La ricetta in Spagna funziona: le rinnovabili aumentano, le bollette calano. In Italia invece..

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Sembra che finalmente almeno un membro del Governo abbia scoperto che l’elettricità costa tanto, troppo. Il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, annunciando un futuro provvedimento per far scendere il prezzo delle bollette energetiche, ha pubblicamente e candidatamene ammesso alcune cose. Primo: la fine del mercato tutelato non ha aiutato ad abbassare i prezzi grazie al Sacro Graal della concorrenza. Secondo: i cittadini e le cittadine sono stati travolti dalla ferocia dei prezzi di uno dei mercati internazionali più speculativi, quello del gas. Terzo: bisogna fare qualcosa perché le famiglie italiane non riescono a pagare le bollette e i costi dell’energia stanno rappresentando un cappio al collo delle imprese.

Alla fine almeno Giorgetti si è reso conto che i cittadini e le cittadine italiane pagano la bolletta più cara d’Europa, il triplo di quella che pagano gli spagnoli, più 30% rispetto alla Germania. Fino ad oggi solo Pichetto Fratin, titolare del Mase, aveva parlato dell’emergenza bollette indicando vacuamente nel ritorno al nucleare il sol dell’avvenir. Mentre Giorgia Meloni incalzata dai giornalisti in conferenza stampa aveva detto che non si parla di energia in 20 secondi. 

Nessuno ha mai spiegato per quale motivo la presidente del Consiglio non potesse prendersi più tempo per parlare di una situazione che sta letteralmente travolgendo famiglie ed imprese. Certo, bisogna partire da dati scomodissimi. In Italia la povertà energetica è già una realtà per circa 2,2 milioni di famiglie, pari al 7,7% della popolazione del Paese. E, secondo le previsioni, la spesa media annuale di una famiglia tipo aumenterà, tra luce e gas, di 272 euro, passando da 2.569 euro a 2.841 euro (+11%). 

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C’è una vera e propria emergenza sociale che si poteva prevedere e si doveva affrontare. Oggi paghiamo il gas esattamente il doppio di un anno fa, +30% nell’ultimo mese. “L’andamento dei prezzi dell’energia e le bollette”, ha sottolineato Giorgetti in audizione al Senato, “non dipendono dal governo ma da dinamiche estranee, speculative su cui l’attenzione del governo è massima”. 

Sfugge forse che il Governo – in carica da più di 2 anni – avrebbe potuto difendere concretamente i cittadini (un po’ di sano patriottismo qui ci sarebbe stato bene). Ad esempio rimandando la fine del Mercato Tutelato o ampliando la fascia di tutela. Quella energetica però è un’emergenza strutturale che, seppur accelerata dalla guerra in corso in Ucraina e dal ricatto russo, ha svelato in maniera plateale quello che gli ambientalisti denunciano da anni: la dipendenza del sistema energetico nazionale dagli approvvigionamenti esteri ci ha reso fragili come società oltreché ambientalmente insostenibili.  

La settimana prossima con una grande assemblea a Pisa Cgil, Spi, Filctem e Federconsumatori lanceranno una campagna di informazione https://www.cgil.it/ufficio-stampa/energia-cgil-dopo-mesi-di-inerzia-governo-si-accorge-di-caro-bollette-ora-intervenga-lcjwoh7s sui costi dell’energia e contro il caro bollette. Una campagna per difenderci da un mercato impazzito in cui a fianco della speculazione si affacciano anche le truffe con campagne di tele-selling sempre più aggressive. 

Nelle nostre abitazioni riscaldate a gas l’efficienza energetica – nonostante il superbonus e in barba alla direttiva sulle case green –   rimane una chimera e le bollette in salita dimostrano come aver messo il bastone tra le ruote alla crescita delle rinnovabili stia mandando in crisi il sistema. Colpa di un Governo, quello attuale, che invece di spingere su sole, vento ed efficienza energetica blatera di nucleare ed idrogeno. Colpa di tutti i Governi degli ultimi 20 anni che, a partire dallo “spalma incentivi” di Renzi, non hanno fatto nulla per semplificare le norme ad esempio per il repowering dell’eolico o per legare incentivi e sgravi fiscali alle fasce di reddito più deboli. 

L’Italia sulle rinnovabili ha viaggiato con il freno tirato con i decreti attuativi indispensabili alla crescita del settore tutti in ritardo di oltre 600 giorni. È necessario sganciare la formazione del prezzo dell’energia elettrica da quello del gas e in particolare occorre liberare le energie rinnovabili da questo abbraccio mortale. Occorre creare un meccanismo per cui il prezzo dell’energia sia legato alla fonte reale, nel luogo in cui si trova e che quindi nei territori che ospitano impianti di rinnovabili le bollette delle famiglie siano più leggere. Dove le rinnovabili corrono, come in Spagna e Portogallo, i prezzi delle bollette sono già oggi più bassi e si calcola che se nel nostro Paese le rinnovabili non fossero state boicottate avremmo risparmiato 74 miliardi di euro.

 



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