La crisi in Medio Oriente continua a segnare momenti di forte tensione e instabilità. Nella giornata di oggi, Giovedì 20 febbraio, Hamas ha consegnato i corpi di quattro ostaggi israeliani, tra cui Shiri Bibas e i suoi due figli, Ariel e Kfir, insieme all’84enne pacifista Oded Lifshitz. Le salme, trasferite alla Croce Rossa, sono giunte in Israele per l’identificazione ufficiale. La cerimonia messa in atto da Hamas a Gaza ha suscitato indignazione a livello internazionale, con l’ONU che ha definito l’evento “abominevole”.
La consegna delle salme e la reazione dell’ONU
I militanti di Hamas hanno messo in atto una sfilata funebre esponendo le bare nere su un palco a Khan Younis, con immagini degli ostaggi e messaggi di propaganda contro Israele. Il gruppo terroristico accusa l’esercito israeliano di aver causato la morte degli ostaggi durante i raid su Gaza.
L’Alto Commissario dell’ONU per i Diritti Umani, Volker Turk, ha condannato l’evento definendolo “un trattamento crudele, inumano e degradante, contrario al diritto internazionale”. Ha ribadito che la restituzione dei resti deve avvenire con dignità e rispetto per le vittime e le loro famiglie.
Il convoglio funebre e l’arrivo a Tel Aviv
Un convoglio militare, scortato dalle forze dell’IDF (Israeli Defense Forces) e dallo Shin Bet, ha trasferito le bare in Israele, dove sono state portate al Centro Nazionale di Medicina Legale per l’identificazione. A Tel Aviv, decine di cittadini si sono radunati lungo il percorso per rendere omaggio agli ostaggi, intonando l’inno nazionale “Hatikva” e sventolando bandiere.
Le reazioni internazionali: dolore e condanna
La comunità internazionale ha reagito con parole di cordoglio e condanna per l’atto compiuto questa mattina da Hamas:
- Regno Unito: L’ambasciata britannica in Israele ha parlato di una “giornata buia” e ha espresso solidarietà alle famiglie delle vittime.
- USA: Stephanie Hallett, incaricata d’affari americana in Israele, ha definito il ritorno degli ostaggi morti un “solenne promemoria dell’inimmaginabile crudeltà di Hamas”.
- Italia: Il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sottolineato l’importanza di un cessate il fuoco duraturo e ha ribadito il sostegno italiano ai civili colpiti dal conflitto.
- Israele: Il presidente Isaac Herzog ha dichiarato che il ritorno dei corpi degli ostaggi è un “giorno straziante” e ha condannato Hamas definendolo “il male assoluto”.
Israele protesta con i mediatori
Israele ha protestato ufficialmente con i mediatori internazionali e la Croce Rossa per la “cerimonia” organizzata da Hamas, considerata una grave violazione dell’accordo di cessate il fuoco. Sulle bare esposte a Gaza erano presenti messaggi accusatori contro lo Stato ebraico, con immagini di Netanyahu raffigurato come un vampiro.
Hamas rilancia le accuse contro Israele: “I vostri raid hanno ucciso gli ostaggi”
Hamas, dal canto suo, continua a scaricare la responsabilità su Israele, sostenendo che gli ostaggi sarebbero stati uccisi dai bombardamenti israeliani su Gaza.
In un comunicato trasmesso dai media il gruppo militante ha dichiarato:“Abbiamo fatto tutto il possibile per preservare le vite dei prigionieri e trattarli umanamente. Ma il vostro esercito li ha uccisi insieme ai loro carcerieri. Avremmo preferito riconsegnare i vostri figli vivi, ma i vostri leader militari e politici hanno scelto di ucciderli”.
Israele non ha mai confermato le affermazioni di Hamas e ritiene il gruppo unico responsabile del destino degli ostaggi.
Scambio di prigionieri e nuovi sviluppi
Parallelamente, Hamas ha annunciato la scarcerazione di 602 detenuti palestinesi, tra cui 50 condannati all’ergastolo, come parte di un accordo per il rilascio di ostaggi israeliani. Tuttavia, la tensione resta altissima.
Le tragedie legate alla guerra in Medio Oriente continuano a mietere vittime e a dividere le comunità internazionali. Mentre Israele piange i suoi ostaggi e chiede la liberazione immediata di quelli ancora in mano ad Hamas, la fragile tregua rischia di spezzarsi sotto il peso delle accuse reciproche e delle violenze in corso.
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