contro l’accorpamento delle scuole pubbliche

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Un’ampia mobilitazione ha avuto luogo stamattina davanti alla sede della Regione Lazio, dove gli studenti della Rete hanno espresso il loro fermo convincimento contro il dimensionamento scolastico. Questo provvedimento prevede l’accorpamento di ben 23 istituti scolastici, suscitando forti reazioni all’interno della comunità educativa e tra i politici locali. La manifestazione ha visto anche la partecipazione di rappresentanti del Pd, giovani di Azione e membri del Movimento 5 Stelle, nonché della Flc Cgil e associazioni di genitori.

La protesta contro il dimensionamento scolastico

Al centro della protesta, gli slogan pronunciati dagli studenti: “La scuola pubblica non si tocca! La difenderemo con la lotta!”. Queste voci si alzano in un contesto di preoccupazione generale per il diritto all’istruzione, messo a rischio dagli accorpamenti scolastici previsti. Gli esponenti della Rete studenti Lazio hanno denunciato che queste decisioni potrebbero comportare la chiusura di autonomie scolastiche già consolidate, diminuendo la rappresentanza e portando a significativi tagli del personale docente in un contesto già difficile.

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Si è dibattuto anche dell’incontro chiesto con le istituzioni, inizialmente rifiutato, che ha poi trovato uno spiraglio attraverso un lungo negoziato. Mercoledì 26, gli studenti avranno l’opportunità di confrontarsi con l’assessore all’Istruzione e formazione, Patrizio Schiboni, nel tentativo di evidenziare le proprie istanze e i problemi legati alla situazione scolastica. Contestualmente, lo stesso giorno alle 15, il Pd ha organizzato un convegno in Consiglio regionale focalizzato sul tema del dimensionamento, invitando studenti, docenti e dirigenti scolastici a partecipare.

Le voci della politica e le preoccupazioni per il futuro

Un numero significativo di politici si è schierato a sostegno della protesta. La consigliera regionale Eleonora Mattia ha sottolineato la battaglia combattuta negli ultimi due anni contro le delibere referite al dimensionamento scolastico, evidenziando che lo scorso anno sono già state tagliate 20 istituzioni. Quest’anno, con l’accorpamento di ulteriori 23 scuole, le istituzioni saranno ulteriormente minacciate, e i territori fragili saranno i più colpiti da questa onda di ristrutturazioni.

Alessandro Tatarella, responsabile scuola Flc Cgil territoriale, ha descritto il provvedimento come un errore da fermare, ponendo l’accento sulla necessità di incrementare le risorse educative piuttosto che diminuirle. Marta Bonafoni, consigliere regionale ed esponente del Pd, ha ritenuto questa manifestazione cruciale, affermando che dietro ciascuna delle 23 scuole oggetto di accorpamento ci sono destini di intere comunità, da salvaguardare e valorizzare.

L’impatto delle ristrutturazioni sulle istituzioni educative

Le conseguenze pratiche di questi accorpamenti possono risultare gravi e potenzialmente dannose per la rete scolastica locale. Secondo quanto riportato dai manifestanti, le ristrutturazioni potrebbero portare alla creazione di istituti composti da 1500 a 2000 studenti, segnalando una tendenza verso la massificazione e l’allocazione delle risorse educative in modo non equo. Tra coloro che hanno partecipato alla manifestazione, anche l’assessore alla scuola, Annarita Leobruni, che ha sottolineato l’ingiustizia subita dal IV Municipio, dove quattro scuole verranno accorpate in sole due.

In questo contesto, i Genitori Democratici hanno espresso il loro sostegno nei confronti degli studenti, denunciando l’atteggiamento di un governo che minaccia le strutture democratiche e scolastiche nel territorio. La loro partecipazione ha rappresentato una dimensione collettiva del malcontento verso decisioni percepite come intempestive e sbagliate.

La necessità di un dialogo concreto

Al di là della protesta, emerge la richiesta di un dialogo vero e costruttivo, capace di valutare i bisogni reali delle comunità educative. Daniele Parrucci, delegato del sindaco di Roma all’edilizia scolastica, ha descritto l’operazione di accorpamento come una scelta priva di lungimiranza, evidenziando come gli istituti superiori siano destinati ad una crescita nei prossimi anni, secondo i dati ministeriali.

Il dibattito sui vari accorpamenti in questione, come quello tra l’Istituto Nautico e l’Istituto Aeronautico, nonché i licei Caravillani e Dante Alighieri, solleva interrogativi sulla qualità dell’istruzione futura, che sembra essere un tema particolarmente sensibile per le famiglie e per gli studenti stessi. Nonostante la riduzione delle istituzioni scolastiche, la richiesta di una scuola pubblica forte e accessibile rimane centrale nel dibattito attuale, esprimendo un desiderio di investimenti e di maggiore attenzione ai bisogni specifici delle comunità scolastiche.

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