Emilia-Romagna e i rincari delle tasse regionali, Panieri: «Dalla Regione aumenti necessari. Ma sulla sanità ora gli impegni vanno mantenuti»

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di
Daniela Corneo

Il presidente dell’Anci regionale (e sindaco di Imola): «La manovra impatterà sulle famiglie ma era inevitabile visti i tagli del governo che hanno ricadute pesanti sui bilanci di Comuni e Regione»

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«Il contesto è davvero molto difficile: ci sono stati, in sequenza, il Covid, il caro-energia, l’alluvione. Le ricadute sui bilanci dei Comuni e della Regione sono state pesantissime, ma dal governo ci sono stati solo tagli». Tagli ingestibili per tutti i Comuni, figurarsi per quelli più piccoli. Il grido d’allarme arriva da Marco Panieri, 34 anni, da pochi mesi alla guida di Anci Emilia-Romagna, dal 2020 sindaco dem di Imola.

Panieri, viale Aldo Moro ha sottoposto anche ad Anci la manovra sul bilancio che aumenterà la tassazione per i cittadini. La classe media è in difficoltà e i Comuni, che sono il primo interfaccia dei cittadini con le istituzioni, si troveranno a dover gestire rabbia e frustrazione. Era una manovra evitabile?
«Quella del presidente de Pascale è stata una scelta difficile, perché la manovra avrà un impatto sulle famiglie, ma è necessaria per salvare la sanità, visto il taglio di risorse da Roma. Il momento è difficile per tutti, la coperta, inutile negarlo, è davvero corta. A livello regionale è chiaro che non sarebbero bastati i tagli sulla spesa a garantire la salvaguardia della sanità e del sistema socio sanitario che versa spesso in una situazione drammatica».




















































Sul servizio sanitario lo stesso de Pascale ha detto che sarà necessario razionalizzare certe spese e garantire quindi un servizio migliore in certi casi, altrimenti sarà difficile far digerire la manovra agli emiliano-romagnoli. Lo pensate anche in Anci?
«Di sicuro questa manovra deve prendere degli impegni chiari: bisognerà monitorare la spesa, valutare le cose da rivedere e offrire risposte efficaci rispetto alle risorse investite. In altre parole, dobbiamo garantire un livello di servizi all’altezza dello sforzo che stiamo chiedendo ai cittadini. E serve un meccanismo per accompagnare chi è in difficoltà ad avere servizi base di qualità».

Quali sono le criticità maggiori per un Comune in questo momento storico?
«Sono principalmente tre i temi più impattanti per le amministrazioni. C’è il tema del personale, ovvero la difficoltà di trattenerlo o di metterlo dove serve, soprattutto nei piccoli Comuni. Poi c’è la mancanza di risorse: la spesa corrente è un capitolo nero. E infine c’è il tema socio-sanitario che incide moltissimo per i Comuni. Faccio solo un esempio su Imola, visto che è il mio Comune: sulle disabilità scolastiche i numeri sono altissimi; a Imola ci sono 340 ragazzi con disabilità scolastica, una voce di spesa di 3 milioni per il nostro Comune. Indovini quante risorse ci sono arrivate dal governo su questo capitolo?».

Sentiamo…
«Ci sono arrivati 100mila euro. Cosa sono 100mila euro su 3 milioni? La spesa della scuola, intesa come trasporti, refezione e disabilità, per noi è la voce più onerosa del bilancio: spendiamo 13 milioni a Imola. Questo solo per fare un esempio di quanto sia difficile oggi far quadrare i conti. Ma il tema più complesso oggi è un altro».

Quale?
«Quello della casa. È un tema da rivoluzionare trovando soluzioni molto ampie e più incisive. La casa in affitto è un peso così grande che i giovani d’oggi non hanno le basi per costruirsi una famiglia, non si può continuare così».

Poi c’è il tema alluvione.
«Sul tema alluvione de Pascale ha promesso di raddoppiare, nel bilancio, le risorse per la manutenzione ed è un passaggio importantissimo per noi, visto che siamo ancora in attesa dei finanziamenti per i piani speciali e le risorse per le emergenze arrivano con il contagocce».

I tagli del governo, quindi, condizionano a tutti i livelli, dalla Regione al più piccolo dei Comuni. Come Anci non pensate a una manifestazione a Roma?
«Il 26 febbraio avremo il consiglio nazionale, qui ci sono già state le consultazioni con tutti i presidenti delle province. Posso dire che siamo tutti sulla stessa linea, bisogna rispondere a momenti complessi, ma per farlo servono soluzioni più di lunga durata. Vedremo cosa fare».

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