La lotta dell’opposizione russa si frantuma dopo la morte di Navalny: un anno di divisioni e conflitti

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La morte di Aleksey Navalny, avvenuta il 16 febbraio 2024, ha segnato un punto di svolta drammatico per l’opposizione russa. A un anno dalla sua scomparsa, il panorama politico dissidente è caratterizzato da fratture interne e conflitti che ne minano l’efficacia. Questo articolo esplora le conseguenze della sua morte e l’attuale stato dell’opposizione russa, evidenziando come la figura di Navalny, purtroppo, sembri svanire nel ricordo collettivo.

La memoria di Navalny e la sua eredità

Il 17 gennaio 2021, Aleksey Navalny tornò a Mosca dopo essere stato curato in Germania per un avvelenamento. Le sue parole di incoraggiamento, che esortavano alla paura e all’unità, risuonarono forti tra i suoi sostenitori. Tuttavia, pochi minuti dopo il suo arrivo, fu arrestato e condannato a pene sempre più severe per reati considerati fittizi. La sua morte, avvenuta in una remota colonia penale nel Circolo polare artico, ha lasciato un vuoto incolmabile nel movimento che aveva guidato.

Un sondaggio condotto dal centro demoscopico Levada-Center ha rivelato che il 69% dei russi non provava sentimenti particolari dopo la sua morte, mentre solo il 17% esprimeva tristezza. Questo dato evidenzia come la lunga detenzione di Navalny avesse già ridotto la sua influenza, rendendolo una figura quasi mitologica, ma distante dalla realtà quotidiana dei cittadini russi.

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Divisioni interne e conflitti tra i dissidenti

La situazione all’interno del Team anticorruzione Navalny è diventata sempre più tesa. La guerra in Ucraina ha accentuato le divisioni tra i vari gruppi dell’opposizione russa, già evidenti durante la vita di Navalny. Nel giugno 2023, i suoi collaboratori rifiutarono di partecipare a un evento del Parlamento europeo, sottolineando la loro riluttanza a unirsi ad attivisti con visioni diverse. Leonid Volkov, capo dello staff di Navalny, espresse chiaramente il desiderio di non condividere la stessa piattaforma con chi non condivideva i loro ideali.

Le tensioni sono esplose ulteriormente dopo la morte di Navalny. Volkov fu aggredito a Vilnius, e un’inchiesta pubblicata su YouTube accusò non il Cremlino, ma Leonid Nevzlin, un imprenditore in esilio, di essere il mandante dell’attentato. Questo episodio ha messo in luce la crescente rivalità tra i vari esponenti dell’opposizione, con accuse reciproche che hanno ulteriormente frammentato il movimento.

La figura di Yulia Navalnaya e il futuro dell’opposizione

Yulia Navalnaya, moglie di Aleksey, è diventata l’unica figura di riferimento per molti sostenitori dell’opposizione. Nonostante i suoi sforzi per unire i gruppi dissidenti, si trova a fronteggiare una situazione complessa, con critiche e attacchi che provengono anche dall’interno. Lev Ponomariov, noto difensore dei diritti umani, ha evidenziato come la scissione dell’opposizione all’estero renda difficile per la società russa considerarla una valida alternativa al regime di Vladimir Putin.

Il nome di Navalny continua a essere un tabù in Russia, e la sua figura, pur evocativa, sembra non avere più il potere di mobilitare le masse. La mancanza di una leadership unitaria e le divisioni interne pongono interrogativi sul futuro dell’opposizione russa, che appare sempre più disorientata e incapace di presentarsi come una forza coesa contro il regime.

La sfida della diaspora russa

La diaspora russa, che avrebbe potuto rappresentare una risorsa preziosa per il movimento di opposizione, si trova anch’essa in una fase di disgregazione. Le divergenze di opinione e le rivalità personali hanno ostacolato la creazione di una strategia comune. La mancanza di un obiettivo condiviso ha portato a un indebolimento della voce dissidente, rendendo difficile per i russi all’estero unirsi in un fronte comune contro il regime di Putin.

In questo contesto, la figura di Navalny, pur essendo ancora temuta dal governo russo, sembra non avere più la capacità di ispirare e unire. La sua eredità, un tempo simbolo di speranza e resistenza, si è frammentata in mille rivoli, lasciando l’opposizione a fronteggiare una realtà complessa e sfidante, con il rischio di perdere definitivamente la propria identità.



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