PADOVA – Le imprese artigiane di Padova e Rovigofaticano a investire, ma tengono duro continuando a puntare sul futuro: nel 2025, infatti, cresce la quota di chi ha scelto di spendere in formazione (dal 21,7% al 24,9%) e consulenza (dal 4,4% al 5,7%). Rispetto al 2024 si registra, invece, un calo negli investimenti in macchinari e attrezzature (dal 59,6% al 51,2%). Aumenta inoltre il numero di aziende che non prevede investimenti nel 2025, passando dal 14,3% al 18,2%.
Questo è quanto emerge da un’indagine condotta dal Centro Studi di ” Padova e Rovigo su un campione di 138 imprese associate. ” ha chiesto agli imprenditori di esprimersi su una serie di temi importanti, tra cui anche la propensione alla sostenibilità. Da quel che emerge, anche qui le imprese artigiane faticano ancora fatica a rendere strutturali alcune pratiche che testimoniano l’impegno green. Ad esempio, l’indagine di ” evidenzia che la maggior parte delle imprese interrogate non ha ancora redatto un bilancio di sostenibilità: il 64,3% non lo ha mai fatto, mentre il 15,4% ha ricevuto richieste di indicatori ambientali dai propri committenti e il 17,1% dalle banche. Solo il 3,2% delle aziende ha già implementato questa pratica.
Fine degli incentivi e transizione 5.0: uno scenario di incertezza
Uno dei principali ostacoli agli investimenti è rappresentato dalla fine degli incentivi 4.0 e dalla complessità della nuova Transizione 5.0. Mentre in passato le politiche industriali favorivano una massima espansione degli investimenti, oggi il credito d’imposta oscilla al massimo tra il 35% e il 45%.
“Dobbiamo considerare che, di partenza – spiega Luca Montagnin, Presidente di ” Padova e Rovigo – per una serie di congiunture ben note il periodo non è favorevole. Non stupisce che le aziende facciano fatica ad investire, ed anzi valorizzerei come elemento di grande coraggio il fatto che le imprese artigiane, nonostante tutto, trovano la forza e l’audacia per investire su formazione e consulenza, un chiaro segnale di speranza nel futuro.
Tuttavia, l’accesso agli incentivi per gli investimenti più strutturali può risultare complesso per le realtà di minori dimensioni. Per questo è importante garantire strumenti chiari e accessibili, affinché anche le piccole e medie imprese possano sfruttare appieno le opportunità offerte dalla Transizione 5.0.”.
Sostenibilità ancora lontana: bilanci ambientali poco diffusi
Già in passato fa ” di Padova e Rovigo aveva evidenziato le difficoltà delle imprese artigiane nell’uso degli strumenti per contabilizzare le azioni di sostenibilità. Da un’indagine di gennaio 2024, infatti, emergeva che il 60% delle aziende è ben informato sulla sostenibilità economica della propria attività, dimostrando una crescente consapevolezza verso l’importanza di gestire l’azienda in modo responsabile e duraturo. Tuttavia, gli aspetti più formali legati alla sostenibilità, come l’adozione di bilanci sociali o la responsabilità sociale d’impresa, risultavano meno conosciuti.
Solo il 10% delle micro e piccole imprese disponeva di una certificazione energetica o ambientale, nonostante l’interesse per queste metodologie sia elevato, arrivando al 60%. Questo dato è particolarmente rilevante poiché molti committenti, soprattutto gruppi industriali internazionali, richiedono sempre più frequentemente la certificazione dell’intera filiera produttiva, che coinvolge molte realtà locali.
A un anno di distanza, ” rileva ancora una volta che la maggior parte delle imprese non ha ancora redatto un bilancio di sostenibilità: il 64,3% non lo ha mai fatto, mentre il 15,4% ha ricevuto richieste di indicatori ambientali dai propri committenti e il 17,1% dalle banche. Ma solo il 3,2% delle aziende ha già implementato questa pratica.
Eppure, il tema della sostenibilità non può più essere rimandato. La crescente pressione da parte delle filiere, degli istituti bancari e delle normative rende sempre più necessario per le imprese artigiane adottare strumenti di misurazione e rendicontazione ambientale.
“Ribadisco: i nostri artigiani sono gente che non molla mai – conclude Montagnin – ma per trasformare la fiducia in crescita servono misure concrete e un supporto chiaro da parte delle istituzioni. Solo così le imprese potranno affrontare con successo le sfide della transizione ecologica e digitale”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link