Un rapporto dell’IFRI su carenze e vulnerabilità delle forze aeree francesi – Analisi Difesa

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Un recente rapporto dell’Institut Français des Relations Internationales (IFRI) mette in discussione la reale capacità della Armée de l’Air et de l’Espace di affrontare un conflitto ad alta intensità contro un avversario tecnologicamente avanzato come la Russia o la Cina. Il documento, firmato dal tenente colonnello Adrien Gorremans e da Jean-Christophe Noël, ex ufficiale dell’aeronautica militare francese e oggi ricercatore del Security Studies Center dell’IFRI, evidenzia i limiti strutturali e operativi delle forze aeree francesi, con un’analisi che lascia poco spazio all’ottimismo.

Secondo il rapporto, i recenti sviluppi nel settore della difesa aerea russa e cinese stanno rapidamente riducendo il vantaggio tecnologico dell’Occidente nel dominio aereo. Droni avanzati, missili ipersonici e sistemi di guerra elettronica sempre più sofisticati stanno trasformando il campo di battaglia, rendendo estremamente difficile il mantenimento della superiorità aerea occidentale. Un’epoca che sembrava intoccabile dal 1945 alla Prima Guerra del Golfo potrebbe essere ormai giunta al capolinea.

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Nei conflitti del prossimo decennio, la sopravvivenza dei caccia non sarà più garantita dalla semplice stealthness radar. Sarà fondamentale la capacità di condurre operazioni SEAD (Suppression of Enemy Air Defenses), ovvero la soppressione delle difese aeree nemiche, un settore in cui la Francia è in netto ritardo rispetto ai suoi avversari. Il modello di forza francese, tradizionalmente incentrato sulla deterrenza e sulla difesa del proprio territorio metropolitano, rischia di rivelarsi inadatto a un contesto di guerra su vasta scala.

Uno dei dati più preoccupanti riguarda il munizionamento, un settore che, secondo gli autori del dossier, è diventato il vero punto debole dell’aeronautica francese. Le scorte di missili aria-aria e aria-terra sono drammaticamente basse, una condizione che comprometterebbe la capacità operativa della Francia in caso di guerra prolungata.

In particolare, i velivoli da combattimento francesi sarebbero in grado di combattere a pieno regime per soli tre giorni, prima di ritrovarsi a corto di missili. Per alcune munizioni, come i missili Meteor, l’autonomia si ridurrebbe addirittura a un solo giorno di operazioni ad alta intensità. Un quadro aggravato dalla cessione di armi all’Ucraina, che ha eroso le già limitate scorte di missili SCALP e ASTER 30, senza che vi sia un piano di rifornimento chiaro.

Dopo la ratifica della Convenzione di Oslo sulle munizioni a grappolo nel 2010, la Francia ha perso un’arma cruciale per colpire obiettivi distribuiti su un vasto territorio. Oggi, per distruggere infrastrutture critiche come le piste di un aeroporto nemico, l’unica opzione è saturare l’area con un elevato numero di missili stand-off, soluzione che richiede scorte molto più ampie di quelle attuali.

Oltre alla questione delle munizioni, il rapporto evidenzia un altro problema strutturale: la mancanza di un caccia di quinta generazione. La Francia è rimasta sorpresa dall’arrivo degli stealth americani negli anni ‘90 e ha puntato tutto sul Rafale, un ottimo velivolo, ma comunque ibrido tra la quarta e la quinta generazione. Questo ritardo si traduce in un serio svantaggio operativo: nelle esercitazioni, i piloti francesi si trovano in difficoltà ogni volta che affrontano alleati dotati di caccia di quinta generazione, come l’F-35.

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Nel rapporto si afferma chiaramente che la superiorità aerea non dipende solo dalla tecnologia stealth, ma in certi scenari è un vantaggio determinante. Senza un velivolo di quinta generazione e senza una quantità sufficiente di missili stand-off, i caccia francesi rischiano di essere costretti in ruoli di supporto, mentre gli aerei stealth alleati si occuperanno delle missioni più critiche.

L’analisi dell’IFRI dipinge un quadro estremamente critico per l’Armée de l’Air et de l’Espace. Con scorte di munizioni limitate, carenza di missili stand-off, ritardi tecnologici e una strategia poco adatta a un conflitto su larga scala, l’aeronautica francese rischia di trovarsi in forte difficoltà in un eventuale scontro con un avversario come la Russia.

Foto: Armée de l’Air et de l’Espace

 



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