportunità che avevano tra le mani.

Il 23 aprile lanciarono il loro servizio di video-hosting, inaugurato dallo storico filmato in cui Jawed Karim parla mentre si trova allo zoo di San Diego.

Com’è sempre avvenuto con ogni app di successo (anche se allora il termine app nemmeno ancora esisteva), la diffusione fu rapidissima: nel giro di un mese il sito aveva 30mila utenti al giorno.

Sei mesi dopo erano arrivati a quota 2 milioni. Nel giro di un anno, YouTube riceveva 25 milioni di visualizzazioni e sul sito venivano caricati 20mila video al giorno. Un anno e mezzo dopo il lancio, Google decise di acquistare la piattaforma per 1,65 miliardi di dollari in azioni.

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La nascita dei creator

Adesso possiamo dire che il successo di YouTube era inevitabile: con la parziale eccezione di Myspace, che ha permesso a milioni di aspiranti musicisti di pubblicare la propria musica senza intermediari, in parecchi casi con successo, YouTube è stata la palestra che ha visto la prima generazione di creator – all’epoca noti come youtuber o vlogger – cimentarsi con video in cui mostravano le loro abilità ai videogiochi o in cucina, con reportage dei loro viaggi, con tutorial in cui spiegano come riverniciare la propria auto e qualunque altra cosa si potesse mostrare in video.

Gli youtuber più ricchi e famosi di sempre

Una rivoluzione, quella di Youtube, che diventata tanto iconica da identificare anche una professione, quella dello youtuber.

Il 14 febbraio 2005, tre ex dipendenti di PayPal – Chad Hurley, Steve Chen e Jawed Karim – lanciavano YouTube, un’idea tanto rivoluzionaria quanto emblematica: una piattaforma aperta, democratica, in cui chiunque potesse diventare creatore di contenuti, abbattendo le barriere tra produzione e fruizione.

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Foto: Shutterstock

Vent’anni dopo, quell’intuizione si è trasformata in un colosso che ha ridefinito l’intrattenimento, la comunicazione e persino l’economia digitale.

Oggi, alcuni degli youtuber con più seguito sono diventante icone della cultura pop, proprietari di autentici imperi capaci di generare fatturati da capogiro e influenzare milioni di persone in tutto il mondo. Il podio dei top youtuber a livello internazionale.

MrBeast

Pseudonimo di James Stephen Donaldson, MrBeast ha fondato il suo canale YouTube nel 2012, inizialmente sotto il nome di MrBeast6000. Oggi ha 26 anni e possiede il canale più seguito al mondo con 356 milioni di iscritti.

Tra iniziative di beneficenza, sfide estreme e acrobazie virali, MrBeast è riuscito a diventare una vera celebrità del web, con un impero valutato 700 milioni di dollari. Di recente il suo nome è stato al centro di accese polemiche, in particolare per il Beast Games, il game show lanciato su Prime Video.

Il programma, concepito come un reality, è stato oggetto di critiche da parte di alcuni partecipanti, che hanno denunciato condizioni difficili, tra cui carenza di cibo, scarsa igiene e mancanza di adeguate misure di sicurezza e assistenza medica.

Vlad and Niki

Due fratellini tra gli youtuber più ricchi e seguiti al mondo. Sono delle vere e proprie superstar globali, capaci di conquistare il mondo tra vlogging e pubblicità.

Vlad and Niki hanno iniziato la loro avventura su YouTube nel 2018, dando vita a un fenomeno che ha rapidamente catturato l’attenzione del pubblico più giovane.

Nel 2019, i due fratelli sono stati riconosciuti come gli youtuber con il più alto guadagno per video, con una stima impressionante di 312.000 dollari a contenuto. Dietro le quinte di questo impero digitale ci sono i loro genitori, Sergey e Victoria Vashketov, che gestiscono con cura il patrimonio e i contenuti delle due giovani star.

Kids Diana Show

Dal suo debutto su YouTube nel 2015, Kids Diana Show è rapidamente diventato il terzo canale più seguito al mondo tra i contenuti dedicati ai bambini.

Con miliardi di visualizzazioni, il canale offre un mix coinvolgente di giochi, unboxing, vlog, intrattenimento educativo e momenti di vita quotidiana di Diana, una bambina ucraina residente negli Stati Uniti.

Insieme ai suoi fratelli, ha conquistato un pubblico di ben 130 milioni di iscritti. Secondo le stime di SocialBlade, le entrate pubblicitarie del canale le avrebbero garantito guadagni di almeno 6 milioni di dollari nel 2020. Il successo della famiglia si estende ben oltre i confini linguistici: i loro canali sono disponibili in numerose lingue, come il giapponese, indonesiano, hindi, russo e spagnolo.

I video più visti di sempre

Ne è passata di acqua sotto i ponti da quel 14 febbraio 2005, giorno della fondazione da parte di Chad Hurley, Steve Chen e Jawed Karim, con un successo rapidissimo tanto che già dopo un anno il portale contava su 100 milioni di filmati e ben 65.000 ne venivano caricati ogni giorno.

E se il primissimo video intitolato Me at the zoo conta ora su soli 347 milioni di visualizzazioni, la top ten si misura in ordine di miliardi.

Foto: Shutterstock

La classifica è cambiata molto in questi due decenni, plasmata dalle mode e dagli avvenimenti, ma la situazione sembra essersi stabilizzata negli ultimi anni, confermando il successo strepitoso dei contenuti per bambini, ma soprattutto delle canzoni, che occupano tutta la top 10.

