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(AGENPARL) – Roma, 18 Febbraio 2025
(AGENPARL) – mar 18 febbraio 2025 Prot. n.______ Federico Marini
EXPORT SARDEGNA-USA – Dall’Isola agli Stati Uniti quasi mezzo
miliardo di scambi commerciali ma dinamica in netta frenata: nel 2024 calo
del 48,7%. I timori per i nuovi dazi agitano le imprese artigiane sarde.
Giacomo Meloni (Presidente Confartigianato Sardegna): “Mercati esteri
imprescindibili per le nostre produzioni. Investire su formazione e strategie di
internazionalizzazione”.
Associazioni I dazi, le limitazioni, la burocrazia e le “turbolenze” politiche internazionali, che
Territoriali hanno caratterizzato l’ultimo triennio, hanno rallentato l’export delle imprese della
Sud Sardegna
Sardegna verso USA.
Cagliari Analizzando il periodo di 12 mesi (settembre 2023 – settembre 2024), i rapporti
Via Riva Villasanta 241
tutto il manifatturiero petroliferi inclusi. Il segnale di rallentamento viene dall’analisi dei
Oristano
Via Campanelli, 41 primi 9 mesi del 2024 confrontati con i primi del 2023, paragone che ha segnato un –
Nuoro 534milioni di euro di beni esportati. L’export verso gli USA rappresenta l’1,5% sul
Via Brig.Sassari, 37 valore aggiunto della Sardegna.
E’ questo ciò che emerge dal dossier elaborato dall’Ufficio studi di
Sassari Confartigianato Sardegna su dati Istat, che ha analizzato i flussi commerciali dalla
Via Alghero, 30
Alimentari, prodotti in legno e metallo, pelletteria, abbigliamento e tessile, mobili e
Gallura Olbia
Via Sangallo 67 ceramiche ma anche semilavorati lapidei, prodotti chimici, macchinari e attrezzature
I dati provinciali dicono che Cagliari ha esportato per 344milioni, il nord Sardegna
per 98milioni, Nuoro per 35milioni, il Sud Sardegna per 8 e Oristano per 7.
L’export manifatturiero sardo verso gli USA, nel 2024, ha inciso per l’1,5% sul
valore aggiunto prodotto della Sardegna, contro una media nazionale del 4%.
Gli Stati Uniti, infatti, rappresentano un importante mercato di riferimento
per le imprese della Sardegna.
Esaminando i primi dati Istat del 2024 relativi al valore delle esportazioni totali,
con 492 milioni di euro, il mercato statunitense si posiziona 3° tra i primi 10 mercati di
sbocco del made in Sardegna, dopo Francia e Spagna.
All’interno di questi numeri, 118 milioni di euro sono rappresentati dall’export
manifatturiero, al netto dei prodotti energetici, e 85 milioni di euro di export sono
rappresentati dalle esportazioni sarde di prodotti realizzati nei settori – alimentare, tessile,
abbigliamento, calzature, legno, mobili, prodotti in metallo, gioielleria e altre
manifatture- a maggior concentrazione di MPI.
A livello settoriale si osserva che il 70% del totale delle esportazioni verso gli
Stati Uniti dei beni realizzati sull’Isola riguarda i prodotti derivati dalla raffinazione del
Confartigianato Imprese Sardegna
petrolio, il 21,2% dai prodotti alimentari, il 2,4% da macchinari e apparecchiature,
l’1,8% dai prodotti chimici, l’1,6% dagli Altri mezzi di trasporto, l’1,2% dalle bevande e
l’1,2% dai prodotti in legno, sughero (esclusi i mobili); articoli in paglia e materiali da
intreccio.
Il Commento di Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Imprese
Sardegna.
“L’agroalimentare e le altre produzioni artigiane sarde di qualità sono
particolarmente sensibili agli scambi commerciali verso gli USA. La Sardegna, per
questo, ha bisogno di continuare a lavorare nel mercato del food e degli altri settori
eccellenza che hanno ampi margini di crescita. Gli Americani riconoscono il valore dei
nostri prodotti e restano un partner chiave per lo sviluppo economico territoriale. È
essenziale mantenere e rafforzare i rapporti commerciali con uno dei principali motori
dell’economia globale, il cui contributo favorisce il benessere della comunità. Le piccole
e medie imprese della nostra regione esportano prodotti molto apprezzati Oltreoceano,
sostenendo l’economia isolana. Tuttavia, l’incertezza geopolitica e le possibili politiche
protezionistiche rappresentano una sfida. In caso dei temuti dazi, le imprese
manifatturiere, già provate dalla complessità del mercato globale, sarebbero le più
colpite da eventuali restrizioni commerciali. I settori più esposti includono alimentare,
moda, legno, metalli, gioielleria e occhialeria. Serve un’azione coordinata a livello
europeo per affrontare queste sfide. Sul piano internazionale è, quindi, necessario un
dialogo costruttivo per evitare scenari economici negativi e tensioni tra Paesi alleati.
Auspichiamo che la nuova Presidenza americana sappia valorizzare il legame con il
nostro territorio. Al di là di tutto, la tutela del “Made in Sardegna” resta prioritaria, con
iniziative a livello locale, nazionale e internazionale per sostenere le imprese. Guardare
ai mercati esteri è imprescindibile per la crescita. Occorre investire su export,
formazione e strategie di internazionalizzazione per rafforzare la competitività. Le PMI
devono adattarsi rapidamente, puntando su eccellenza e specializzazione, diversificando
i mercati e cogliendo opportunità nei Paesi emergenti.
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