Investimenti del Mezzogiorno e credito d’imposta

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Nel caso in questione, un contribuente che necessiti di ridurre il credito d’imposta precedentemente approvato, a seguito della vendita parziale di alcuni macchinari, potrà correggere i dati presentando una dichiarazione integrativa.

Investimenti nel Mezzogiorno e credito d’imposta

Con la risposta n. 37 del 18 febbraio 2025, l’Agenzia delle Entrate ha fornito indicazioni operative su come modificare gli importi degli investimenti dichiarati nella Comunicazione CIM17, in caso di restituzione parziale dei beni acquistati. Il caso riguarda un’impresa che, dopo aver effettuato investimenti nel Mezzogiorno nel 2022, ha successivamente venduto una parte dei macchinari acquisiti e deve ora aggiornare l’importo dell’investimento agevolato.

Il caso specifico per gli investimenti del Mezzogiorno

L’interpello è stato presentato da una società che, nel 2022, ha acquistato nuovi macchinari e attrezzature per una struttura produttiva nel Sud Italia e ha richiesto il credito d’imposta per investimenti nel Mezzogiorno attraverso la Comunicazione CIM17. Dopo aver ottenuto l’autorizzazione dall’Agenzia delle Entrate, il 25 giugno 2024 l’impresa ha restituito parte della fornitura emettendo una fattura di vendita. A quel punto, ha tentato di rettificare l’importo del credito spettante inviando una nuova Comunicazione CIM17, ma la richiesta è stata rifiutata poiché inviata oltre i termini previsti.

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Come richiedere il credito d’imposta

L’Agenzia ha ricordato che l’agevolazione fiscale (articolo 1, commi 98-108, della legge n. 208/2015) è vincolata alla presentazione di un’apposita comunicazione (comma 103) necessaria per ottenere l’autorizzazione al credito.

In merito alla fruizione del credito d’imposta, il provvedimento del 1° giugno 2023 ha chiarito che per gli acquisti effettuati entro il 31 dicembre 2022, le imprese possono continuare a utilizzare il modello approvato con il provvedimento del 14 aprile 2017, aggiornato il 30 giugno 2022, trasmettendolo entro e non oltre il 31 dicembre 2023. Oltre tale data, non è più possibile inviare comunicazioni per investimenti realizzati fino al 31 dicembre 2022.

Caso specifico credito d’imposta per investimenti nel Mezzogiorno

Per quanto riguarda il caso specifico, l’Agenzia ha sottolineato che il credito va ricalcolato (comma 105) se i beni. Entro il quinto anno successivo alla loro entrata in funzione, vengono ceduti, dismessi o destinati ad altri usi o strutture produttive.

Poiché nel caso in esame l’azienda ha venduto una parte dei macchinari il 25 giugno 2024. L’Agenzia ha precisato che il valore dei beni ceduti deve essere escluso dal calcolo dell’investimento agevolabile. Di conseguenza, l’importo delle spese sostenute e il credito riconosciuto si riducono automaticamente, senza necessità di correggere il Modello CIM17 già trasmesso.

Credito d’imposta da indicare nel quadro RU

L’Agenzia ha inoltre fornito indicazioni su come riportare correttamente il credito nella dichiarazione dei redditi dell’impresa, seguendo le istruzioni contenute nella circolare n. 34/2016. Nello specifico, il credito d’imposta deve essere indicato nel quadro RU. Del modello dichiarativo riferito all’anno in cui è maturato (ovvero quello in cui sono stati effettuati gli investimenti agevolati). Nei quadri RU delle dichiarazioni dei periodi d’imposta in cui il credito viene utilizzato in compensazione.

Nel rigo RU5, l’importo deve essere riportato come segue:

  • Colonne 1, 2, B2, C2, D2, E2 e F2: l’importo del credito d’imposta maturato per i costi sostenuti nei periodi d’imposta fino al 31 dicembre 2022. A condizione che l’autorizzazione alla fruizione sia stata concessa dall’Agenzia delle Entrate successivamente alla scadenza della dichiarazione dell’anno precedente, ma comunque entro il termine di presentazione della dichiarazione corrente.
  • Colonna 3: il credito maturato per i costi sostenuti nell’anno della dichiarazione, autorizzato dall’Agenzia delle Entrate entro i termini di presentazione della stessa. In questa colonna vanno riportati anche gli importi già indicati nelle colonne precedenti.

Il credito d’imposta deve essere dichiarato nel modello Redditi relativo all’anno in cui gli investimenti sono stati effettuati, purché sia stata ottenuta l’autorizzazione necessaria. In caso contrario, il bonus andrà riportato nella prima dichiarazione utile successiva al rilascio dell’autorizzazione.

Dichiarazione errata del caso specifico e credito d’imposta

Nel caso specifico, alla scadenza per la presentazione del Modello Redditi Società di Capitali 2024 (31 ottobre 2024). Il credito spettante, maturato nel 2022 ma autorizzato il 7 febbraio 2024, doveva essere riportato nella colonna F2 del rigo RU5 già ridotto in base alla cessione del 25 giugno 2024. Pertanto, in tale colonna doveva essere indicato l’importo corretto, senza considerare il valore originario del credito.

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L’impresa potrà comunque rettificare l’errore nella dichiarazione presentando una dichiarazione integrativa “a sfavore”, secondo quanto previsto dall’articolo 2, comma 8, del Dpr n. 322/1998.



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