Ma d’altra parte i video musicali sono nati per essere riprodotti in loop e hanno una breve durata, facilitando il boom di visualizzazioni. Ecco i dieci video più visti di sempre su YouTube, con dati aggiornati a febbraio 2025.

  • Uptown Funk
  • Gangnam Style
  • Phonics Song with two words
  • Shape of you
  • See you again
  • Bath song
  • Johny Johny, yes papa
  • Wheels on the bus
  • Despacito
  • Baby Shark Dance

Il video più popolare di sempre è Baby Shark con 15,59 miliardi di visualizzazioni, ovvero quasi il doppio rispetto alla seconda piazza. Pubblicato il 25 novembre del 2019 dal canale Pinkfong, che annovera altri due video miliardari incluso uno con il “rivale” di classifica Luis Fonsi.

Youtube e la tv tradizionale: come la sta cambiando

La televisione di Corrado, Mike Bongiorno, di Fantastico e Drive In è ormai alle spalle da un po’. Altri tempi, altri ritmi.

La tecnologia (e YouTube) hanno alimentato il processo di trasformazione: “Il medium è il messaggio” sintetizzava il teorico della comunicazione Marshall McLuhan.

Ai primi del millennio il passaggio al digitale terrestre (il cosiddetto switch off) ha aumentato il numero di canali, ampliando l’offerta. Non solo: l’allargamento delle possibilità ha avviato il processo di convergenza, per cui un contenuto è pensato per essere riprodotto su diversi dispositivi. Ma la tv digitale è stata solo l’inizio.

La rivoluzione di YouTube

La seconda rivoluzione è stata YouTube. La piattaforma nata nel 2005 – vent’anni fa – ha rivoluzionato la fruizione dei prodotti audiovisivi.

Non ha dubbi Andrea Girolami, responsabile dello sviluppo dei contenuti digitali di Mediaset e autore della newsletter Scrolling infinito: «Per capire l’impatto rivoluzionario di YouTube, che è incalcolabile, vale la pena di ricordare che ci sembra che la piattaforma esista da sempre. Eppure non è così. E dopo due decenni, stanno per arrivare alla presa della Bastiglia».

Cosa intende, è presto detto. Secondo i dati di Nielsen the gauge, lo schermo delle smart Tv americane è connesso per il 22,4% del tempo a servizi broadcast (la televisione tradizionale), per il 23,8% del tempo a servizi via cavo e per il 43,3% allo streaming.

Scomponendo quest’ultimo dato, YouTube si piazza davanti a tutte le piattaforme concorrenti con l’11,1% del tempo totale di visione.

Più di Netflix (che si attesta all’8,5%), più di Prime Video (4%), più di Hulu (2,5%) e Disney+ (2,1%). I dati fanno riferimento al mese di dicembre 2024.

Bisogna riflettere anche sul fatto che, secondo la stessa analisi, lo streaming nel suo complesso a dicembre 2023 si attestava solo al 35,9% del tempo totale di visione: un balzo in avanti notevole, nel giro di soli dodici mesi.

AI aiuterà a creare i contenuti di Youtube

Compie 20 anni YouTube, il sito nato per raccogliere video amatoriali e diventato una piattaforma onnicomprensiva che ha ridefinito il concetto di fruizione dei contenuti.

«L’intelligenza artificiale semplificherà la creazione di contenuti e migliorerà l’esperienza per chiunque», afferma il Ceo Neal Mohan, in una lettera in cui celebra la ricorrenza.

In questi 20 anni la piattaforma è cresciuta nei numeri, ha fatto nascere nuove professioni legate alla rete (gli YouTubers) con fenomeni e personaggi diventati virali, a volte anche inspiegabilmente.

Foto: Ansa

Ha tenuto testa all’avanzare dei social, in particolare TikTok e Instagram spinti dai più giovani.

Continua ad essere un pungolo per la tv con la trasmissione di eventi dal vivo e ha fatto da apripista allo streaming video di Netflix e a quello musicale di Spotify. Cresce pure il suo servizio di podcast, “al momento il più usato negli Stati Uniti“, sottolinea il Ceo Mohan.

Secondo Google sulla piattaforma ogni minuto vengono caricate più di 500 ore di video, i filmati brevi (gli Shorts) contano più di 70 miliardi di visualizzazioni giornaliere, ogni giorno gli utenti di tutto il mondo guardano più di un miliardo di ore di contenuti solo sui televisori.

La società di analisi eMarketer ha calcolato che le persone trascorrono ogni giorno su YouTube 36 minuti, di cui 17 in televisione, quattro al computer e 15 sullo smartphone.

Mentre – secondo Goldman Sachs – i creators hanno dato vita ad una economia che oggi vale circa 250 miliardi di dollari. Nel presente e nel futuro di YouTube c’è l’Intelligenza artificiale, un campo in cui la società compete con OpenAI e Meta.

Ad esempio, il software di generazione video Veo (creato da Google DeepMind) permetterà ai creatori di contenuti di produrre video con pochi click e a fine mese la piattaforma renderà disponibile il doppiaggio automatico in diverse lingue.

Infine, attraverso un progetto pilota con la Creative Artists Agency alcune delle figure più influenti del mondo avranno accesso a tecnologie nuove “per sviluppare sistemi di rilevamento e perfezionare i controlli“.

Due temi, quello dell’AI applicata alla creatività e alla sicurezza, da maneggiare con cura viste le proteste di Hollywood e il dibattito mondiale sulla disinformazione e i deepfake.


FOTO: Shutterstock





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