Riparte da Pisa la campagna contro il “caro energia” promossa Cgil, Spi Cgil, Filctem Cgil e Federconsumatori

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Riparte da Pisa la campagna contro il “caro energia” promossa Cgil, Spi Cgil, Filctem Cgil e Federconsumatori. Stamani presso la Camera del lavoro di Pisa si è tenuta l’iniziativa Caro energia. Sopravvivere alla giungla dei prezzi”, la prima di tante assemblee che saranno messe in campo in tutto il Paese.
A moderare la mattinata è stata Michela Ciangherotti, Segretaria Lega Spi Pisa.

Alessandro Gasparri, Segretario generale Cgil Pisa, ha evidenziato come l’iniziativa sia mirata sia a informare sia a favorire la mobilitazione contro caro energia, con l’obiettivo di andare verso un sistema sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale. La povertà energetica colpisce il sistema delle imprese, che perdono competitività, ma anche delle famiglie e in particolare sugli utenti più fragili e vulnerabili, come gli anziani. Per questo, tra le azioni da intraprendere secondo i promotori della campagna ci sono la necessità di portare il Paese verso l’efficienza energetica, tassare gli extraprofitti delle grandi aziende energetiche, proteggere gli utenti vulnerabili introducendo tariffe sociali e ampliando la platea dei beneficiari dei bonus.

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“Il caro bollette ha riflessi di natura sociale e economica e rappresenta un freno agli investimenti e allo sviluppo del Paese”, ha affermato Tania Scacchetti, Segretaria generale Spi Cgil nazionale. La fine del mercato tutelato non ha aiutato ad abbassare i prezzi, anzi. L’Italia è il Paese in cui il costo energia rimasto più caro rispetto a tutti gli altri Paese europei. Paghiamo il 30% in più della Germania e il doppio della Spagna e circa 2,2 milioni di famiglie italiane sperimentano il dramma della povertà energetica. A essere specialmente colpiti sono gli anziani: il 47% di loro è a rischio o in povertà energetica. Per di più, complice anche la fine del mercato tutelato, la spesa media annuale di una famiglia tipo è destinata ad aumentare ulteriormente, sfiorando i 3mila euro l’anno. “Se non si interviene, aumenteranno i costi sociali” ha detto Scacchetti sottolineando come occorra agire in due direzioni: da un lato iniziative di protezione delle persone, intervenendo sui bonus energetici (solo il 30 per cento di chi ne ha diritto vi accede), e ampliare la fascia di vulnerabilità. D’altra parte occorrono politiche industriali per far sì che il nostro non sia più un paese gas dipendente. Oggi, evidenziano i promotori della campagna, scontiamo un grave ritardo nel traghettare il nostro sistema verso una vera indipendenza data da un mix energetico basato sulle risorse nazionali a partire dalle energie rinnovabili.

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Tania Scacchetti, Segretaria generale Spi Cgil nazionale

Quest’ultimo tema è stato affrontato anche da Ilvo Sorrentino, Segretario nazionale FILCTEM CGIL ha posto l’accento sull’esigenza di un piano nazionale dell’energia, sulla necessità di abbattere i costi della bolletta, che sono imputabili solo per il 48% alla voce materia prima, mentre il 13% è rappresentato da imposte e il 20% da oneri di sistema. Senza interventi di regolazione del mercato ci si trova di fronte ad una vera e propria “giungla” in cui cittadini e imprese si trovano abbandonati a loro stessi in un sistema privo di regole e controlli. Accanto a questo non va dimenticato il tema della qualità di lavoro nei call center: un lavoro spesso povero e precario, per cui occorre agire per tutelare i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici oltre che introdurre ad esempio un albo per le imprese che operano in questo ambito per evitare che i soggetti più vulnerabili siano esposti al rischio di frodi.

Fabrizio Ghidini, vicepresidente Federconsumatori, ha evidenziato come il tema dell’energia, tra i più importanti beni primari, non possa essere lasciato sulle spalle dei singoli cittadini: non è possibile che per soddisfare delle necessità primarie se ne vada una parte importante del reddito delle famiglie. Nel settore energia la politica si è ritirata per fare spazio al mercato favorendo il profitto privato. In un mercato volutamente regolato a favore dei venditori, e con prezzi più alti degli altri mercati europei, viene di fatto meno la libertà di scelta del cittadini.
Secondo Ghidini occorrono interventi urgenti per le fasce più deboli come abbassare l’Iva sul gas, rivedere gli oneri di sistema e rimettere al centro le fonti rinnovabili.

Dopo gli interventi dal pubblico, le conclusioni della mattinata sono state affidate a Pino Gesmundo, segretario nazionale CGIL, che ha evidenziato come anche le questioni dell’energia siano il riflesso dell’assenza di visione strategica nel Paese che porta a fare scelte politiche sulla pelle dei cittadini. Mentre il Paese continua ad arrancare, il sistema industriale non riesce più a competere, ha detto Gesmundo, per questo occorre ritornare a discutere coi cittadini e i lavoratori, condividerne il disagio e favorirne la partecipazione al controllo delle scelte democratiche, anche attraverso la partecipazione al voto in occasione dei prossimi referendum.

Fabio Carmignani, Segretario generale Spi Cgil Pisa



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