L’esperienza di quella palestra di confronto, a volte acceso, ma qualificato, che è stata la rivista ” Basilicata” diretta dal giornalista, politico , scrittore , meridionalista Leonardo Sacco riteniamo vada ripresa per cercare di colmare, almeno in parte, quel vuoto di contenuti, dibattito e proposte che oggi avvertiamo a Matera, in Basilicata, al Sud, nel BelPaese. A offrirci più di uno spunto è Mimmo Calbi, presidente dell’Associazione ”Adriano Olivetti”, autore del libro ” Una lotta contro la solitudine. Leonardo Sacco e il sogno di una Basilicata possibile ) 1954-1962) che abbiamo appena finito di leggere. E la scelta di inquadrare un pezzo importante della storia del territorio, attraverso pensiero e ”attivismo” di Leonardo Sacco, protagonista ed erede della esperienza olivettiana di ”Comunità” al borgo La Martella, ha riaperto pagine su obiettivi, occasioni mancate, insuccessi che – gratta gratta- forse per mancanza di coraggio o per la cappa di intrecci clientelari hanno puntualmente rimandato indietro le avanguardie che guardano oltre lo steccato del quotidiano. Quali migliori esperienze, osservazioni, tra le tante e di stretta attualità, come l’avvio della campagna elettorale per le comunali 2025? Una consultazione, preceduta da una campagna elettorale in piena Quaresima che, oggi, aldilà della vacuità delle piazze virtuali e spesso segnata dalla mediocrità dei protagonisti . Spesso espressione di interessi speculativi o di una rendita da autoconsumo ( dal mattone alla gestione dei servizi), che è senza ”nè amore e nè sapore” come avrebbe commentato con ironia e una risata Leonardo Sacco.
Negli anni Cinquanta il Movimento Comunità era la novità di una Città Laboratorio, che aveva destato attenzioni internazionale, anche se l’esperienza del borgo La Martella aveva lasciato sul campo incompiute per le tante occasioni mancate di un modello socio economico moderno, ostacolato dal ”Potere Costituito” come riporta il ritornello di ”Bocca di Rosa” di Fabrizio De Andrè. ” Il Movimento Comunità – è scritto nel libro, a pagina 127- aveva dato un tono nuovo alla campagna elettorale, costringendo i partiti a scendere sul terreno dei discorsi concreti e costruttivi…A coronamento di due anni di lavoro, di studio e di dibattito dei problemi locali, anzicchè le sterili promesse dell’ultima ora, avevano portato nella competizione elettorale il peso della loro competenza. Ciò diede un nuovo aspetto alla lotta: i partiti, trovandosi di fronte a una serietà di impostazione che non s’aspettavano, misurarono presto l’inadeguatezza delle loro posizione…L’elettore lucnao stava incominciando a prendere l’abitudine di un nuovo linguaggio: un linguaggio di dati, di cifre, di precisi programmi”.
E il risultato per il Movimento fu lusinghiero, rispetto al dato nazionale che consenti di eleggere solo l’illuminato imprenditore piemontese Adriano Olivetti. Sostanza, creatività, concretezza in quella campagna elettorale rispetto all’assenza di dibattito in quella di oggi, segnata per gran parte da contenuti, spesso generici, populisti o scontati di pochi partiti ( evanescenti rispetti al passato) che scoraggiano la partecipazione, come dimostra l’aumento dell’astensionismo. E di un proliferare di un “civismo” che prima o poi si sfalda per incoerenze e protagonismi, accrescendo la precarietà delle coalizioni. Guardare e leggere pagine di storia passata, segnata da una partecipazione costruttiva alla vita della Polis, con una idea forte di Costituzione nata dalla Resistenza può offrire spunti e una spinta all’impegno per difenderla farla conoscere. Motivi che ritornano nei vari capitoli del lavoro di Mimmo Calbi che a Basilicata ha collaborato. Cosi il contributo di grande meridionalisti come Tommaso Fiore, Manlio Rossi Doria, urbanisti come Gorio e Piccinato, politici di varia estrazione ( democristiani compresi e con una lente sempre aperta sull’operato accentratore del pluriministro Emilio Colombo), economisti, sindacalisti semplici cittadini segnano il percorso di ”Basilicata’- anche ”Corriere Meridionale”- su questioni rimaste sulla carta come la politica industriale ( più attuale di cosi) e utilizzo in loco delle risorse. La scoperta del gas e la mancata lavorazione dello stesso in Valbasento, per esempio, fa il paio con quello del petrolio in Val d’Agri. Allora la protesta delle comunità, con la compensazione dell’arrivo di poche aziende ( Pozzi, Montedison) di una chimica che ha lasciato macerie e siti inquinati da bonificare . Senza dimenticare la ripresa dell’emigrazione, i danni per la salute con un registro tumori regionale sempre da aggiornare.
Mettere a frutto le risorse, capendo bene cosa si vuole fare e con chi ? Leonardo Sacco non si risparmiava e chiedeva lumi, contributi, da pubblicare su ” Basilicata” beccandosi anche veti incrociati e risposte piccate sia dal mondo cattolico che comunista. Ma lui, anche in perfetta solitudine, ha tirato dritto lasciandoci scritti, riflessioni e un archivio corposo che attende di essere valorizzato. Lo fece nel 2012 alla simbolica cifra di 1 euro donando alla Regione Basilicata , https://giornalemio.it/politica/se-ne-e-andato-leonardo-sacco-il-direttore-un-cruccio-e-quanta-ipocrisia/ , https://giornalemio.it/cultura/leonardo-sacco-al-lavoro-per-olivetti-e-ricorda-il-decennio-1951-1961/ e https://giornalemio.it/cultura/leonardo-sacco-e-la-sua-biblioteca-4-anni-dopo/, ma finora non si è mosso nulla. E questo dimostra la validità del lavoro di Leonardo Sacco e di quanti utilizzarono Basilicata come ”laboratorio” di confronto e di progettualità. Senza disegno di città, voglia di fare politica e cultura di impresa si fanno passi indietro. E Matera, la Basilicata, tra tante contraddizioni, compromessi del potere per il potere- con l’accentramento a Roma del potere decisionale- ne sono una ”grigia” conferma. Pessimisti? No, realisti.
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