Grazie a un accordo con Humana People to People Italia e utilizzando il QrCode inserito nei nuovi capi, i clienti potranno donare il capo dismesso e tenere traccia della donazione. Ma non è questa l’unica novità del brand italiano che non salva solo le anatre…
Che fare di un capo quando ti è venuto a noia di utilizzarlo? Lo rivendi, lo doni, lo condividi magari durante uno swap party, ovvero lo scambi con un altro capo. Ne fai un taglia incolla e lo trasformi… Sono queste le tante soluzioni perché un capo non venga buttato (anche se, a questo proposito, Milano è pronta a ritirarli).
Lo sanno bene le aziende che iniziano seriamente a capire fino a dove arriva la loro responsabilità del prodotto (costretti anche da una normativa, la cosiddetta Epr, di cui anche il nostro Paese sta aspettando l’entrata in funzione).
Su questo tema abbiamo incontrato il fondatore Ceo di Save The Duck, Nicolas Bargi, che ha da poche settimane firmato un accordo, veramente innovativo, con Humana People to People Italia.
In sintesi, Save The Duck invita i propri clienti a prendere in considerazione, una volta deciso di dismettere un capo Save The Duck, la donazione all’organizzazione non profit di cooperazione internazionale.
Iniziativa di cui voi direte: “Già lo faccio, portandole ai cassonetti gialli“. Eh no: qui scatta l’avanzamento tecnologico introdotto dal Digital Product Passport (Dpp) del brand sulla collezione Primavera/Estate 2024.
“L’implementazione del passaporto digitale – spiega Bargi – è approdato ora alla sua terza fase, consentendoci di condividere la responsabilità con i nostri clienti, dando loro gli strumenti per un approccio consapevole all’economia circolare.
Grazie alla scansione del QrCode, all’interno dei nostri prodotti, gli utilizzatori hanno la possibilità di verificarne l’autenticità , di accedere una vasta gamma di informazioni (come materiali utilizzati, certificazioni, caratteristiche tecniche), nonché di rivenderli tramite eBay con pochi clic, partecipando con più facilità alla crescente tendenza del re-commerce“.
In questo modo Save The Duck vuole sensibilizzare le persone permettendo loro di contribuire a una causa più importante nonché di tenere traccia della donazione effettuata.
“Credo fermamente che ogni capo di Save The Duck non rappresenti solo una filosofia, ma sia anche un’opportunità di solidarietà . Per questo, quando un capo non è più utilizzato, diventa un gesto di generosità , perché donarli significa estendere il valore di ciò che produciamo, offrendo una seconda vita e contribuendo a un mondo più equo.
Come brand sentiamo il dovere di seguire il capo lungo tutto il suo percorso di vita, per questo siamo fra i soci fondatori del Consorzio Erion Textiles per la responsabilità estesa del produttore“.
Ma andiamo a fondo
L’iniziativa appena lanciata ci permette di fare il punto con questa azienda italiana. I temi sono tanti. Ecco come li interpreta Bargi.
Economia circolare: su quali altri presupposti vi state muovendo?
Oltre al Dpp e ai suoi progetti correlati, abbiamo attivato un servizio di riparazione per tutti i nostri clienti. Sul nostro sito sono a disposizione un kit per l’autoriparazione di piccoli strappi e il sacchetto Guppyfriend per proteggere i capi e ridurre il rilascio di microfibre nell’acqua durante il lavaggio.
Questo pratico alleato aiuta a contenere le particelle che altrimenti finirebbero nei fiumi e negli oceani.
Epr: come vi organizzerete per affrontare il decreto?
Come precedentemente accennato, siamo già attivi grazie alla nostra partecipazione al Consorzio Erion Textiles.
Con i nostri partner ci stiamo infatti impegnando, grazie alle nostre conoscenze ed esperienze aziendali, a contribuire al dibattito, a livello europeo e nazionale, per la redazione della normativa, perché possa essere efficace e generare un vero beneficio per l’ambiente e per tutto il comparto del tessile-abbigliamento.
Stagionalità : a oggi vi si associa alle giacche invernali che appunto non usano le piume d’oca/d’anatra. Come superate questa condizione sui capi primaverili/estivi?
Da diverse stagioni proponiamo, accanto all’outerwear che è chiaramente il nostro core, la nostra linea lifestyle smartleisure, in continua espansione.
L’obiettivo è quello di offrire ai nostri clienti una soluzione per tutte le stagioni. Inoltre, a causa del cambiamento climatico, stiamo abbracciando una filosofia resiliente, attraverso la combinazione di impermeabili leggeri e capi imbottiti versatili, progettati per funzionare perfettamente insieme o come pezzi indipendenti, a seconda del tempo e dell’occasione, per garantire comfort e adattabilità durante tutto l’anno.
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