Le conclusioni del Convegno “Cambiamento demografico e mercato del lavoro nel Lazio” organizzato dalla Sede di Roma della Banca d’Italia: aumento della partecipazione delle donne per contrastare il declino degli occupati attivi e del mondo del lavoro
Stefano Stefanini
Il Lazio registra un calo demografico meno accentuato della media italiana grazie ai flussi migratori dall’estero e dalle altre regioni italiane. La curva della popolazione residente, inoltre, si e’ invertita solo a partire dal 2019, cinque anni dopo quella italiana.
Queste alcune evidenze – come riporta il Sole 24 Ore Agenzia Stampa Radiocor – che emergono dal workshop organizzato dalla Sede di Roma della Banca d’Italia su “Cambiamento demografico e mercato del lavoro nel Lazio”. Le tendenze demografiche hanno una rilevanza sul piano economico ricorda la Direttrice della Sede, Antonella Magliocco, aprendo i lavori. Le stime indicano che l’Italia nei prossimi venti anni perdera’ 2,5 milioni di residenti e il rapporto tra lavoratori e pensionati scendera’ da 3-1 a 2-1.
Calo demografico. Immagine regione ambiente.it
La flessione della popolazione nel Lazio sara’ piu’ contenuta: -3,2% al 2043 con 185 mila residenti in meno.
Secondo l’economista Giorgio Alleva, gia’ presidente Istat, in Italia “l’inverno demografico viene da lontano” e si lega a un tasso di fecondita’ in continuo calo.
Secondo Alleva occorre avviare subito politiche demografiche senza illudersi di avere effetti nel breve periodo neanche incentivando le politiche migratorie.
Il fenomeno demografico e’ legato all’andamento dell’occupazione. Nel Lazio, secondo l’analisi degli economisti della Sede di Roma della Banca d’Italia, tra il 2007 e il 2023 si e’ registrata una crescita dell’11%, sopra la media italiana e in linea con altre macroaree europee utilizzate per il confronto.
La crescita dell’occupazione e’ legata in gran parte ai residenti stranieri (l’analisi non ha considerato il possesso della cittadinanza o meno) per 8 degli 11 punti percentuali.
Un contributo positivo all’occupazione e’ arrivato tuttavia anche dai nativi laziali. L’invecchiamento della popolazione influira’ ovviamente sulla fascia degli attivi.
Come riportato dall’Agenzia RADIOCOR Gruppo Il Sole 24Ore per gli economisti della Sede di Roma della Banca d’Italia se aumentasse il tasso di attivita’ delle donne (oggi al 60,4%) al livello di quello degli uomini (76,1%) si riuscirebbe a contrastare il fenomeno e si avrebbero nel Lazio tra 20 anni circa 300 mila attivi in piu’.
Tra gli altri si distingue un appello per affrontare, in modo urgente, la crisi demografica e rilanciare la crescita economica e sociale della Regione e’ stato lanciato da Armando Valiani, Segretario Regionale UGL Lazio
in occasione del workshop “Cambiamento demografico e mercato del lavoro del Lazio”.
”“Il Lazio – ha sottolineato Valiani – sta vivendo una fase di ripresa, ma il percorso è fragile e richiede l’impegno di tutti: istituzioni, sindacati, imprese e cittadini. Oggi più che mai, dobbiamo investire sul futuro delle nuove generazioni. I giovani devono poter sognare un domani fatto di scelte libere: acquistare una casa, formare una famiglia, costruire carriere stabili”.
Vali anni ha citato i dati presentati al convegno che evidenziano un quadro allarmante:
– Bassa natalità: il Lazio, come l’Italia, registra un tasso di fecondità tra i più bassi d’Europa (1,2 figli per donna), con conseguenze critiche su forza lavoro, consumi e welfare.
– Fuga delle opportunità: l’incertezza economica, aggravata dall’addizionale regionale IRPEF che andrebbe ulteriormente ridotta che scoraggia le giovani coppie.
– Lavoro precario: il 40% degli under 35 ha contratti atipici, con salari insufficienti a sostenere progetti familiari.
L’occupazione cresce grazie agli stranieri, ma il futuro è a rischio.
Tra il 2007 e il 2023, l’occupazione nel Lazio è cresciuta dell’11% (+2,9% in Italia), trainata dal contributo dei lavoratori stranieri (+7,8%). Tuttavia, le proiezioni al 2043 segnalano un crollo delle forze lavoro: -370 mila attivi, a meno di interventi strutturali. “Serve un cambio di passo: aumentare il tasso di attività femminile (oggi al 60,4%) e formare i giovani nei settori innovativi”, ha sottolineato Valiani.
Queste le proposte avanzate dall’Unione Generale del Lavoro:
1. Sgravi fiscali per le famiglie: eliminare l’addizionale IRPEF e introdurre detrazioni per figli a carico 2. sostegno alla genitorialità: asili nido gratuiti, congedi parentali estesi e bonus per l’acquisto della prima casa.
3. Lavoro di qualità: incentivi alle imprese che assumono under 35 con contratti stabili e salari dignitosi.
4. Accesso al credito: fondi regionali per startup giovanili e agevolazioni per l’imprenditoria femminile.
5. Transizione verde e digitale: creare 50.000 posti di lavoro entro il 2030 nei settori energia rinnovabile, turismo sostenibile e tecnologie digitali.
Valiani lancia anche un appello alla responsabilità collettiva:
“Non possiamo permetterci improvvisazioni. La natalità non è solo un numero: è il termometro della speranza di un territorio. Bene sta facendo la Regione Lazio in questo campo ma occorre un progetto strutturato. Chiediamo l’istituzione di un Fondo per la Demografia, con risorse dedicate a politiche familiari e occupazione giovanile. Alle imprese diciamo: investite nella conciliazione vita-lavoro”.
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